Solo il 4% dei docenti di ruolo della scuola pubblica in Italia ha meno di 34 anni, soltanto il 18% tra i 35 e i 44 anni. È il desolante quadro che emerge dall’analisi dei dati ministeriali sull’età dei docenti italiani. Totalmente inversa, invece la tabella dei supplenti. È anche indicativo che su quasi 710 mila docenti italiani di ruolo, ben il 42,47% supera i 54 anni. Ma soprattutto il 78% degli insegnanti italiani ha oltre 45 anni in su. Se invece guardiamo ai dati dei docenti precari su un totale di 234 mila, ben il 32% conta una età inferiore ai 34 anni: è scoraggiante che due su tre, quasi il 66% dei supplenti, abbia una età che arriva fino a 44 anni.
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Per insegnare su sostegno i candidati al concorso Pnrr sono concentrati in poche regioni, dove paradossalmente c’è meno richiesta di docenti specializzati, e questo comporterà l’immissione in ruolo appena sul 25% del fabbisogno: Tuttoscuola ha calcolato, per il primo ciclo e le scuole medie, che solo poco più di 3 mila cattedre libere su oltre 14 mila potranno essere coperte. Come mai questo paradosso? A fornire una spiegazione è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Questa situazione nasce dal fatto che gli atenei non hanno mai bandito i posti in base al reale fabbisogno ma in base all’offerta formativa”, dice il sindacalista ad Orizzonte Scuola.
Seminari di legislazione scolastica “Il CCNL 2019- 21 Approfondimenti” e Assemblee sindacali: il sindacato rappresentativo Anief continua la campagna di formazione e informazione per i docenti e gli Ata delle scuole italiane. Presente agli incontri Marcello Pacifico, leader nazionale Anief
Rivalutare gli obiettivi da raggiungere attraverso il Pnrr significa anche rivedere quelli che riguardano la scuola e il suo personale: lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando l’impegno del ministro Raffaele Fitto di portare a termine “entro marzo” il decreto di attuazione della revisione del Pnrr, attraverso il quale il governo intende individuare le coperture per gli investimenti oggetto di rimodulazione e per i progetti definanziati. Secondo il sindacalista autonomo anche per il mondo dell’Istruzione "c'è bisogno di un aggiornamento sullo stato di funzionamento di quello che è stato fatto rispetto alle unità di missione" andando quindi a "rivalutare l'obiettivo, in particolare modo, gli obiettivi del personale della scuola".
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