L’indizione della prima procedura è prevista entro la fine del 2017: sono molti i docenti già a tempo indeterminato interessati al conseguimento dell’abilitazione per altra classe di concorso, quindi a partecipare alla procedura riservata in modo da consentire la loro crescita professionale. Ancora di più perché la loro partecipazione è prevista dal decreto legislativo n. 59/2017, che regola il nuovo reclutamento post Buona Scuola. L’esclusione sta creando dissensi tra i tanti docenti a tempo indeterminato che già da parecchi anni si trovano nell’impossibilità di poter conseguire un’altra abilitazione all’insegnamento e rimangono così “bloccati” sul loro insegnamento pur potendo accedere ad altri. Intanto dal Miur qualche apertura.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Le rassicurazioni del Miur sull’apertura del concorso al personale di ruolo ci sembrano davvero deboli: perché, visto che queste erano le intenzioni, non è stato normato direttamente? Intanto, non si contano più le sentenze emesse da più tribunali sull’estromissione illegittima del personale già di ruolo da un concorso pubblico, anche all’interno della stessa amministrazione: i giudici sembrano infatti sempre più inclini a bacchettare l’azione discriminante. Ed è per questo motivo che stiamo predisponendo un ricorso, appena il bando dovesse ufficializzare l’estromissione degli insegnanti già di ruolo.
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I docenti di ruolo lamentano già da anni l’impossibilità di poter conseguire un’ulteriore abilitazione che consenta loro un'adeguata progressione professionale o permetta di raggiungere uno sviluppo trasversale delle proprie competenze che potrebbe dare nuovo e maggiore impulso all'attività didattica e formativa svolta quotidianamente. Ciò è senza dubbio penalizzante e lesivo del diritto di ogni lavoratore di poter migliorare il proprio livello professionale attraverso, ad esempio, il passaggio ad altra classe di concorso o ad altro grado di istruzione più congeniale e soddisfacente professionalmente. Si rivela, pertanto, indispensabile, la creazione di un percorso abilitativo dedicato al personale già in servizio a tempo indeterminato.
La possibilità per i docenti di ruolo di poter acquisire un'altra abilitazione è prevista dal Decreto Legislativo n. 59/2017 che, all'art. 4 comma 3, esplicitamente fa riferimento a specifiche “attività formative” loro dedicate.
Sebbene il concetto di “abilitazione” decadrà con la riforma del reclutamento, sarà concessa la possibilità a chi già insegna con contratto a tempo indeterminato di formarsi su ambiti differenti da quello di attuale insegnamento in modo da poter partecipare alle procedure di mobilità professionale verso altre classi di concorso o gradi di istruzione.
Si sottolinea come il D.Lgs. n. 59/2017 sia rivolto solo ai docenti della scuola secondaria di I e II grado e come i prossimi concorsi, che partiranno nel 2018, precludano perentoriamente la partecipazione a tutti i docenti di ruolo.
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La misura è contenuta nella Legge di Bilancio, il cui esame è iniziato oggi al Senato. Nel testo viene modificato l’articolo 64, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, estendendo le disposizioni ivi previste anche ai mesi da gennaio a giugno 2018 dell’anno scolastico 2017/2018 e a tutto l’anno scolastico 2018/2019. La spesa complessiva sarà pari a 192 milioni di euro per il 2018 e 96 milioni di euro per il 2019.
Replica del giovane sindacato: perché questi fondi non sono stati ricondotti agli adeguamenti utili a mettere a norma quel 60% delle scuole oggi attive costruito prima del 1976, anno di entrata in vigore delle norme antisismiche, approvate a seguito del terremoto del Friuli? Eppure, nei giorni scorsi, Legambiente e la stessa associazione Udir hanno ricordato che il 43,8% degli edifici necessita di interventi di manutenzione urgenti ed appena il 12,3% collocato in area sismica risulta progettato o adeguato alle tecniche moderne di costruzione antisismica.
