Lo hanno chiesto stamattina, all’unisono, i tanti partecipanti alla manifestazione davanti al Ministero dell’Istruzione. Ad organizzarla è stata il sindacato Anief che li rappresenta e ha promosso i ricorsi in Italia e in Europa per ottenerne la stabilizzazione. La protesta si è svolta nel giorno dell’ennesimo sciopero della scuola e a conclusione di quello della fame che diverse maestre con diploma magistrale hanno iniziato una settimana fa assieme ad un sit in permanente, sempre nella zona del dicastero dell’Istruzione. Anche loro chiedono una norma che blocchi gli effetti dell’Adunanza Plenaria del 20 dicembre scorso, che lascerebbe a casa decine di migliaia di diplomati magistrale, e la decisione dell’Avvocatura di Stato di darne seguito.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): Soltanto con la riapertura delle GaE, la trasformazione delle graduatorie d’Istituto in Provinciali e lo sblocco degli organici, cancellando una volta per tutte quelli di fatto, potremo garantire il corretto avvio del prossimo anno scolastico e coprire le classi che senza le attuali maestre rimarrebbero scoperte. Il provvedimento sarebbe anche una prima risposta ai docenti abilitati nella scuola superiori delusi dal reclutamento transitorio. Serve però un decreto d'urgenza: occorre muoversi in fretta, per evitare il licenziamento di 44 mila maestre e maestri supplenti e di altri 7 mila immessi in ruolo con riserva, nonché garantire l'assunzione di tutto il personale abilitato. Laddove le graduatorie risultano esaurite, bisogna assumere con il doppio canale dalle graduatorie d'istituto, che per questo motivo devono essere necessariamente trasformate in provinciali.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief
L’organizzazione autonoma rispetto alle elezioni incassa 26 mila voti in più e raggiunge il 6,44%. Si attestano attorno a quota 54 mila i voti conseguiti dal giovane sindacato, a distanza di tre anni dalle ultime elezioni, la metà di quelli in più espressi: si vanno a sommare alle 41 mila deleghe certificate rispetto alle 17 mila passate. Questi dati, quando confermati, consentiranno all’Anief di godere delle prerogative sindacali riconosciute soltanto ai sindacati rappresentativi: assemblee sindacali, permessi, distacchi e partecipazione alla contrattazione nazionale e integrativa, regionale, alle riunioni presso gli ambiti territoriali. Entrando, così, a pieno titolo nei tavoli istituzionali nazionali e territoriali, dove combatterà con tutte le sue forze per introdurre finalmente il diritto dentro le aule scolastiche e ministeriali. Quello riscontrato dall’organizzazione sindacale è un risultato storico se si pensa che la sua nascita risale ad appena dieci anni fa e si è andata a collocare in un contesto dove vige da decenni una situazione di conservatorismo e di stallo totale.
Il presidente Anief, Marcello Pacifico, si congratula con le tante Rsu elette, a fronte di 7.500 candidati: È grazie a loro che abbiamo raggiunto questo traguardo. Ma è solo l’inizio, perché adesso cominceremo a rimboccarci le maniche per cambiare i contratti, sia quelli d’istituto che quelli nazionali di categoria. Nel contempo, invitiamo il personale docente e Ata a presentare la candidatura per diventare Rsa nel proprio istituto. Sempre al fine di operare #perunascuolagiusta. Nei prossimi giorni sarà attivata per gli iscritti la piattaforma telematica per presentare la propria candidatura in qualità di Rsa, in modo così da iniziare finalmente a lavorare assieme ad ogni Rsu eletta.
Diventa una beffa l’esito della selezione nazionale bandita nel 2016. Ammesso che non venga applicata la decadenza delle graduatorie di merito, è stato infatti calcolato che per entrare di ruolo negli insegnamenti di determinate discipline, come l’Inglese, e di alcune regioni del Sud e del Centro, dove è più sensibile il calo demografico, ci vorranno rispettivamente 26 e 49 anni. Con 16 vincitori che saranno “archiviati”. Andrà solo leggermente meglio a chi si è imposto per insegnare Storia e Filosofia: dovrà attendere qualcosa come 19 anni, con altri 29 “archiviati”. La lentezza delle assunzioni, tra l’altro, diventa una vera beffa, dopo che la scorsa estate, grazie all’azione dell’Anief, il Consiglio di Stato ha sentenziato a favore dei docenti della secondaria reputati idonei ma esclusi dalle graduatorie di merito, chiedendo agli Uffici Scolastici Regionali di riformulare delle nuove graduatorie dei concorsi, comprendenti gli “idonei oltre la soglia del 10%”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Purtroppo nella scuola non è una novità vincere un concorso e rimanere al palo per anni e anni, ma stavolta si è stabilito un record. Tra l’altro, il personale sa bene che può incorrere in questo rischio ed ora si spiega anche perché, di recente, uno su quattro dei docenti abilitati non ha presentato domanda di partecipazione. Ma questo spiega anche perché diversi coordinamenti dei precari Tfa-Pas, Estero hanno aderito allo sciopero della fame e allo sciopero nazionale voluto da Anief per oggi e domani. Anziché puntare tutto su formule concorsuali deficitarie, bisogna assolutamente riaprire le GaE approvando un decreto d’urgenza: questa è l’unica urgente ancorché parziale soluzione.
