Il CdS ha chiesto al Miur di effettuare solo due modifiche legate alla prova orale e concernenti le competenze informatiche. Non si comprende perché, invece, non vengano considerate valide le supplenze per il raggiungimento dei cinque anni di servizio minimi: escludendo, così, ancora una volta dalle prove concorsuali tutti i docenti non di ruolo ma già abilitati all’insegnamento e con un congruo servizio alle spalle.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): eppure con la sentenza 5011/2014 del Tar del Lazio, i giudici amministrativi hanno confermato che per partecipare al concorso per dirigenti non può essere considerato titolo imprescindibile la già avvenuta immissione in ruolo. Ciò significa che non è necessario essere assunti a tempo indeterminato, ma per svolgere le prove selettive bisogna solo dimostrare di essere in possesso del titolo di studio e aver insegnato almeno 5 anni, ovviamente non continuativi. Seguendo, per estensione, quanto statuito l’8 settembre 2011 dalla Corte di Giustizia europea sul procedimento C-177/10. Non si comprende proprio questo ostracismo: ancor di più perché occorrono, mai come oggi, tanti bravi dirigenti che non possono essere esclusi a priori per un cavillo, visto che vi sono circa 1.400 reggenze e che gli ultimi 200 idonei della selezione del 2011 sono stati assunti all’inizio di quest’anno scolastico. È ovvio che qualora non sia accolta la nostra richiesta, scatterà il ricorso in tribunale.
La trasformazione dei posti da anni effettivamente vacanti e disponibili e senza titolare ma, sino ad oggi, furbescamente assegnati solo fino al 30 giugno per risparmiare i pagamenti di luglio e agosto doveva avvenire attraverso la prossima Legge di Stabilità: lo spostamento avrebbe agevolato pure il personale di ruolo, intenzionato a chiedere trasferimento la prossima primavera. Non è arrivato, però, il via libera dal Ministero dell’Economia che considera troppo oneroso l’impegno per le casse dello Stato: si è avviato, così, uno sterile ‘braccio di ferro’ con Viale Trastevere.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): tra meno di un anno non cambierà nulla: i pochi posti che il Ministero dell’Istruzione riuscirà a strappare saranno, infatti, una miseria rispetto alla realtà di cattedre oggi assegnate fino al 30 giugno. Basti pensare a quelle per il sostegno che sono circa 38mila. Subentrerebbe, poi, un altro problema: i destinatari di quei posti. Ad oggi vi sono tante graduatorie provinciali prive di candidati, sia nelle GaE che in quelle di merito, derivanti dai concorsi pubblici anche per via dell’alto numero di non ammessi in via preliminare e i bocciati, tra i partecipanti, in occasione del Concorso a cattedre. Anziché aprire, come ci chiede l’Ue, le porte ad altri docenti abilitati, ancor di più perché formati con le stesse modalità dei colleghi oggi di ruolo, si lasciano questi ultimi a stagnare nelle graduatorie d’istituto. E laddove scarseggiano gli abilitati, come per il sostegno ma anche per le discipline, si continua a traccheggiare rimandando a chissà quando l’avvio del terzo ciclo TFA. La stagione dei ricorsi rimarrà, così, aperta 12 mesi l’anno.
