Pubblicata la sentenza definitiva che legittima il percorso dei vincitori del concorso 2017. La sentenza del Consiglio di Stato di fatto ribalta la decisione di annullare l’intera procedura concorsuale presa a luglio 2019
Pubblicata la sentenza definitiva che legittima il percorso dei vincitori del concorso 2017. La sentenza del Consiglio di Stato di fatto ribalta la decisione di annullare l’intera procedura concorsuale presa a luglio 2019
Al capitolo Istruzione e Ricerca il Recovery plan dovrebbe stanziare 28,49 i miliardi: di questi 16,72 per ‘Potenziamento delle competenze e diritto allo studio’ e 11,77 per il punto ‘Dalla ricerca all’impresa’. A ricordarlo è stata oggi la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, durante un intervento televisivo, sostenendo che “Il Recovery Plan è un’occasione storica per il nostro Paese e per la scuola ancor di più sulla quale abbiamo più di 27 miliardi: parte anche sull’edilizia scolastica, costruzione di nuove scuole e sull’efficientamento energetico, la digitalizzazione”. La maggiorazione dello stanziamento al comparto della Conoscenza è scaturito in queste ultime ore dall’esito del confronto con le forze di maggioranza, che sulla base delle varie osservazioni critiche da queste formulate ha prodotto una bozza diversa da quella iniziale. Con maggiore attenzione, appunto, per Istruzione Ricerca. Per avere la certezza dell’assegnazione dei fondi, però, bisognerà attendere questa sera, quando è previsto il Consiglio dei Ministri proprio su questo tema.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la vera sfida per il nostro Stato è ora quella di investire al meglio questi finanziamenti provenienti dall’Europa, senza disperdere un solo euro: siamo pronti a dare una mano per indicare le stradi migliori che a nostro parere dovrebbero essere intraprese. Oltre ai processi di digitalizzazione e ammodernamento o rifacimento di un alto numero di strutture scolastiche, è bene puntare dritto alla valorizzazione del personale: questo significa cancellare una volta per tutte le supplentite, assumendo in ruolo tutti i precari con titoli ed un minimo di servizio svolto, anche da graduatorie d’Istituto, incrementare in modo sostanzioso (almeno 250 euro) quegli stipendi di docenti e Ata che risultano vergognosamente tra i più bassi dell’area Ocde: questo processo andrebbe attuato anche introducendo quell’indennità di rischio biologico che il Covid ha fatto emergere ma che già da tempo è in essere, vista l’alta percentuale di burnout rilevata tra il personale scolastico. Servirà quindi un aumento sostanziale degli organici, con conseguente abbattimento delle classi ‘pollaio’, come delle scuole autonome, andando a reintrodurre quelle che avevamo prima della sciagurata Legge 133/08: in questo modo, si otterrebbero anche nuove dirigenze scolastiche e posti di Dsga, mandando in soffitta l’inefficace formula delle sedi in reggenza”.
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La sensibilità di chi governa la scuola verso il personale continua a essere carente: è esemplare il caso di oltre mille assistenti amministrativi prestati anche da vent’anni a operare nel ruolo superiore di Direttore dei servizi generali e amministrativi, perché la logica era di immetterli in ruolo in caso di superamento di concorso riservato. Si ritrovano invece a perdere il posto perché l’amministrazione lo cede o lo sta assegnando ai vincitori del concorso pubblico. Quanto accaduto “non rende merito a tali professionalità: il compito dello Stato dovrebbe essere piuttosto quello di preservare chi ha svolto il ruolo di facente funzione Dsga”, ha detto il presidente Anief Marcello Pacifico a colloquio con Italia Stampa.
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