Consiglio di Stato e Corte di Giustizia europea pesano come macigni sulle vertenze per l’assegnazione nella scuola della Carta del docente da 500 euro annui anche ai precari: lo ha ribadito il giudice del lavoro di Venezia che ha accordato i 1.500 euro richiesti, tramite i legali Anief, da una docente entrata di ruolo nel 2021 e che in precedenza aveva svolto tre annualità di supplenze. Dopo avere “ricostruito il quadro normativo e giurisprudenziale”, il Tribunale veneto ha spiegato nella sentenza di fine luglio che “in linea generale anche il docente assunto a tempo determinato ha diritto a ricevere la Carta Elettronica, trovandosi in una situazione analoga a quella del docente di ruolo”.
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile anche l'ultimo ricorso sull’obbligo vaccinale anti-Covid: con la sentenza n. 156, pubblicata nella serie speciale della Gazzetta ufficiale, la Consulta ha respinto la denuncia di costituzionalità della norma sollevata una seconda volta dal CGA Sicilia evitando però anche di rispondere sul merito sul sospetto di violazione di ben 11 articoli della Carta, così come era stato bene articolato dai giudici amministrativi. Il ricorso, in cui si sono intervenuti anche i sindacati dei medici e dei sanitari Prodirmed e Anisan, era stato avviato dopo l’intervento del sindacato Anief nel giudizio precedente.
La beffa delle beffe: sperare da una vita di essere assunti a tempo indeterminato nella scuola, non riuscire a coronare quel sogno, che sarebbe anche un diritto, andare in pensione e a 70 anni ricevere la convocazione per l’immissione in ruolo. Non è una sceneggiatura di un film, ma la storia della signora di Anna Maria, insegnante pensionata settantenne di Bisaccia, in provincia di Avellino: docente precaria, iscritta alle GPS di Rimini, in questi giorni le è stata comunicata l’immissione a ruolo per l’anno scolastico 2023-24 in un istituto in provincia di Salerno. Peccato fosse già pensionata.
Domani arriva nell’Aula della Camera il rinnovato testo del decreto 75 “PA bis”, con diverse novità per la scuola: sulle modifiche, frutto anche degli emendamenti promossi dal sindacato Anief, il Governo l’altro ieri ha deciso di porre la fiducia, così da ridurre i tempi del dibattito nell’Aula di Montecitorio. Domani all’ora di pranzo prenderà il via l’iter, subito dopo il voto con chiamata nominale, a seguire l’esame degli ordini del giorno, il voto finale. Salvo improbabili contrattempi o opposizioni, considerando il consenso generale delle forze di maggioranza, nelle prossime ore il testo sarà dunque approvato dalla Camera; subito dopo passerà a Palazzo Madama; il 20 agosto è il limite per l’approvazione finale.
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