I candidati docenti risultati idonei al termine dei concorsi trovano finalmente la considerazione che meritano in vista della loro stabilizzazione professionale: lo prevede il decreto legge n. 71/2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 126, un provvedimento che abbraccia sia i partecipanti ai concorsi svolti nel 2016, sia i candidati del 2020,con tanti di loro inaspettatamente depennati dopo essere stati assunti a tempo indeterminato. C’è soddisfazione nel presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, a capo del sindacato che tanto ha fatto perché ciò avvenisse: “Grazie al nostro operato – dice il leader dell’Anief – tanti aspiranti docenti riavranno la loro immissione in ruolo”.
L’anno scolastico è arrivato al capolinea: tra il 7 e l’8 giugno terminano le lezioni in quasi tutte le regioni e con l’inizio della prossima settimana sarà la volta anche della rimanente Toscana, più le province di Trento e Bolzano. Le scuole seggio, a prescindere dalla regione, hanno invece già terminato le attività didattiche per via delle elezioni europee. La fine della scuola per tanti insegnanti precari, scrive oggi la stampa specializzata, non è un evento da festeggiare: “con il termine delle attività didattiche resteranno senza lavoro e con tantissimi dubbi circa il loro futuro”. Quindi, Orizzonte Scuola racconta la storia da un supplente, con “le sue difficoltà e l’amarezza di chi ogni anno conclude un’esperienza senza sapere cosa gli accadrà in futuro.
All’inizio dell’incontro, di oggi 6 giugno 2024, abbiamo evidenziato l’errore del Governo di non aver accolto la richiesta Anief di ridefinire la durata del mandato estero all’interno del contratto, agendo per legge attraverso l’articolo 14 del DL 71 del 31 maggio, che non risolve e le disparità esistenti ma ne lascia sul campo altre.
La decisione di escludere gli insegnanti precari dalla Carta del docente utile all’aggiornamento professionale “collide con l’esigenza del sistema scolastico di far sì che sia tutto il personale docente (e non esclusivamente quello di ruolo) a poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, affinché sia garantita la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti”: lo ha scritto il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1842/2022, e lo stanno ricordando i giudici del lavoro nelle sentenze che danno ragione alla posizione da anni portata avanti dal sindacato Anief.
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