Le riforme attuate dal 2008, all’insegna dei tagli, hanno ridotto di un sesto l’orario scolastico. Con un calo vistoso dei rendimenti scolastici dei nostri alunni. Così i loro insegnanti hanno cercato di riparare incrementando il lavoro lontano da scuola.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): i veri penalizzati sono gli allievi che vivono in condizioni socio-familiari sfavorevoli. Il ragazzo studioso, invece, da sempre passa tante ore sui libri. Il vero problema, oltre il monte ore, è anche qualitativo: dalla primaria all’Università. Servono provvedimenti urgenti, come l’innalzamento dell’obbligo formativo e la riduzione delle tasse: in caso contrario il popolo dei Neet continuerà a crescere.
Uno studio nazionale sui dati del Dipartimento Politiche Sviluppo, riguardanti il periodo 1996-2012 su tutti i cicli scolastici, dalla pre-infanzia alle superiori, confermano che le affermazioni secondo cui «non bisogna mai disinvestire sull’istruzione» sono pura retorica. A pesare in negativo sul mancato sviluppo per gli investimenti a favore dell’istruzione, in particolare, l’entrata in vigore il Patto di stabilità interna (2001) e i tagli draconiani operati tra il 2008 e il 2009 dai ministri dell’Economia Giulio Tremonti e al Miur Mariastella Gelmini.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): i risultati sono in linea con quelli dell’Ocse, secondo cui l’Italia rimane l’unico Paese dell’Ocse che nell’ultimo ventennio non ha aumentato la spesa per i nostri alunni. E il futuro non promette nulla di buono: con la Legge di Stabilità 2015 per il Miur sono in arrivo 1 miliardo e 411 milioni di ulteriori tagli nei soli prossimi tre anni.
Pubblichiamo alcuni articoli sulle ore di lavoro degli insegnanti italiani in linea con l'area Ocse: 39 a settimana.
A pochi giorni dalla sentenza n. 12474/14 di rigetto sul ricorso promosso dall’avvocato Solidoro e qualche mese dopo un'altra sentenza breve negativa emessa sul tema, l'Anief riesce ad ottenere nell’udienza pubblica dell’11 dicembre il rinvio della decisione sul ricorso n. 7881/14, in considerazione della pubblicazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre. Si riaccendono le speranze di inserirsi nella fascia aggiuntiva Gae per i ricorrenti che hanno seguito i percorsi abilitanti universitari a partire dal 2012.
1) L’uscita a 18 anni degli studenti dalla scuola, s’ha da fare
Due autorevoli interventi: di Luigi Berlinguer e Maurizio Tiriticco. Delle valutazione e proposte espresse nei due articoli dei pedagogisti, riportiamo quelle che sono largamente condivise; aggiungiamo un codicillo.
2) Si assottiglia la platea del pubblico impiego
Nel periodo tra il 2010 e il 2013 il numero di dipendenti è sceso di circa 138mila “unità di lavoro equivalenti” a tempo pieno.
1) Formazione in servizio dei Dirigenti Scolastici.
Con la Nota 9 dicembre 2014 prot.n. 18522, la Direzione Generale personale della Scuola propone un percorso formativo da realizzarsi nell’a.s. in corso, in collaborazione con gli Uffici Scolastici.
2) Stiamo lavorando a preparare le liste ANIEF per le elezioni dei giorni 3, 4 e 5 marzo 2015
La sentenza piovuta dalla Corte europea ci conforta in questo frangente; e qui si parrà la nobilitate dei nostri supporter.
I dati ufficiali indicano l’impegno settimanale in classe dei nostri docenti superiore alle primaria e alle medie, equivalente alle superiori: poi vanno considerate le tante attività collegiali e a supporto della didattica. A fare meno ore sono i colleghi di Germania e Francia. Eppure alcune nostre associazioni sostengono il contrario
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la vera differenza rispetto all’area Ocse non sta nell’impegno di ore profuse dai docenti per le loro attività lavorative, ma nel fatto che a fine carriera i docenti italiani prendono tra i 6mila e gli 9mila euro in mero rispetto ai colleghi d’oltre confine. I cambiamenti da fare sono ben altri.
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