Si allunga la lista dei docenti precari danneggiati dal sistema informatizzato di assegnazione delle supplenze, il cosiddetto “algoritmo”, dopo essere stati costretti a scegliere le scuole al “buio” e senza conoscerne le disponibilità: per tanti candidati, anche con punteggi elevati, non si è trovata coincidenza tra le preferenze espresse e le disponibilità presenti al turno di nomina. Costoro sono stati considerati rinunciatari, perdendo il diritto alla nomina da GPS ed ora costretti a sperare nell’ultima “spiaggia”, la chiamata da graduatorie di istituto. A Milano, dove si contano centinaia di danneggiati da questa procedura, la scorsa settimana una ventina di loro ha perso la pazienza e deciso di occupare l’Ufficio scolastico. Una docente racconta alla stampa specializzata che ha “impiegato una settimana a compilare la domanda mettendo tutte o quasi le scelte possibili. Su consiglio di molti – scrive - ho messo solo quelle scelte che realmente ritenevo gestibili in base alla mia vita ed ho escluso lo spezzone serale, poche ore e di sera sicuramente non il massimo”. Solo che adesso “per l’algoritmo risulto rinunciataria e ora che i posti ci sono quelli che avevo messo come prima scelta li vedo assegnare a persone ripeto con punteggio largamente inferiore e posso solo dire: “Evviva la scuola del merito!”.
Chi pensa di escludere gli insegnanti precari dalla Carta del docente per l’aggiornamento va contro la Costituzione. A ribadirlo è stato il Tribunale di Parma, che dopo quelli di Roma, Padova e Venezia, solo per citare alcuni degli ultimi, ha accolto il ricorso di un insegnante e condannato il ministero dell’Istruzione e del Merito a corrispondere per intero quanto non assegnato dal 2017 ad oggi: in tutto, al docente l’amministrazione dovrà presto fare avere 2.500.
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