In Italia sulla Carta del docente è in atto “una vera e propria discriminazione a danno dei docenti precari che non trova giustificazione nelle concrete modalità di svolgimento della prestazione lavorativa”: a scriverlo, una settimana fa, è stato il tribunale del lavoro di Treviso nel condannare l’amministrazione scolastica a risarcire un insegnante non di ruol per avere svolto tre supplenze annuali, tra il 2021 e il 2024, senza vedersi assegnati i 1.500 euro per l’aggiornamento professionale. A fare avere il maltolto al docente, difeso dai legali dell’Anief, è stato adesso il giudice del lavoro, che ha studiato normativa e giurisprudenza arrivando ad una conclusione: i precari, se hanno svolto un numero di giorni sufficienti nell’anno scolastico, hanno pieno diritto alla Carta del docente.
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