Gli insegnanti precari non sono di serie B: anche a loro spetta la Carta del docente. Lo ha confermato il giudice del lavoro del Tribunale di Venezia che ha in questo modo risposto positivamente al ricorso presentato, attraverso gli avvocati dell’Anief, da un insegnante assunto a tempo determinato con contratti annuali al 30/6 o al 31/8 negli anni scolastici 2019/2020, 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023. Nella sentenza, pubblicata la scorsa settimana, il giudice ha ricordato “la previsione che limita la platea dei destinatari ai soli assunti a tempo indeterminato è stata recentemente ritenuta contraria ai precetti costituzionali dal Consiglio di Stato (v. sentenza 1842/2022), venendo a creare un’ingiustificata discriminazione tra i docenti di ruolo, la cui formazione è obbligatoria, permanente e strutturale, e i docenti non di ruolo, per i quali non vi sarebbe alcun sostegno economico alla formazione”. Sempre il giudice del tribunale Veneto ha ricordato che per il Consiglio di Stato ““Un tale sistema collide con i precetti costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 Cost., sia per la discriminazione che introduce a danno dei docenti non di ruolo (resa palese dalla mancata erogazione di uno strumento che possa supportare le attività volte alla loro formazione e dargli pari chances rispetto agli altri docenti di aggiornare la loro preparazione), sia, ancor di più, per la lesione del principio di buon andamento della P.A.”.
Grazie ai finanziamenti del Pnrr alle scuole sono arrivati centinaia di migliaia di euro, però mancano le risorse umane per gestirli così quelle in servizio sono costrette a svolgere compiti ben oltre quelli di competenza. Accade, così, che in una scuola primaria a Piacenza è in corso un atto di dedizione e impegno senza precedenti: venti maestre hanno impugnato rulli e pennelli per ritinteggiare diverse aule, rispondendo all’esigenza di spazi rinnovati per accogliere la nuova tecnologia finanziata proprio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Si è presentata una scelta – scrive oggi Orizzonte Scuola nel commentare il servizio video sull’iniziative delle maestre - : investire nei mobili e nelle tecnologie, oppure nei lavori edilizi. A causa delle limitazioni del bilancio scolastico, la decisione è ricaduta sulla prima opzione. La mancanza di fondi interni per le ristrutturazioni ha così lasciato la scuola in una posizione difficile. Ma, contraddicendo l’assunto che la scarsità di risorse limita l’innovazione, le maestre si sono armate di spirito imprenditoriale e hanno preso l’iniziativa nelle proprie mani”.
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