ROMA, 6 OTT - "Tagli alla Scuola per 150 milioni, mentre servirebbero almeno 4 miliardi solo per salvaguardare gli attuali stipendi dal prossimo anno in discesa dello 0,4%": lo sottolinea Marcello Pacifico dell'Anief, secondo il quale "la mancata promessa è così evidente che ora anche gli altri sindacati, dopo avere apposto la firma per disdire il rinnovo automatico del Ccnl firmato lo scorso aprile, concordano con Anief sulla necessità di reperire le risorse per ottemperare a quell'errore di considerare gli aumenti del 2018 perequativi, solo un bonus a termine, piuttosto che strutturali nelle buste paga di 1,3 milioni di docenti e Ata". (ANSA).
La mancata promessa è così evidente che ora anche gli altri sindacati, dopo avere apposto la firma per disdire il rinnovo automatico del CCNL firmato lo scorso aprile, concordano con Anief sulla necessità di reperire le risorse per ottemperare a quell'errore di considerare gli aumenti del 2018 perequativi solo un bonus a termine, piuttosto che strutturali nelle buste paga di 1,3 milioni di docenti e Ata. Inoltra, nella manovra permane il rebus sull'identità di vacanza contrattuale che per legge dovrebbe garantire aumenti di 105 euro in media mensili se si considera il 50% del tasso IPCA all'1,4 previsto per il 2019 dal Governo: una manovra che da sola esige lo stanziamento di altri quasi 2 miliardi. Secondo Marcello Pacifico con questa legge di stabilità si sta riuscendo nella non facile impresa di fare peggio dell’ultima: qualora i tagli venissero confermati, il nostro sindacato si dichiara già ora pronto a ricorrere al tribunale.
ROMA, 5 OTT - "Con la circolare 3050, il Miur introduce ad una nuova Maturità per il 2019: ci saranno due prove scritte invece di tre, più un esame orale finale più articolato. Cambiano però anche le tracce della prima prova, di italiano, e le Indicazioni per l'elaborazione delle griglie di correzione delle due prove scritte. Viene anche data più attenzione al percorso svolto dai ragazzi nell'ultimo triennio, con un punteggio maggiore assegnato al credito scolastico. Le prove Invalsi e l'alternanza scuola-lavoro non saranno più elementi imprescindibili". A sottolinearlo è il sindacato Anief, secondo il quale "questa è una decisione saggia, tuttavia si riducono le prove e i punteggi derivanti degli esiti diretti dell'esame stesso, e questo non va bene". "Non vorremmo - dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - che si trattasse di un passaggio che porta alla cancellazione del valore legale del titolo di studio". (ANSA).
Con la Circolare 3050, il Miur introduce ad una nuova Maturità per il 2019: ci saranno due prove scritte invece di tre, più un esame orale finale più articolato. Cambiano però anche le tracce della prima prova, di italiano, e le Indicazioni per l’elaborazione delle griglie di correzione delle due prove scritte. Viene anche data più attenzione al percorso svolto dai ragazzi nell’ultimo triennio, con un punteggio maggiore assegnato al credito scolastico. Le prove Invalsi e l’alternanza scuola-lavoro non saranno più elementi imprescindibili. Secondo Anief, questa è una decisione saggia, tuttavia si riducono le prove e i punteggi derivanti degli esiti diretti dell’esame stesso e questo non va bene. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal: “Non vorremmo che si trattasse di un passaggio che porta alla cancellazione del valore legale del titolo di studio”.
Il prossimo 31 dicembre, tra poco più di due mesi, scadrà il periodo di vigenza del contratto: se non arrivano finanziamenti con la manovra di fine anno, di cui sinora non c’è traccia tramite il Documento di economia e finanza, oltre la metà dei docenti e del personale Ata non solo non avrà aumenti stipendiali ma addirittura si ritroverà con una busta paga di alcune decine di euro in meno. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, piove sul bagnato: il contratto sottoscritto il 20 aprile scorso non solo è illegittimo e lesivo della Costituzione, ma anche a termine. Siamo pronti a ribellarci nelle opportune sedi.
Il precariato nel mondo della scuola è una delle problematiche più dibattute e controverse degli ultimi anni. La Buona Scuola ha causato una situazione di totale impasse che vede tantissimi posti disponibili, molti contenziosi che non trovano ancora un esito, ma soprattutto un immenso potenziale di risorse umane totalmente inutilizzato. Per coloro che desiderano intraprendere la missione di docente ed educatore, la strada è sempre lastricata di sacrifici e di incertezze. A breve si susseguiranno dei concorsi che potrebbero parzialmente rinnovare l’istituzione scolastica. Abbiamo selezionato per voi formatori qualificati ed esperti che stanno strutturando i corsi e creando le linee guida idonee per affrontare con sicurezza le prove dei differenti concorsi. Eurosofia, per agevolare i precari III e II fascia nell’acquisizione di punteggio e migliorare la vostra posizione, nonché aumentare le chances di essere convocati, vi offre le seguenti promozioni:
ROMA, 4 OTT - Domani si celebra la Giornata Mondiale dell'Insegnante, istituita dall'Unesco con la firma della Raccomandazione del 1966 sullo status di insegnante, che definì diritti e doveri di chi insegna e la necessità di una formazione permanente della categoria. "Ma in Italia si continua ad entrare di ruolo dopo i 40 anni e ci si ritrova con moltissimi docenti ultrasessantenni, anche a causa delle riforme pensionistiche che non prevedono anticipi per una professione ad alto rischio burnout. Come se non bastasse, anche dopo la Buona Scuola di Renzi che doveva abbattere la supplentite, i contratti annuali sono cresciuti di 35 mila unità. Poi ci sono gli stipendi ridotti all'osso, le difficoltà a trasferirsi e l'operare in classi sempre più spesso 'pollaio'", fa notare il sindacato Anief. Per il presidente Anief Marcello Pacifico, insomma, "quella che una volta veniva considerata la professione più bella del mondo oggi non prevede più alcuna stabilità economica e professionale". Gli insegnanti, in Italia sono 822.723, hanno 54 anni di media, l'82% è donna, il 13,5% è precario. (ANSA).
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