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Tuttavia, in estate il sottosegretario Gabriele Toccafondi, in risposta a una interrogazione parlamentare, ha dichiarato che è stata già depositata la documentazione relativa al nuovo tirocinio formativo attivo che metterà a disposizione 16.436 posti, di cui 11.328 comuni (3.270 per le scuole medie e 8.058 per le superiori) e 5.108 sul sostegno (392 alla scuola dell'infanzia, 1.749 alla scuola primaria, 1.932 alla secondaria di primo grado e 1.035 per le superiori). Solo poche settimane fa il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha rassicurato sull’avvio del terzo ciclo TFA, seppur relativo a sole classi di concorso con posti vacanti. Non portare a compimento tale progetto a breve comporterebbe un danno enorme, ad iniziare dai precari non abilitati a cui la riforma ha sbarrato l’ingresso nella terza fascia delle graduatorie d’istituto. Anief, infine, mantiene tutte le sue perplessità sul nuovo reclutamento, ancora attualmente allo studio degli esperti del Governo.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il terzo ciclo Tfa diventa un passaggio imprescindibile: serviranno, infatti, almeno un paio d’anni perché il nuovo sistema entri in vigore. Tanto vale, allora, che lo si faccia subito, ancor di più se tutti i documenti sono stati già depositati. Nel frattempo, vanno tirati già i troppi paletti in materia sinora piantati dal Miur: a cominciare dall’ultimo Concorso docenti, per il quale è necessario superare immediatamente il tetto del 10% degli idonei e consentire lo scorrimento delle graduatorie di merito per il 50% delle immissioni in ruolo; ruoli, peraltro, da garantire subito ai vincitori rimasti senza posto per tante e troppe classi di concorso che attendono con trepidazione un riconoscimento per il loro merito.
Il sindacato dice basta ad una Legge di Bilancio di fine anno che non rilancia l’istruzione pubblica e lascia immutate le ingiustizie introdotte dalla riforma Renzi-Giannini.
La piattaforma rivendicativa sindacale è quanto mai ampia: urge la stabilizzazione dei docenti delle graduatorie d’istituto; l’inserimento nelle GaE del personale abilitato dopo il 2011 e dei diplomati magistrale; un nuovo piano straordinario di assunzioni che stabilizzi coloro che hanno già lavorato, come docenti o Ata, oltre tre anni su posti liberi; consentire ai neolaureati di accedere alla terza fascia delle graduatorie d’istituto e ai concorsi a cattedra; raggiungere la parità di diritti tra personale di ruolo e a tempo determinato, attraverso l’estensione ai precari degli scatti stipendiali e del bonus 500 euro per l’aggiornamento; in tema di permessi e malattia, garantire a tutti le medesime opportunità e modalità di fruizione; aprire ai precari la partecipare al prossimo concorso per dirigenti scolastici, se in possesso del requisito dei 5 anni di servizio; urgono i concorsi per Dsga e come Coordinatore dei servizi di segreteria. Riguardo all’ultimo concorso docenti, è necessario superare il tetto del 10% degli idonei e consentire lo scorrimento delle graduatorie di merito per il 50% delle assunzioni. Ruoli, peraltro, da garantire subito ai vincitori rimasti senza posto; va tolto poi il vincolo triennale sulla provincia di immissione in ruolo e garantito per intero il servizio pre-ruolo ai fini della ricostruzione di carriera; riconoscere l’elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della funzione docente, perché lavoro usurante, senza alcuna distinzione di ordine e grado; rispettare i diritti degli studenti disabili con più docenti di sostegno; adeguare l’organico di fatto all’organico di diritto.
Il giovane sindacato commenta l’Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle scelte politiche del Ministero dell’Istruzione per il prossimo anno. Secondo Viale Trastevere occorre, quindi, sostenere il processo di rafforzamento dell’autonomia scolastica, potenziare la formazione degli insegnanti e del personale in servizio nella scuola, nonché dare stabilità e certezza alla governance degli istituti scolastici attraverso lo svolgimento dei concorsi per Dirigente scolastico e Direttore dei servizi amministrativi: fra le priorità, vi è l’inclusione scolastica, da incentivare anche attraverso l’uso di nuove tecnologie, la riduzione della dispersione, il potenziamento e il miglioramento dell’offerta formativa attraverso il rinnovamento della didattica; centrale, infine, anche l’investimento sul capitale umano sul fronte della ricerca e quello sul diritto allo studio.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): con la Legge di Stabilità 2017 e i prossimi decreti delega della Legge 107/15, il Ministero ha la possibilità di andare a cancellare diversi passaggi errati o a vuoto contenuti nella riforma della Buona Scuola approvata 15 mesi fa. Il Miur, stavolta, non commetta altri errori, sia a livello organizzativo-strategico che normativo.
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