“Riteniamo che i lavoratori debbano in maniera consapevole, soprattutto volontaria e libera, potere aderire o no al Fondo Espero: ad oggi su un milione e 400 mila tra insegnanti, personale amministrativo ed educatori delle scuole, solo 150 mila hanno aderito: riteniamo che ci sarà una ragione per cui quasi tutti coloro che sono stati assunti hanno detto no. Il silenzio-assenso non è accettabile”. A dirlo, in una videointervista all'agenzia Italpress è stato il presidente Anief Marcello Pacifico nel commentare la situazione legata al fondo di previdenza complementare per i lavoratori della scuola Espero e l’accordo sottoscritto lo scorso 16 novembre tra l’ARAN e i sindacati istitutori del Fondo stesso, a eccezione proprio di Anief, che hanno firmato per introdurre l’iscrizione automatica al Fondo del personale docente, Ata ed educativo assunto dal 1° settembre 2019.
La Carta del docente va assegnata ai precari che hanno svolto 5-6 mesi di supplenza anche per un solo anno scolastico: poiché il ricorso con Anief è gratuito, vale la pena comunque chiedere e ottenere i 500 euro che l’amministrazione ha tenuto per sé in modo illegittimo. Così ha fatto un’insegnante presentando ricorso al Tribunale di Trieste, Sezione Civile Controversie del Lavoro: nell’anno scolastico 2021/22, la docente aveva lavorato come supplente, per capire se è stato giusto auto-finanziarsi l’aggiornamento. Il giudice ha ravvisato che se è vero che c’è obbligo per il docente di formarsi è altrettanto vero che l’amministrazione scolastica sbaglia a creare delle differenze di trattamento tra il personale di ruolo e precario.
La Corte di Giustizia europea conferma l'illegittimità della legge italiana che continua a discriminare i precari immessi in ruolo non riconoscendo per intero da subito il servizio da precari svolti oltre i quattro anni e inferiore a 180 giorni: oggi, 30 novembre, è arrivata una nuova sentenza della Corte UE sulla causa C-270/22, a distanza di cinque anni dalla sentenza Motter (C-466/17), ma anche di quattro anni da quella della Cassazione n. 31149/2019 ottenute dai legali Anief e dopo l'intervento ultimo del legislatore di adeguamento alla normativa europea per i neo-assunti dal 1 settembre con la legge 10 agosto 2023 n. 103. Per questo Anief rinnova l'invito a ricorrere presso i tribunali del lavoro per ottenere il giusto risarcimento rispetto alla giurisprudenza euro-unitaria. Per adesioni vai al link.
L'educazione affettiva è fondamentale. Veniamo da una settimana di manifestazioni contro la violenza sulle donne. È importante iniziare da primi anni di età. Il problema è che per fare questo c'è bisogno di una materia che si chiama educazione civica, che è trasversale e che dovrebbe invece diventare di nuovo una materia con la sua dignità". A dirlo all'ANSA è il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico. "Vent'anni fa esisteva nelle nostre scuole. Oggi è ad appannaggio di un insegnamento per 33 ore durante l'anno che devono fare tutti i docenti. È veramente poco - sottolinea - In più, oltre all'affettività, c'è il problema dell'educazione alla salute, alla sicurezza, dell'educazione sui luoghi di lavoro e anche degli alunni che fanno l'apprendistato e l'ex percorso che si chiamava 'alternanza scuola lavoro'. È un problema legato all'insegnamento dei diritti europei, non solo della nostra costituzione". Per Pacifico, "abbiamo bisogno di mettere delle ore aggiuntive e di riconoscere l'educazione civica e la dignità della materia.
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