Eurosofia ed Anief, in convenzione con l’Associazione Nazionale Dipendenze Patologiche, da anni impegnate nella lotta contro il bullismo, organizzano un percorso di formazione riservato al personale docente.
Eurosofia ed Anief, in convenzione con l’Associazione Nazionale Dipendenze Patologiche, da anni impegnate nella lotta contro il bullismo, organizzano un percorso di formazione riservato al personale docente.
Sono dipendenti invisibili, che lavorano nell’oscurità e si prendono responsabilità enormi in cambio di una diaria annuale risibile: hanno cominciato a coprire posti vacanti dinanzi alla possibilità di fare “carriera”. In prevalenza, hanno continuato l’opera, mettendosi a disposizione a settembre e collezionando una serie infinita di incarichi annuali. Nel corso degli anni, il numero dei “facenti funzione” è lievitato, perché nel frattempo solo una minima parte dei Dsga andati in pensione è stata coperta con nuovi Direttori. Così, ci siamo ritrovati, all’inizio di quest’anno scolastico, con la bellezza di 1.400 posti di Dsga privi di titolare. A settembre, con i pensionamenti in arrivo, volontari e d’ufficio, si sfioreranno i 2mila posti vacanti. E in una scuola su tre mancherà pure il dirigente scolastico, con l’istituto affidato alla reggenza.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Sono stati convinti a ricoprire un incarico complesso, senza avere avuto alcuna formazione e senza nemmeno un adeguato supporto da parte degli uffici scolastici periferici. Chiediamo quindi di voltare pagina. Prima di tutto, attraverso la loro stabilizzazione che deve avvenire creando una graduatoria di 24 mesi per Dsga e riattivando quella mobilità verticale che per legge va svolta ogni biennio. In questo modo, si permetterebbe di coprire i posti vacanti da parte di coloro che in questi anni si sono messi a disposizione, mettendoci la faccia, l’impegno e lavorando ben oltre l’orario previsto. Per fare ciò, sia ben chiaro, non serve alcuna prova selettiva. La loro competenza è certificata dagli anni di servizio, dall’operato sul campo. Come Anief, lo abbiamo chiesto da tempo, anche con gli emendamenti all’ultima legge di Stabilità. Tale richiesta potrebbe essere esaudita attraverso l’annunciato concorso nazionale per Dsga, dopo vent’anni di vuoto, che a detta del Miur verrà emanato nelle prossime settimane. Solo che il Miur intende fisare il limite degli ultimi otto anni per la rilevazione del servizio utile all’ammissione, ma la deroga al conseguimento della laurea ha un senso solo se si elimina il paletto degli otto anni, altrimenti è discriminante.
Anief ha di conseguenza predisposto un apposito ricorso al Tar del Lazio, al fine di opporsi al limite temporale per l'accesso al concorso Dsga da parte degli assistenti amministrativi privi di laurea ma con servizio prestato come facente funzione per almeno 3 anni in tutto o in parte maturati oltre gli ultimi 8 anni. Per aderire ai ricorsi, basta cliccare su questo link. Anief, infine, ha presentato formale ricorso contro la ‘temporizzazione’ dei Dsga transitati nel ruolo professionale superiore, da assistente amministrativo o responsabile amministrativo, dopo il 1° settembre dell’anno 2000: a pensarla così è anche la Suprema Corte di Cassazione che si è occupata dell'argomento, da ultimo con la sentenza n. 9144/2016.
Anief chiede il voto di docenti e Ata, precari e di ruolo, forte delle 5mila liste presentate su tutto il territorio nazionale, con 8 mila candidati e 41 mila deleghe già incassate. L’obiettivo del giovane sindacato è raggiungere la rappresentatività, in modo così da rivedere le contrattazioni d’istituto di ogni scuola, ridefinire gli organici per ambito territoriale, e riscrivere il Contratto collettivo nazionale di lavoro per il triennio 2019/21 all'insegna del rispetto del diritto, delle norme europee e costituzionali. L’appello a votare Anief è stato realizzato, nel primo pomeriggio di oggi, direttamente dal presidente nazionale, il professor Marcello Pacifico, protagonista dell’Rsu Day Anief, svoltosi nella sede dell’Università Pegaso di Napoli con la formula della diretta streaming.
“Andare a sederci ai tavoli contrattuali, superando la soglia del 5 per cento – ha detto Pacifico – significa riuscire a sindacare anche su quel contratto che oggi impoverisce la categoria. Significa lottare almeno per ottenere gli aumenti pari all’inflazione, che oggi sovrasta invece lo stipendio di un lavoratore della scuola, ancora una volta privato anche dell’indennità di vacanza contrattuale da noi rivendicata in tribunale. Perché il contratto rimane lo strumento principe per valorizzare il personale, a partire da chi spende la sua vita per formare le generazioni del domani”. Il presidente Anief si è quindi soffermato sulla precarietà, una piaga che l’ultima riforma non ha nemmeno scalfito: “Come è possibile avere ancora 180mila precari nella scuola, con un sistema di reclutamento che fa acqua da tutte le parti, ad iniziare dalla mancata garanzia di assunzione dopo la selezione e formazione? Bisogna riscrivere le regole: se una persona ha frequentato con esito positivo il corso abilitante, questa va assunta. Punto. E lo stesso vale per gli idonei dei concorsi”.
