Dopo oltre vent’anni di assenza di procedure di reclutamento di docenti religione cattolica si arriva finalmente a definire una procedura straordinaria per l’immissione in ruolo dei precari storici: la comunicazione è stata ufficializzata oggi durante l’incontro tenuto dai sindacati rappresentativi al ministero dell’Istruzione e del Merito, incentrato sulla bozza del decreto per “Disposizioni concernenti le procedure concorsuali straordinarie riservate agli insegnanti di religione cattolica nella scuola dell’infanzia e della primaria e nella scuola secondaria di primo e secondo grado”. Durante l’incontro odierno, al quale ha partecipato anche l’Anief con una delegazione composta dalla segretaria generale Daniela Rosano e la referente nazionale IRC Moira Pattuglia, l’amministrazione ha assicurato alle organizzazioni sindacali che la procedura sarà bandita nei primi mesi del 2024.
Per avere la Carta del docente da 500 euro annuali basta avere sottoscritto una qualsiasi supplenza annuale, quindi anche fino al 30 giugno: lo ribadisce il Tribunale di Velletri che il 1° dicembre ha condannato l’amministrazione scolastica a pagare 2mila euro, con gli interessi, ad un insegnante che ha lavorato per quattro anni, tra il 2018 e il 2022, con supplenza fino al 30 giugno. Trattandosi di un "lavoro identico o simile" a quello dei colleghi di ruolo, il giudice ha spiegato che “sono proprio le ragioni obiettive perseguite dal legislatore, sotto il profilo del sostegno alla didattica annua, ad impedire che, quando si presenti il medesimo dato temporale, il beneficio formativo sia sottratto ai docenti precari”. Nella sentenza si fa inoltre continuo riferimento all’Ordinanza della Corte Giustizia europea (sez. VI del 18 maggio 2022, n. 450), la quale ha fatto osservare che proprio sulla base della“ comparabilità (punti 41-43)”, della “clausola 4, punto 1, dell'accordo quadro allegato alla Direttiva 1999/70/CE” e del “principio di non discriminazione ivi sancito”, la nostra normativa nazionale non è equa perché fornisce “beneficio ai soli docenti a tempo indeterminato”.
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