Le ultime stime sono terrificanti, ma in linea con quanto preventivato dall’Anief. Gli attuali trentenni andranno in pensione sempre dopo, perché nel frattempo la speranza di vita si allungherà ancora: potrebbero rischiare di uscire addirittura a 76 anni e 4 mesi. Con un assegno molto più basso di quello che acquisirono i loro padri con 10-15 anni di età in meno. Ancora una volta, la scuola rappresenta il comparto più penalizzato: quest’anno -40% di pensionamenti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): tutto ha avuto inizio dal tradimento del patto generazionale, nel 2001, quando i neo assunti, a seguito d’uno scellerato accordo sindacale, si sono visti improvvisamente decurtare quasi un terzo delle vecchie liquidazioni nel passaggio da TFA al TFR, dove però, non opera la trattenuta illegittima del 2,5%. Poi sono arrivate le riforme pensionistiche, sino all’ultima che obbligherà a lavorare una vita per avere meno dell’assegno sociale. Chi, a queste condizioni, parla di macelleria sociale non esagera.
Viene da chiedersi come mai la retribuzione di risultato dei nostri presidi rimanga così bassa. Perché la Legge Brunetta 150/09 prevede che sia pari addirittura al 30% dell’intera retribuzione. Per Anief-Dirigenti, se si vuole aumentare la retribuzione di risultato, il sistema è solo uno: aumentare le risorse di una categoria ferma alla metà dei colleghi inquadrati nello stesso ruolo, sia nello Stato che nel privato. La strada è stata tracciata con la Buona Scuola. Peccato che la copertura riguardi solo un anno.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): con questi presupposti, la valutazione rischia di rimanere lettera morta. Come, purtroppo, già accaduto negli ultimi 15 anni. La nostra proposta è quindi quella di rendere permanenti le risorse una tantum introdotte con la Legge 107/15. In caso contrario, parlare di valutazione rappresenterebbe l’ennesima operazione presentata in pompa magna ma poi nei fatti vuota di contenuti.
Perché la proroga dell'aggiornamento delle GaE al 2019 non le farà mai esaurire. E dato che tante classi di concorso sono già esaurite, occorre da subito assimilare le graduatorie d’Istituto nel doppio canale. La questione è stata sollevata in Parlamento dal Movimento 5 stelle, ma ad oggi non si ha avuto una risposta da parte del Governo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se il docente precario dimostra al giudice che non sostituisce alcun collega, come vorrebbe far credere a torto l’amministrazione scolastica, allora va applicata la normativa europea che stoppa l’abuso di precariato. Dopo 36 mesi di servizio svolto, anche non continuativo, il docente può infatti legittimamente chiedere il debito risarcimento, oltre alle mensilità estive e agli scatti di anzianità. Ecco perché la riforma della scuola non ha risolto niente.
Oggi è giunta la decisione del Consiglio di Stato di respingere - con ordinanza 1732/16 – la richiesta formulata dal Miur di istanza di riesame dell’ordinanza n. 1600/16 che ha concesso l'ammissione con riserva alle prove concorsuali.
Anief ricorda che attraverso alcuni decreti monocratici favorevoli, emessi dal tribunale laziale, con remissione in corte costituzionale della legge 107/15, sono stati ammessi dapprima i docenti di ruolo; poi, lo stesso tribunale regionale ha dato il via libera agli Insegnanti Tecnico Pratici; successivamente è toccato ai laureati e diplomati magistrali a indirizzo linguistico, ammessi dal Consiglio di Stato.
Marcello Pacifico (presidente Anief): non vogliamo inficiare l’esito del concorso a cattedra, ma attendiamo con serenità che il tribunale regionale si esprima sulle richieste cautelari nei giudizi pendenti, il prossimo 19 maggio. Nel frattempo, sarebbe cosa saggia che l’amministrazione indica nuove sessioni suppletive per tutti coloro che abbiano presentato domanda di accesso al concorso con modalità cartacea e, in parallelo, abbiano fatto ricorso entro i tempi prestabiliti.
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