° La didattica nei corsi in alternanza scuola-lavoro. Bando Premio Nazionale 2014
Il premio è istituito da associazioni d’impresa in collaborazione con MIUR e ANP.
L’iniziativa è finalizzata all’innovazione didattica e alla sperimentazione di forme didattiche attive, in partnership con le imprese. Destinatari ne sono le scuole secondarie, le strutture formative accreditate dalle Regioni e gli I.T.S.i che hanno collaborato con le imprese, e queste stesse se hanno partecipato a processi di innovazione didattica. I premi saranno assegnati alle coppie docente.imprenditore responsabili del progetto individuato come vincitore di ciascuna delle sezioni concorsuali. Queste le tematiche indicate: Percorsi di alternanza scuola-lavoro; Didattica laboratoriale e processi formativi orientati alle competenze; Apprendimento digitale e interattivo. Saranno valorizzate le collaborazioni realizzate nell'ambito dei progetti nazionali: “Alternanza Scuola-Lavoro”, “Insegnare Scienze Sperimentali (ISS)”, “Delivery Unit”, “Progetto Problem Posing & Solving (PPS)”, “Progetto Lauree Scientifiche”. Gli interessati faranno pervenire la Scheda Progetto, a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - D.G. per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni, entro il 19 settembre 2014. La documentazione richiesta nel Bando dovrà, invece, pervenire, entro il 26 settembre 2014, a: MIUR -. D.G. per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni – Viale Trastevere 76A 000153 Roma. Per entrambi gli inoltri, si indicherà l’Oggetto: “Premio Nazionale Didattiva: la didattica per l’alternanza scuola lavoro”. Per ciò che attiene al bando, alla modulistica e alla documentazione da allegare al progetto, si consulti il sito www.istruzione .it.
° Retribuito!
Indiscrezioni circa il progetto della Giannini di prospettare un’opzione che innalza, a 24 ore settimanali, l’orario di servizio degli insegnanti nelle scuole secondarie.
Rumors o anticipazioni fondate? Sembra che in sede di rinnovo contrattuale il Ministro proporrà, per i docenti, l’opzione del servizio a 24 ore (le ore eccedenti verrebbero amministrate da reti di scuole). Avanziamo due considerazioni. 1) Sul servizio “implicito”. I decisori politici sembrano non avere capito che l’orario di servizio a scuola è una parte soltanto dell’impegno di lavoro dei docenti, innanzi tutto perché le lezioni vanno programmate e preparate, con lavoro, a casa, più o meno impegnativo a seconda della disciplina insegnata. Sanno, i decisori politici quanto lavoro occorra per correggere i compiti di un’intera classe ? Che la correzione degli scritti sia “obbligo di servizio” esclude che debba essere retribuita ? Si consideri, inoltre, che se si vuole ottimizzare l’intervento dell’insegnante, i compiti corretti vanno “restituiti” individualmente agli alunni, e che ciò non andrebbe fatto durante le ore di lezione in classe. Sanno, i decisori politici, che il setting delle lezioni non frontali va preparato con lavoro (spesso protratto) che, in atto, non è computato nelle ore di servizio, né è retribuito ? Hanno idea di quante ore di lavoro preliminari, fuori aula, occorrano all’insegnante che debba avvalersi di un software o di un audiovisivo funzionale all’argomento che intende trattare con gli alunni? Quante ore occorrano per predisporre un test di argomento effettivamente consentaneo allo studio effettuato dalla classe (non scopiazzato da materiali già confezionati) ? Sanno quante ore di lavoro preliminari, fuori aula, occorrano all’insegnante che predisponga, presso un sito esterno alla scuola, attività funzionali al percorso didattico programmato ? L’autonomia didattica delle scuole, varata tre lustri addietro, è mero flatus vocis se non è supportata con il finanziamento delle attività di organizzazione della didattica e dell’attività di progettazione formativa e ricerca valutativa. Quest’ultima comprende: “Formazione e l'aggiornamento culturale e professionale del personale scolastico; innovazione metodologica e disciplinare; ricerca didattica sulle diverse valenze delle tecnologie della informazione e comunicazione e sulla loro integrazione nei processi formativi; documentazione educativa e la sua diffusione all'interno della scuola; scambi di informazioni, esperienze e materiali didattici; integrazione fra le diverse articolazioni del sistema scolastico e, d'intesa con i soggetti istituzionali competenti, fra diversi sistemi formativi…” (Art.6 del D.P.R. n.275/1999).