Marcello Pacifico (Udir): Troppi dei 42mila plessi scolastici italiani risultano ancora non adeguati alle norme vigenti sulla sicurezza, privi delle relative certificazioni, e si tratta di mancanze che diventano gravissime laddove quelle scuole sono collocate in aree a rischio sismico. I nostri studenti e il personale tutto che opera nelle scuole meritano di essere accolti in strutture non esposti a rischi, di alcun genere: magari, nemmeno troppo belli, ma sicuramente sicuri.
I temi verranno ripresi nei prossimi seminari sulle Tre R della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni: a Salerno il 10 novembre, Modena e Pisa. Inoltre, sul sito è possibile aggiornarsi sulle nuove tappe del seminario. I dirigenti interessati a partecipare possono chiedere informazioni all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ha preso il via oggi l’ultimo atto di una legislatura che al comparto ha dato una riforma mai “digerita” e risorse col contagocce. Fino all’ultimo momento, visto che nella stessa legge di fine anno si stanno inserendo in itinere nuovi fondi per coprire il miserevole aumento di 85 euro medi da assegnare ai dipendenti pubblici, compresi i lavoratori della scuola che sono i meno pagati della PA. Stanziati 1,65 miliardi aggiuntivi per garantire agli statali gli aumenti medi di 85 euro al mese, in modo da garantire incrementi retributivi del 3,48%. Tali risorse aggiuntive permetteranno anche di alzare le soglie di reddito per ottenere il bonus Irpef da 80 euro in modo da salvaguardare gli 80 euro dei dipendenti pubblici, che con il rinnovo del contratto supererebbero le soglie ad oggi vigente. L’operazione conferma tutti i dubbi posti dall’Anief sull’incompleta copertura degli 85 euro per ogni dipendente pubblico e sulla mancata volontà di portare le buste paga degli statali almeno al livello dell’inflazione che è schizzata in avanti quasi del 15 per cento. I fatti, non gli slogan, stanno ancora una volta dando ragione al giovane sindacato. C’è amarezza poi per la mancata perequazione stipendiale “esterna” dei dirigenti scolastici, come non c’è traccia delle annunciate assunzioni del personale Ata, né del concorso per Dsga, né tantomeno delle immissioni in ruolo a favore dei maestri d’infanzia.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Si conferma l’inadeguatezza delle risorse sinora messe in campo dal Governo. Tra l’altro, considerando che la maggior parte degli ultimi fondi serviranno per evitare la beffa di vedersi togliere gli 80 euro di bonus fiscale del Governo Renzi, per gli effettivi aumenti di tutto il personale rimarrà ben poco. Quindi, il passo compiuto dal Governo rimane davvero piccolo: 1,1 milione di docenti e Ata hanno diritto non ad elemosine.
Anief ricorda che solo presentando ricorso è possibile recuperare il 7% dello stipendio da settembre 2015, come giàconfermato dalla Corte Costituzionale. Tutti i lavoratori interessati possono utilizzare i modelli di diffida per ancorare almeno lo stipendio al 50% della spinta inflattiva, come previsto dall’articolo 36 della Costituzione.
Il TAR del Lazio emana la definitiva sentenza di accoglimento sul ricorso Anief RG n. 7915/2017 e conferma in toto le tesi sostenute dal nostro sindacato sul diritto all'inserimento dei diplomati ITP nella II fascia delle graduatorie d'istituto. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Ora il Miur esegua correttamente gli ordini del tribunale e inserisca tutti i docenti ITP che ne hanno titolo nelle rispettive II fasce delle graduatorie d'istituto prevedendo anche per loro l'accesso alle Graduatorie Regionali degli Abilitati preannunciate dal D.Lgs. 59/2017 con la cosiddetta “fase transitoria”. Già pronte le procedure di preadesione ai ricorsi Anief per la partecipazione di tutti gli ITP al concorso riservato agli abilitati.