La risposta è giunta ad un’interrogazione dell’eurodeputata M5S Rosa d’Amato sulla legittimità della normativa italiana rispetto alla clausola 5 della direttiva 70/99, in particolare rispetto al principio di non discriminazione: da Bruxelles presto quindi potrebbe arrivare una risposta all’annosa inosservanza dei governi italiani verso la direttiva Ue. La decisione di indagare sull’anomalia tutta italiana avviene dopo che nei mesi scorsi lo stesso organo sovranazionale, con un parere ufficiale, ha condiviso le osservazioni dei legali Anief sulla violazione delle leggi del nostro Paese sui contratti a termine nella scuola. Anief ricorda di avere già presentato un reclamo collettivo sul personale docente e Ata e uno sul personale abilitato escluso dalle GaE e tradito dal reclutamento transitorio, due ricorsi alla Cedu. Ed ha pure promosso il nuovo ricorso pendente in Corte di Giustizia Europea sull’esclusione del personale di ruolo dagli indennizzi per l’abuso dei contratti a termine.
Nel frattempo, oggi e domani la scuola vive altri due giorni di sciopero, in modo da superare gli effetti dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso e permettere la riapertura delle GaE: è un passaggio fondamentale per non fare cadere le nostre scuole nel caos, per il rispetto del diritto e per la tutela di decine di migliaia di abilitati che altrimenti rischierebbero di diventare dei precari a vita.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il fatto che la tensione sia tangibile tra i più di centomila supplenti abilitati che ogni anno sono chiamati dallo Stato a garantire l’erogazione del servizio scolastico, lo si comprende dal quarto sciopero proclamato in pochi mesi: l’ultimo, quello di oggi e domani, a conclusione di uno sciopero della fame attraverso il quale si chiede alla politica un intervento urgente per la riapertura delle graduatorie ad esaurimento, in attesa dei nuovi concorsi. Lo studio legale dell’Anief sta infine valutando se inserire nei ricorsi per la stabilizzazione e per il risarcimento dei precari anche la richiesta di rinvio pregiudiziale per palese violazione delle norme antidiscriminatorie sull’accesso al lavoro del personale docente inserito nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto, con inevitabili danni non patrimoniali a carico dello Stato italiano.
Le elezioni di rappresentanza del fondo di previdenza del comparto, svolte dal 26 al 28 aprile, non hanno riscosso interesse. Senza dimenticare il bacino potenziale di utenza di 1 milione e 200 mila lavoratori, tra docenti e personale Ata. Non va meglio sulle rappresentanze del fondo nazionale: Anief si avvia ad impugnare in Corte di Appello la sentenza negativa di primo grado che ha rigettato la presentazione della lista del giovane sindacato nonostante avesse aderito al fondo. Se l’impugnazione verrà accolta, dovranno essere rifatte le elezioni. Il giudice di primo grado, infatti, ha ritenuto legittima l'esclusione della lista Anief perché impossibilitata ad aderire al fondo secondo Aran, prerogativa riservata solo a chi era rappresentativo nel 2003 all'atto dell'istituzione del fondo. Per i legali di Anief, tale interpretazione viola l'articolo 39 della Costituzione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Colpisce l'alto livello di astensione registrata nel corso delle elezioni dei passati giorni. Come l’organizzazione di queste elezioni Espero 2018 rappresenta un fenomeno che dovrebbe fare riflettere sulla modalità democratica del fondo stesso. Chi ha vinto queste elezioni sub iudice, piuttosto che festeggiare la nomina di 25 delegati su 30, dovrebbe interrogarsi sul perché appena un dipendente della scuola su dodici aderisce al fondo. E solo uno su venti vota.