2) Servizio su base volontaria. A fronte di adeguata retribuzione, il servizio aggiuntivo sarebbe certamente utile a molti colleghi, e soprattutto utile all’organizzazione interna di ciascuna istituzione scolastica e come servizio culturale al territorio di riferimento. L’attivazione di tale servizio non deve, però, andare a discapito degli insegnanti precari, e quindi le ore aggiuntive vanno finalizzate all’ampliamento dell’offerta formativa e non a supplire i professori assenti.
E’ questa la tesi che il Presidente Anief ci ha illustrato dopo la notizia del ricorso promosso dai sindacati rappresentativi contro il superpunteggio di 42 punti agli abilitati Tfa contenuto nell’ultima tabella di valutazione dei titoli. Il decreto regolamentare invocato parla solo di apertura biennale della II fascia.
A leggerla così ha del paradossale, ma poi Pacifico ci spiega il ragionamento che nelle ultime ore, dopo aver appreso della notizia del ricorso, lo ha spinto a promuoverne un nuovo ricorso proprio aperto agli abilitandi Pas che non conseguiranno l’abilitazione entro il 31 luglio, ma che hanno presentato, su consiglio dell’Anief, comunque domanda di inserimento con riserva. Grazie al ricorso, anche in presenza dell’annullamento del decreto voluto dagli altri sindacati rimarrebbero in graduatoria, sciogliendo la riserva ogni sei mesi.
Eppure quest’azione i sindacati rappresentativi l’hanno pensata proprio per gli abilitati e abilitandi Pas, per fare in modo che non restino indietro rispetto ai colleghi ‘tieffini’…
“Sì, questo è vero, ma forse non si è pensato al fatto che, se il Tar accogliesse il ricorso e cancellasse la tabella di valutazione dei titoli stabilita dal decreto del 15 maggio, l’unico decreto regolamentare che si potrebbe applicare sarebbe il 131/2007, che di fatto vieta l’apertura di finestre”.
Dunque questo ricorso promosso da Flc Cgil, Uil, Snals, Gilda e Cisl contro il superpunteggio TFA non le pare campato in aria…
“No, i giudici potrebbero in effetti dare ragione ai ricorrenti dal momento che per cambiare la tabella di valutazione dei titoli il Ministero avrebbe dovuto ricorrere a un decreto regolamentare sottostante al parere del Parlamento, del Consiglio di Stato e del CNPI. Invece, si è deciso di obbedire a un semplice Ordine del Giorno che aveva a cuore il riconoscimento del ‘merito’ di chi avesse sostenuto una o più prove selettive”.
Ci riassume in poche battute i contenuti del decreto 131/2007 e gli effetti che potrebbero derivare oggi da una sua applicazione?
“Lì, per esempio, si dice espressamente che la tabella di valutazione della III fascia delle graduatorie a esaurimento è valida anche per la I e per la II fascia delle graduatorie di istituto. O che chi risulta idoneo a un concorso ha tutto il diritto di stare in II fascia. Il problema dei casi TFA e PAS nasce naturalmente dal fatto che nel 2007 questi due percorsi abilitanti non esistevano ancora”.
Ma ci sono adesso i tempi tecnici per il ricorso? Secondo lei ci sono buone probabilità sul fatto che venga accolto?
“Il termine che non bisogna superare è quello del 14 luglio, e direi che le possibilità che il Tar accolga il ricorso sono buone”.
