Si è parlato tanto di precariato nell’incontro sull’inizio dell’anno scolastico, tenuto ieri sera, tra le organizzazioni sindacali e il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: in particolare, si è convenuti sulla necessità di avere maggiore continuità didattica, a partire da quella dei docenti di sostegno che a detta dell’amministrazione cambierebbero cattedra con eccessiva frequenza. Per dare una risposta al problema, il Ministro ha già annunciato di voler intervenire sul regolamento per le supplenze per poter permettere, dal prossimo anno, la possibilità di poter confermare sullo stesso posto i supplenti di sostegno, su richiesta delle famiglie, per l’intero ciclo scolastico dello studente con disabilità. Secondo Anief, però, se si vuole davvero raggiungere l’obiettivo non è questa la strada.
Dopo i Tribunali di Roma, Padova e Venezia è ancora un giudice di Padova a sostenere che la Carta del docente d 500 euro annui per l’aggiornamento professionale va assegnata pure ai precari. A beneficiarne, stavolta, sono stati due insegnanti precari, oggi sempre in servizio, uno dei quali nel frattempo immesso in ruolo, che avevano svolto rispettivamente 5 e 4 anni di supplenze (anche fino al 30 giugno dell’anno successivo): il Tribunale ha quindi assegnato loro 2.500 e 2.000 euro. Inoltre, per avere accesso alla card annuale, il giudice ha anche stabilito che “la soglia minima per l’effettiva comparabilità tra docenti a termine e docenti di ruolo può essere individuata, seppur con una qualche approssimazione, dalla durata di almeno 5 mesi (150 giorni) di prestazione lavorativa nell’anno scolastico oggetto della domanda, pari all’entità minima della prestazione di un docente di ruolo part time ai sensi dell’art. 39 comma 4 CCNL e dell’art. 4.1 OM 55/1998 (cioè il 50% dell’orario di docenza dell’insegnante full time) a cui la normativa riconosce il bonus in misura piena”.
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