Sugli aumenti di fine anno da dare a docenti e Ata si sta realizzando una doppia penalizzazione: la somma è inadeguata e per i precari non è prevista. A ricordarlo è il sindacato Anief che, non a caso, ha preparato due ricorsi per recuperare le somme negate. “Da una parte siamo compiaciuti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - perchè il governo ha finalmente sbloccato un assegno che varia da 1.000 a 2.000 euro lordi per il personale della scuola e anche per il personale dirigente, così come previsto dal decreto 145 del 18 ottobre 2023, che dà attuazione della Legge 234 del 30 dicembre 2021 la quale indica l’assegnazione, in assenza di contratto, del 50% del tasso d'inflazione programmata: si tratta dell’indennità vacanza contrattuale per tutto il 2024, che verrà assegnato ai dipendenti statali in assenza del contratto”. Poi va “ricordato che il debito che ogni lavoratore pubblico ha verso lo Stato è diventato di oltre 4mila euro di arretrati”.
“Riteniamo che i lavoratori debbano in maniera consapevole, soprattutto volontaria e libera, potere aderire o no al Fondo Espero: ad oggi su un milione e 400 mila tra insegnanti, personale amministrativo ed educatori delle scuole, solo 150 mila hanno aderito: riteniamo che ci sarà una ragione per cui quasi tutti coloro che sono stati assunti hanno detto no. Il silenzio-assenso non è accettabile”. A dirlo, in una videointervista all'agenzia Italpress è stato il presidente Anief Marcello Pacifico nel commentare la situazione legata al fondo di previdenza complementare per i lavoratori della scuola Espero e l’accordo sottoscritto lo scorso 16 novembre tra l’ARAN e i sindacati istitutori del Fondo stesso, a eccezione proprio di Anief, che hanno firmato per introdurre l’iscrizione automatica al Fondo del personale docente, Ata ed educativo assunto dal 1° settembre 2019.
La Carta del docente va assegnata ai precari che hanno svolto 5-6 mesi di supplenza anche per un solo anno scolastico: poiché il ricorso con Anief è gratuito, vale la pena comunque chiedere e ottenere i 500 euro che l’amministrazione ha tenuto per sé in modo illegittimo. Così ha fatto un’insegnante presentando ricorso al Tribunale di Trieste, Sezione Civile Controversie del Lavoro: nell’anno scolastico 2021/22, la docente aveva lavorato come supplente, per capire se è stato giusto auto-finanziarsi l’aggiornamento. Il giudice ha ravvisato che se è vero che c’è obbligo per il docente di formarsi è altrettanto vero che l’amministrazione scolastica sbaglia a creare delle differenze di trattamento tra il personale di ruolo e precario.
La Corte di Giustizia europea conferma l'illegittimità della legge italiana che continua a discriminare i precari immessi in ruolo non riconoscendo per intero da subito il servizio da precari svolti oltre i quattro anni e inferiore a 180 giorni: oggi, 30 novembre, è arrivata una nuova sentenza della Corte UE sulla causa C-270/22, a distanza di cinque anni dalla sentenza Motter (C-466/17), ma anche di quattro anni da quella della Cassazione n. 31149/2019 ottenute dai legali Anief e dopo l'intervento ultimo del legislatore di adeguamento alla normativa europea per i neo-assunti dal 1 settembre con la legge 10 agosto 2023 n. 103. Per questo Anief rinnova l'invito a ricorrere presso i tribunali del lavoro per ottenere il giusto risarcimento rispetto alla giurisprudenza euro-unitaria. Per adesioni vai al link.
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