I ricorsi, promossi dal sindacato Udir presso i Giudici del Lavoro, stanno dando i loro frutti con il riconoscimento del diritto dei capi d’istituto vincitori degli ultimi due concorsi ordinari ad ottenere la cosiddetta “Perequazione Interna” dello stipendio, ossia il riconoscimento dell’anzianità maturata nella precedente carriera da docente (RIA, Retribuzione Individuale di Anzianità): tutti i DS hanno il diritto a percepire questa “voce” stipendiale invece negata ai vincitori delle ultime procedure selettive che si sono visti negare, ai fini della retribuzione, le esperienze di lavoro svolte nel precedente profilo professionale. I giudici assegnano anche più di 40mila euro di risarcimento a preside. Per tutti questi motivi, Udir rilancia specifici ricorsi al Giudice del Lavoro: se ne parlerà anche nel prossimo convegno di Salerno del 10 novembre.
Marcello Pacifico (Udir): I vincitori dei concorsi ordinari non godono di alcun riconoscimento dell’anzianità pregressa, al contrario di quanto avviene per gli altri dirigenti che hanno visto riconosciuta l’anzianità maturata nella precedente carriera e risultano inquadrati nella medesima quinta area di contrattazione e titolari della retribuzione individuale di anzianità oppure dell’assegno ad personam, ossia di quota parte della retribuzione corrispondente all’anzianità di servizio maturata prima dell’acquisizione della qualifica dirigenziale. È palese la disparità di trattamento giuridico ed economico posta in essere in aperta violazione dell’articolo 3 della Costituzione e dei principi di imparzialità e buon andamento nei pubblici uffici, laddove la medesima categoria professionale appartenente alla stessa Area V MIUR riceve, anche a parità di anzianità di servizio, trattamento economico differenziato.
Stipulato il protocollo di Intesa tra Miur e ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro), per agevolare e perfezionare l’integrazione fra il sistema dell’istruzione e formazione secondaria e il mondo del lavoro, allo scopo di supportare le scuole nella realizzazione dei percorsi di Alternanza scuola-lavoro.
La Ministra Fedeli aveva preannunciato che sarebbero stati individuati mille tutor territoriali nelle scuole secondarie di II per favorire i percorsi di alternanza scuola lavoro.
Queste le aree di intervento definite nel Protocollo:
rafforzamento del sistema di Alternanza scuola-lavoro negli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore, statali e paritari, e costruzione di relazioni stabili con le imprese, attraverso i tutor per l’Alternanza scuola- lavoro messi a disposizione delle scuole nell’ambito del l’intervento specificato in premessa; accompagnamento dell’Alternanza scuola-lavoro attraverso la qualificazione delle fasi di progettazione, gestione e monitoraggio dei percorsi; assistenza ai tutor scolastici e aziendali impegnati nella realizzazione dei percorsi di Alternanza scuola-lavoro.
Sarà l’ANPAL a fornire i tutor alle Scuole.
Il Protocollo d’intesa prevede la creazione di un Comitato paritetico, che avrà il compito di monitorare la realizzazione degli interventi e proporre gli opportuni adeguamenti volti ad ottimizzare i risultati.
Il Comitato è composto da rappresentanti del MIUR, di ANPAL e di ANPAL Servizi.
L’Accordo avrà una durata triennale.
L’alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori è una delle innovazioni più significative della legge 107/2015 (La Buona Scuola) in linea con il principio della scuola aperta. La scuola deve, infatti, diventare la più efficace politica strutturale a favore della crescita e della formazione di nuove competenze, contro la disoccupazione e il disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Per questo, deve aprirsi al territorio, chiedendo alla società di rendere tutti gli studenti protagonisti consapevoli delle scelte per il proprio futuro. Con l’alternanza scuola-lavoro, viene introdotto in maniera universale un metodo didattico e di apprendimento sintonizzato con le esigenze del mondo esterno che chiama in causa anche gli adulti, nel loro ruolo di tutor interni (docenti) e tutor esterni (referenti della realtà ospitante). Il tutor della scuola deve possedere conoscenze e competenze tali da consentire agli studenti di completare con successo l’esperienza all’interno delle aziende.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
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