Domani si celebra la Giornata mondiale degli insegnanti. In Italia i docenti sono quasi 900 mila, l’81% sono donne e oltre il 20% supplenti: secondo i dati aggiornati solo pochi giorni fa dal ministero dell’Istruzione e del Merito, sono 684.592 che insegnano le discipline su posti comuni più 194.481 di sostegno agli alunni disabili, dato quest’ultimo che nelle prossime settimane dovrebbe aumentare di ulteriori 10-15 mila posti. “Il problema – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che non possiamo avere 220 mila precari che continuano ad essere privati di molti diritti basilari. Essere supplente a scuola significa oggi ancora ritrovarsi, rispetto a chi è stato immesso in ruolo, discriminati a livello giuridico ed economico, con meno ferie e permessi, zero aumenti stipendiali, salario accessorio, penalizzazioni su ricostruzione di carriera e formazione”.
Servono 150 giorni per anno scolastico per accedere alla Carta del docente per l’aggiornamento professionale: lo ha ribadito il Tribunale di Vicenza accogliendo il ricorso di un docente che tramite i legali Anief ha chiesto i motivi della mancata assegnazione della card annuale da 500 euro durante le quattro supplenze svolte tra il 2019 e il 2023. Il giudice gli ha assegnato i 2.000 euro inizialmente sottratti dallo Stato. Nella sentenza, il giudice del lavoro ha spiegato che “risulta provato, infatti, che parte ricorrente ha lavorato in qualità di docente a tempo determinato alle dipendenze del Ministero convenuto durante gli anni scolastici indicati in ricorso, per un periodo superiore a 150 giorni per ciascuna delle predette annualità (docc. 1 parte ricorrente), periodo oltre il quale, alla luce dei princìpi e criteri indicati nelle sentenze sopra richiamate, la prestazione del docente precario si caratterizza per una certa stabilità e professionalità, divenendo discriminatorio, e quindi illegittimo, il differente trattamento rispetto al docente di ruolo, con riferimento al mancato riconoscimento del beneficio in questione”.
Per la scuola è “un momento importante” perché stanno per partire i concorsi per docenti e la formazione degli insegnanti: solo che questo avviene “con costi esosi” per i partecipanti: “più di 3.000 euro il costo per accedere ai corsi, più 100 euro la pratica per poter accedere alle prove”. La denuncia è del presidente Anief Marcello Pacifico.
Risultano impraticabili le misure urgenti per il contrasto al disagio giovanile previste nel decreto legge Caivano, pubblicato il 15 settembre in Gazzetta Ufficiale, ora all’esame del Senato e da convertire entro metà novembre, almeno nella parte in cui introduce il reato per i casi di elusione dell’adempimento dell’obbligo scolastico: lo scrive oggi Tuttoscuola, che punta il dito sull’art. 12 del DL sostenendo che “è sufficiente leggere i primi commi di quell’articolo per capirne tutta l’impraticabilità attuale in qualsiasi città o Comune italiano che non sia una piccolissima realtà territoriale costituita da pochi abitanti”.
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