Per fornire delle risposte concrete alle tante incombenze che ogni giorno attendono sulla porta della loro scuola i nostri capi d’istituto, UDIR ha organizzato un Convegno Nazionale rivolto ai dirigenti della scuola, sul tema: “La legge 205/2017, il contratto, la perequazione e gli adempimenti dei Dirigenti Scolastici”. Il Convegno si svolgerà a Palermo il 19 maggio 2018, dalle ore 11.00 alle ore 17.00, presso San Paolo Palace Hotel, via Messina Marine, n. 91, secondo il programma della locandina. L’incontro sarà utile per determinare la politica sindacale in questo 2018, per dibattere sulla rilevazione delle deleghe al 31 dicembre 2017, sul CCNL di area per il triennio 2016/2018, sulla legge 205/17, e anche per offrire un percorso di formazione, di crescita professionale e di consapevolezza per la categoria dei Dirigenti della Scuola. Durante i lavori, sarà possibile avere una consulenza gratuita con il team di esperti e legali, nonché aderire ai ricorsi promossi dal sindacato verso i quali si è interessati. I partecipanti sono invitati a consegnare al più presto la scheda di adesione.
Marcello Pacifico, Presidente UDIR e Segretario Organizzativo CONFEDIR: La gestione di tutta questa serie di rapporti in un mondo sempre più schizofrenico, basti vedere le aggressioni dei genitori ai docenti di questi ultimi tempi e con un impianto normativo che si arricchisce ogni giorno di normative complesse e sempre più cariche di responsabilità, è diventa un’impresa ardua. In contesti territoriali difficili, praticamente è quasi impossibile. Nel conto vanno messe le scarse opportunità di formazione da parte degli operatori, nonché il rapporto sempre più difficile con le famiglie nell’era della globalizzazione.
Per approfondire tali aspetti e fornire delle indicazioni concrete, UDIR e ANIEF, in collaborazione con Eurosofia, hanno organizzato per il 20 maggio, dalle ore 9.00 alle ore 11.00, presso San Paolo Palace Hotel, una sessione di discussione sul tema di stringente attualità del burnout e degli atti di violenza a danno degli operatori della scuola, alla presenza di esperti, rappresentanti dei lavoratori, delle famiglie, dei discenti e dei dirigenti delle scuole. L'iniziativa, che sarà sostenuta dalle due sigle sindacali, intende porre una seria riflessione nell'opinione pubblica sulla violenza che sta colpendo tutto il mondo della scuola.
Il 1° maggio serve a dare risalto all’importanza del lavoro, inteso come espressione della dignità personale. Quella che in Italia, però, si sta sempre più perdendo. È il paradosso di un Paese che ha il più alto tasso di disoccupazione nell’Unione Europea, con una percentuale sempre elevata di dispersione scolastica, in alcune province superiore al 40 per cento, ma anche di Neet (2,2 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni, praticamente uno su quattro, che non studiano e non lavorano) e di laureati a “spasso”. È lo stesso Stato che ora vorrebbe persino licenziare 6 mila insegnanti assunti con riserva e 50 mila supplenti, per colpa di una sentenza del Consiglio di Stato a cui nemmeno il Ministero dell’Istruzione vorrebbe dare seguito, rivendicando attraverso la senatrice Valeria Fedeli, ministra uscente, un intervento in Parlamento: a protestare davanti al Miur, anche stamane, contro gli effetti dell’Adunanza Plenaria del 20 dicembre scorso, ci sono docenti precari in sciopero della fame. La situazione è davvero difficile. Per non parlare degli stipendi di chi insegna e opera nelle scuole, scesi otto punti sotto l'inflazione tra il 2008 e il 2016: una vergogna in Europa, dove gli stipendi medi di maestri e professori sono ben al di sopra dei nostri.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La passività dei nostri governi sull’istruzione e formazione delle nuove generazioni ci sta conducendo verso un punto estremo, quasi di non ritorno. Con riflessi negativi anche sull’occupazione. Eppure, la nostra Repubblica è fondata sul lavoro, che non deve aver alcun impedimento ma deve servire per il progresso della Nazione senza svilire la dignità di ogni cittadino attraverso un accordo che rispetti tutti questi principi. Questo chiede Anief: una scuola giusta. Lo chiederemo anche dopodomani, davanti al Miur, in occasione della manifestazione organizzata, a compimento dello sciopero di domani e del 3 maggio, per chiedere la riapertura delle GaE a tutti gli insegnanti abilitati, a partire da quei maestri con diploma magistrale che rischiano di ritrovarsi senza lavoro per un sentenza che nessuno vuole applicare.
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