Il giovane sindacato Anief punta il dito sulla questione della mancata progressione di carriera del personale Ata, dall'area A alla B, e dalla B alla D. Ciò avviene malgrado speciali disposizioni legislative impongano l’obbligo primario per l'amministrazione di bandire una procedura selettiva periodica con la conseguente assunzione degli idonei collocati nelle graduatorie. Nella fattispecie, il bando concorsuale del novembre 2009 prevedeva un obbligo biennale di attivazione di concorsi riservati, affinché l'amministrazione effettuasse nuovi concorsi riservati. Tuttavia, soltanto un certo numero è stato formato e quindi immesso in ruolo come da contingente ministeriale, mentre il resto è rimasto inserito in una graduatoria, dopo che dagli uffici scolastici periferici è stato definito personale idoneo. E lì giace, è proprio il caso di dire. Nel frattempo, su questa materia si è aperto un contenzioso che dà ragione alla tesi del sindacato. A questo punto, è chiaro che deve essere bandito un nuovo concorso. Il quale, ai sensi della legge 124/1999, nel contingente del personale Ata che sarà immesso in ruolo dovrà prevedere l’assegnazione del 60% ai precari e nel caso dei collaboratori scolastici a tempo indeterminato il 40%.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): In questo modo verrebbe superato il problema dell'approvazione economica da parte del Ministero dell’Economia. E si risparmierebbe anche, in attuazione del principio di economicità come previsto dalla legge 241/1990.
Ricordiamo che l’Anief ha promosso ricorsi ad hoc per la tutela dei lavoratori precari cui è ancora possibile aderire per ottenere il giusto riconoscimento della propria professionalità.
L’iniziativa, quindi, è stata organizzata per dire basta al silenzio che circonda la professione di dirigenti scolastici, pagati come impiegati, con impegni da super manager, ma gravati di responsabilità pressanti. Sarà una forma di protesta civile ma significativa e ‘rumorosa’. I capi d’istituto vogliono far comprendere alle istituzioni e all’opinione pubblica che oggi le scuole e chi ne è a capo non sono minimamente tutelati: l’apice della contestazione culminerà domattina, quando una delegazione salirà al Miur per illustrare il malessere divenuto ormai insostenibile. Tra i problemi più sentiti c’è quello del vulnus stipendiale, contro il quale Udir ha attivato specifici ricorsi al TAR e al giudice del lavoro. Poi c’è la questione irrisolta, una priorità assoluta, della mancata sicurezza degli istituti scolastici, problematica per la quale proprio i dirigenti rispondono in prima persona, pure a livello penale, pur avendo un margine di azione vicino allo zero.
Marcello Pacifico (presidente Udir): I nostri dirigenti scolastici non vengono rispettati. Abbiamo già denunciato come, nonostante i 96 milioni stanziati dalla Legge di Bilancio a regime, chi svolge la professione in alcune regioni si ritroverà presto a guadagnare meno di quello che percepisce oggi. Per opporsi a questa assurdità abbiamo predisposto un ricorso gratuito al giudice del lavoro, per il recupero del Fondo Unico Nazionale, contro il taglio della retribuzione di posizione e di risultato dal 2011 al 2015, ma anche per il recupero erariale imputabile agli effetti dei Contratti integrativi regionali. Sulle responsabilità enormi che la scuola autonoma ha conferito ai nostri dirigenti vale la pena ricordare che lo Stato non ha più alcuna intenzione di fare sconti. Tanto è vero che non ammette più ritardi nel predisporre determinati documenti. Come il “Certificato di prevenzione incendi” aggiornato e la “Segnalazione certificata d’inizio attività” che diventano elementi imprescindibili nel condurre una scuola. Si chiede, in pratica, la massima efficienza, senza però garantire un corrispettivo equo per attuarla.
Ci sono almeno dieci validi motivi per impugnare alla suprema Corte la sentenza n. 11 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato dello scorso 20 dicembre, che ha estromesso dalle GaE docenti precari con diploma magistrale. Le motivazioni toccano più punti: dall’eccesso di potere giurisdizionale al difetto assoluto di giurisdizione, fino alla violazione della Costituzione e della Cedu. Quattordici sono i legali patrocinanti. Tra questi, gli avvocati Zampieri, Galleano, De Michele, Miceli hanno agito per Anief. Nei giorni scorsi peraltro Anief ha già notificato il ricorso a Strasburgo, ha depositato il reclamo collettivo al Consiglio d’Europa e ha fornito un parere motivato firmato dall’ex presidente della Cassazione Michele De Luca per le docenti immessi in ruolo con riserva che hanno superato l’anno di prova.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): Questa nuova azione legale permetterà di chiedere la sospensione dei processi e il congelamento delle posizioni delle maestre e di maestri che insegnano nelle nostre scuole, in attesa di una risposta della politica sulla richiesta della riapertura delle GaE: è una richiesta per noi fondamentale, i cui esiti interessano anche tutto il resto del personale regolarmente abilitato all’insegnamento che continua ad essere lasciato senza ragione fuori dalle supplenze annuali e delle stabilizzazioni.
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