In via preventiva l’utenza dovrà ottenere la certificazione dall'Inps, tramite il canale telematico, dei requisiti per accedere al prestito pensionistico. La procedura sarà disponibile entro il mese di ottobre, successivamente alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; si dovranno chiudere le convenzioni con il sistema bancario e assicurativo in cui saranno fissati i tassi e i costi per la stipula della polizza assicurativa contro il rischio premorienza. Di seguito l’iter da seguire per la presentazione della domanda.
Oggi l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha fatto sapere che sul fronte dei soldi investiti per la Conoscenza tra il 2000 e il 2014 c’è stato addirittura un calo di spesa del 9%. Inoltre, nello stesso periodo l'Italia ha dedicato il 4% del suo Pil all'istruzione (contro il 5,2% della media Ocse), con una riduzione del 7%. Come se non bastasse, il nostro Paese registra appena il 18% di laureati, contro il 37% della media nella zona Ocse: il dato più basso dopo quello del Messico. Come “ciliegina sulla torta”, abbiamo pure il record di giovani che non studiano né lavorano.
L’Anief aggiunge che l’Italia è l’unico Paese dell’Ocse che dal 1995 non ha potenziato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria a dispetto di un aumento in media del 62% degli altri. La tendenza al risparmio è storia vecchia: l’Italia già nel 2000 spendeva il 2,8% in meno della sua spesa pubblica rispetto alla media OCSE (Italia 9,8% - Ocse 12,6%). Dieci anni fa, la nostra Penisola era sempre all’ultimo posto.
Marcello Pacifico (Cisal-Anief): In Italia ci sono province dove più del 40% di giovani abbandona la scuola prima del tempo, perché si continua a pensare che gli incrementi per la formazione giovanile rappresentano un costo e non un investimento. Addirittura, siamo arrivati ad alzare le barriere nelle Università pubbliche. Bene ha fatto il Tar del Lazio a bocciare il numero chiuso per le facoltà umanistiche alla Statale di Milano. Ora, invece di accrescere di almeno un punto percentuale la spesa per l’istruzione, come ha da tempo chiesto il sindacato assieme a tutta l’opinione, scopriamo addirittura che la spesa per tutto il ciclo formativo fino all’Università è scesa del 9% in pochi anni. È inutile ricordare ai nostri governanti che formare il capitale umano significa credere nella capacità evolutiva e lavorativa umana: lo sanno bene, ma remare contro questo obiettivo è una precisa scelta, che va oltre il risparmio dei soldi pubblici, sposandosi evidentemente con la necessità di tenere basso il livello culturale di quello che una volta chiamavano il Bel Paese.
Roma, 12 settembre 2017. È fissato per domani l’incontro tra Governo e sindacati per intavolare una discussione sull'aspettativa di vita alla luce degli ultimi dati Istat, considerato il perdurare dell’incertezza dell'applicazione del prossimo scalino nel 2019. Ma sullo stesso tema prosegue anche il pressing dal Parlamento, con i Presidenti delle Commissioni lavoro di Camera e Senato che chiedono di attuare un rallentamento nell'applicazione del parametro.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): È una riforma senza qualità, ingannevole e contraddittoria; a pagare saranno i nostri giovani.
ROMA, 11 SET - Ci sono i presupposti giuridici per bloccare il decreto vaccini: è ciò che sostiene l'Anief, che annuncia l'intenzione di presentare un ricorso entro la settimana. "In un contesto scolastico dove i problemi aumentano, con gli organici abbattuti e stracolmi di precari - dice il sindacato in una nota - si vanno a caricare di ulteriori impegni le segreterie scolastiche già ridotte all'osso. Premesso che in tal modo lo Stato è andato oltre le proprie competenze, lo studio legale Anief, dopo un'analisi del decreto, e le circolari che ne sono seguite, ha appurato che vi sono i presupposti giuridici per bloccarlo: in settimana depositeremo il ricorso". L'Anief ricorda che l'obbligo di vaccinarsi riguarda circa 6 milioni sugli oltre 7,7 milioni di allievi ufficialmente iscritti negli 8mila istituti scolastici italiani. Ad essere esentati sono quindi solo gli studenti dell'ultimo triennio della scuola secondaria di secondo grado. "Secondo noi - afferma il presidente Marcello Pacifico - con questa decisione si preclude la possibilità di far frequentare la scuola agli alunni fino a 6 anni non in regola e si sanzionano ingiustamente le famiglie con figli da quell'età fino a 16 anni, minando il diritto allo studio previsto dalla Costituzione italiana, conferendo alle dirigenze scolastiche una responsabilità che dovrebbe riguardare solo l'ambito sanitario".
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.