Come mai non ci ha pensato Anief a promuovere una simile azione, i ricorrenti per antonomasia siete voi…
“Fino all’ultimo abbiamo cercato di evitare azioni che andassero a ledere in maniera diretta i diritti di altri lavoratori, preferendo invece la logica del far valere i propri diritti senza danneggiare quelli altrui. Per questa ragione, solo dopo aver preso atto dei nuovi criteri stabiliti dal Miur nella nuova tabella, abbiamo pensato a una serie di azioni che ristabilissero equità tra i lavoratori, opponendoci, per esempio, al fatto che gli idonei al concorso o i laureati in Scienze della Formazione primaria non dovessero anche loro godere dei punti aggiuntivi che vengono riconosciuti a chi ha sostenuto delle prove selettive. Un’altra azione l’abbiamo poi intrapresa a favore di chi ha insegnato nelle pluriclassi e nelle piccole isole, sempre nel rispetto delle leggi italiane (n. 106/2011, ndr). In ragione di tutto questo, abbiamo anche contestato l’esclusione dalla seconda fascia delle graduatorie di istituto sia degli idonei all’ultimo concorso sia dei diplomati magistrale linguistico sperimentale ante 2002”.
Se dovesse essere annullata la tabella di valutazione e ripristinata quella della Gae, i vostri ricorrenti avrebbero dei vantaggi?
“Certamente gli idonei del concorso, a cui sarà richiesto in sub ordine comunque un punteggio aggiuntivo di 12 punti, e anche gli abilitati presso le Facoltà di Scienze della Formazione primaria con i 30 punti riconosciuti alle SSIS. Ma bisogna a questo punto aspettare il responso dei giudici che dovranno decidere se era potestà del ministero, alla luce dell’altro regolamento citato nelle premesse del decreto (D.M. 249/10), aggiornare i criteri di valutazione o no”.
In considerazione dell’elevato numero di richieste di adesione giunte dopo la chiusura dei termini, Anief riapre le adesioni al ricorso per l’ottemperanza delle sentenze sulla valorizzazione nelle GaE del bonus premiale di 6 punti per gli abilitati SSIS, SFP, Afam e Cobaslid.
Ricordiamo che possono aderire:
- i ricorrenti dei ricorsi al TAR Lazio R.G. nn. 5053/09, 5054/09 e 5055/09 che non hanno ancora ottenuto l’applicazione della sentenza;
- i ricorrenti TAR 2010, ancora in attesa di sentenza;
- i ricorrenti 6 punti al giudice del lavoro che non hanno ancora ottenuto provvedimenti oppure, pur avendoli ottenuti, non hanno ancora beneficiato della valorizzazione del bonus di 6 punti SSIS;
- i nuovi ricorrenti, che intendono intraprendere adesso il contenzioso 6 punti.
Per approfondimenti:
Il Consiglio di Stato dà ragione all’Anief: il bonus di 6 punti nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti spetta esclusivamente agli abilitati SSIS e assimilati. Respinti in via definitiva gli appelli del Miur contro le sentenze positive ottenute dal sindacato. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): siamo pronti a chiedere il commissariamento del ministero se le sentenze non saranno immediatamente eseguite. Sarebbe la seconda volta in pochi anni dopo la vicenda ‘pettine-coda’, promossa sempre dal sindacato al tempo del ministro Gelmini.
Clamoroso e definitivo epilogo quello deciso dai giudici del Consiglio di Stato, che scrivono la parola ‘fine’ su un contenzioso durato anni e confermano la tesi dell’Anief e dei suoi legali, avv.ti Fabio Ganci e Walter Miceli: il bonus di 6 punti nelle graduatorie a esaurimento spetta esclusivamente ai 154.394 docenti in possesso di titolo SSIS (Scuole di specializzazione all’insegnamento nella Secondaria) o assimilato (Scienze Formazione Primaria, Afam, Cobaslid).
Nel 2004, però, questo bonus di 6 punti era stato esteso anche a tutte le altre abilitazioni, di fatto annullandone il valore premiale riservato solo a coloro che si erano sobbarcati l’onere di un corso di specializzazione pluriennale per diventare insegnanti. Per questo motivo, l’Anief ha patrocinato in questi anni i ricorsi di migliaia di “sissini” che chiedevano il ripristino del bonus di 6 punti. Oggi la decisione definitiva dei giudici di Palazzo Spada che si sono definitivamente pronunciati contro il Ministero, sancendo in modo perentorio l’esclusività del diritto al bonus di 6 punti per i soli abilitati SSIS e assimilati.
