I concorsi docenti collegati al Pnrr procedono a rilento: ad oggi, un terzo delle commissioni ancora si deve costituire e nella scuola secondaria manca all’appello un commissario su quattro per “colpa” delle rinunce. Secondo uno studio di Tuttoscuola, sono ben 167 le sostituzioni di componenti delle commissioni già costituite che ne rallentano l’avvio. “A tutto il 30 aprile 2024 – scrive la rivista online - la situazione delle commissioni/sottocommissioni completamente costituite, sinteticamente riportata di seguito, registra complessivamente 322 procedure concluse e 145 da concludere su un totale di 467”, di cui 47 per il concorso di scuola primaria e dell’infanzia, e 420 per il concorso docenti 2024 della secondaria di I e II grado. Quindi, “sostanzialmente poco meno di un terzo delle procedure è tuttora da definire o completare”. Quella che doveva essere una procedura concorsuale “lampo”, si sta in diversi casi rivelando lenta e macchinosa.
Approvato il decreto legge Politiche di Coesione, si aspetta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e poi l'atto ministeriale per autorizzare le scuole ad assumere oltre 6 mila collaboratori scolastici, in organico aggiuntivo PNRR e Agenda SUD, i cui contratti erano scaduti lo scorso al 15 aprile: si tratta di una procedura – collocata nel decreto legge "Politiche di Coesione" nell’ambito del programma nazionale “Scuola e competenze” 2021-2027 che ha prodotto risorse per la scuola pari a 468 milioni - che il sindacato Anief ha chiesto di attuare da settimane, già durante l'esame del decreto legge PNRR quando in Senato diversi emendamenti della maggioranza e dell'opposizione erano stati presentati, poi ritirati o bocciati.
C’è soddisfazione nel sindacato Anief per la proroga di 6.147 collaboratori scolastici, fino al prossimo 14 giugno, arrivata poche ore fa dal Consiglio dei Ministri con il decreto legge Coesione. “Meglio tardi che mai”, commenta ad Orizzonte Scuola, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, perché “ci siamo battuti dal principio per avere un personale aggiuntivo. Le scuole ne hanno necessità”. Durante l’intervista alla rivista online, il sindacalista ricorda che “in un primo momento questo personale è stato concesso per l’emergenza Covid dall’allora ministro Azzolina, poi è stato negato perché ritenuto inutile per la fine dell’emergenza sanitaria. Con il ministro Valditara si è riusciti a far capire che, per portare avanti i progetti PNRR, che era necessario dotare le scuole di personale amministrativo che potesse supportare il lavoro e raggiungere gli obiettivi”.
“Il 1° maggio dovrebbe essere una ricorrenza, una festa, invece è una giornata amara per chi cerca o trova un lavoro a scuola: spesso precario, sfruttato e poi di ruolo sottopagato e in servizio lontano da casa”: lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel giorno della Festa dei lavoratori italiani. “Come sindacato autonomo – dice il presidente Anief - chiediamo segnali forti nel prossimo Atto di indirizzo per il rinnovo del Contratto di Istruzione, Università e Ricerca, ma anche una riforma normativa per adeguare la legislazione italiana a quella europea sui contratti a termine e sull'organizzazione dell'orario di lavoro”.
Appena terminata la riunione sulle procedure di semplificazione avviate dal MIM, facendo seguito alla direttiva ministeriale dell’aprile 2022. Presenti per Anief le segreterie generali Chiara Cozzetto e Daniela Rosano, il responsabile nazionale del dipartimento Condir Alberico Sorrentino e la referente nazionale Consulta ATA per Anief Cristina Dal Pino.
“Il lavoratore a tempo determinato può ritenersi effettivamente comparabile al docente di ruolo destinatario per legge della carta docente qualora sia stato assunto a termine nell’anno scolastico a cui si riferisce il beneficio richiesto”: a scriverlo è il Tribunale di Padova, sezione Lavoro, che ha quindi assegnato 2.500 euro ad una insegnante che ha presentato ricorso con Anief dopo avere lavorato come supplente tra il 2018 e il 2023 senza vedersi assegnato un euro per la sua formazione tramite la Carta del docente. “Conformemente all'articolo 1, comma 121, della legge n. 107/2015 – si legge nella sentenza - , tale indennità è versata al fine di sostenere la formazione continua dei docenti, la quale è obbligatoria tanto per il personale a tempo indeterminato quanto per quello impiegato a tempo determinato presso il Ministero, e di valorizzarne le competenze professionali”.
“Cento euro in più in busta paga con un mese di ritardo, non più a dicembre con la tredicesima bensì a gennaio 2025, solo a chi ha un reddito annuale fino a 28 mila euro, un coniuge e almeno un figlio a carico? È una misura rivolta ad una platea lavoratrice limitata e nemmeno strutturale, dunque il ‘contentino’ che non ha nulla a che vedere con la svolta che serve sugli stipendi dei dipendenti, a iniziare dai lavoratori della scuola che nell’amministrazione pubblica, con appena 24mila euro medi annui, percepiscono meno di tutti addirittura oltre 20mila in meno a quelli in seno alle forze armate”. Così Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commenta le anticipazioni che, nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale, la premier Giorgia Meloni ha fornito ai sindacati in queste ore come risposta del Governo all’inflazione che sta sempre più divorando i compensi dei lavoratori pubblici.
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