In Italia sulla Carta del docente è in atto “una vera e propria discriminazione a danno dei docenti precari che non trova giustificazione nelle concrete modalità di svolgimento della prestazione lavorativa”: a scriverlo, una settimana fa, è stato il tribunale del lavoro di Treviso nel condannare l’amministrazione scolastica a risarcire un insegnante non di ruol per avere svolto tre supplenze annuali, tra il 2021 e il 2024, senza vedersi assegnati i 1.500 euro per l’aggiornamento professionale. A fare avere il maltolto al docente, difeso dai legali dell’Anief, è stato adesso il giudice del lavoro, che ha studiato normativa e giurisprudenza arrivando ad una conclusione: i precari, se hanno svolto un numero di giorni sufficienti nell’anno scolastico, hanno pieno diritto alla Carta del docente.
Si è concluso lo spoglio delle votazioni dei lavoratori della scuola per il rinnovo del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione: il giovane sindacato Anief, con 40 mila preferenze, conferma tutto il suo trend di crescita costante, che lo ha portato alla rappresentatività nazionale, dimostrando anche in occasione di voti per la riformulazione del “parlamentino” della scuola italiana. “Rispetto all’ultimo rinnovo, svolto nove anni fa, il nostro sindacato ha compiuto un ulteriore passo avanti raggiungendo a livello nazionale per numero preferenze quasi le preferenze della Gilda degli insegnanti, facendo registrare alla fine appena 2 mila voti di scarto”, commenta con moderata soddisfazione Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
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