“Abbiamo chiesto al Miur in diverse occasioni – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – di cambiare la tabella di valutazione titoli delle graduatorie ad esaurimento. Ma dal ministero hanno sempre preferito fare orecchie da mercante. Adesso il tempo degli appelli è finito: le sentenze sono arrivate e chiudono la questione in modo definitivo. Per questo – conclude Pacifico – adesso chiederemo al TAR di far eseguire le sentenze immediatamente, perché non si perda altro tempo prezioso.”
L’applicazione delle sentenze, infatti, riguarda tutti gli abilitati SSIS, SFP, Afam e Cobalid, che abbiano o meno fatto ricorso in questi anni. L’Anief, pertanto, patrocinerà il ricorso sia per i ricorrenti direttamente interessati dai pronunciamenti odierni, che – attraverso un intervento ad adiuvandum – per tutti coloro che avevano proposto ricorso (con Anief o altri sindacati o legali) ma sono ancora in attesa di una sentenza o della sua applicazione. Allo stesso modo, possono aderire al ricorso per l’ottemperanza anche tutti coloro che non lo hanno fatto finora.
“Il giudizio di ottemperanza che stiamo per chiedere al TAR – aggiunge Pacifico – è un passaggio fondamentale. Solo l’adesione massiccia degli interessati, cioè di tutti gli abilitati SSIS, Afam, Cobaslid, SFP, non importa se già ricorrenti o meno, garantirà l’applicazione delle sentenze in tutte le province e per tutte le classi di concorso. E se in Viale Trastevere si volesse ancora fare ‘melina’ – conclude il presidente Anief – siamo anche pronti a chiedere il commissariamento del ministero. Al Miur sanno che non scherziamo: lo abbiamo già fatto pochi anni fa sulla questione dei trasferimenti in coda per i precari.”
Adesso inizia la corsa contro il tempo: l’Anief intende chiedere il giudizio di ottemperanza sulle sentenze del bonus di 6 punti prima della pubblicazione delle nuove graduatorie, attualmente in lavorazione presso gli uffici scolastici provinciali. Pertanto, vista l’eccezionalità della situazione creata dalle sentenze del Consiglio di Stato, Anief ha deciso di riaprire i termini per l’adesione al ricorso fino al 26 giugno 2014 (termini prorogati). È possibile aderire on line compilando il form di adesione e inviando la documentazione necessaria al sindacato entro tale data.
Per approfondimenti:
Il ricorso per l’ottemperanza delle sentenze sul bonus di 6 punti
Estratto della sentenza del Consiglio di Stato
“Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione VI) dichiara inammissibile l'appello, condanna il Ministero appellante alla rifusione degli oneri processuali di secondo grado, che si liquidano a favore degli appellati - costituiti in giudizio e creditori solidali - nella misura complessiva di € 3.000,00 (euro tremila/00), oltre ai dovuti accessori di legge, mentre nulla si dispone al riguardo, quanto ai rapporti tra Ministero appellante ed appellati non costituiti in giudizio.”
Il sindacato respinge con forza la proposta che vorrebbe portare tutti gli insegnanti a 36 ore a scuola, spazzare via quasi mezzo milione di supplenti che hanno appena rinnovato le graduatorie d'Istituto e ridurre di un anno le superiori. Nel computo il Ministero dimentica il lavoro oscuro dei nostri docenti: colloqui con i genitori, riunioni con i colleghi, compilazione dei registri, stesura di relazioni e programmazioni e progetti, preparazione delle lezioni, correzioni dei compiti degli alunni.
Il presidente Marcello Pacifico: così ci si allontana sempre più dall'Ue e si incrementa la disoccupazione intellettuale e giovanile. Siamo di fronte ad un'operazione immotivata: più indagini, nazionali ed internazionali, hanno dimostrato che i nostri docenti lavorano alla pari, se non più, dei colleghi degli altri Paesi avanzati: basta dire che sono impegnati 39 settimane rispetto alle 38 OCDE, 175 giorni rispetto ai 185 OCDE.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.