La scuola rientra in presenza senza il distanziamento necessario, perché le scuole da quest’anno scolastico sono esentate dall’obbligo, e con i locali areati tenendo finestre e porte aperte. La conferma delle disposizioni è contenuta in una serie di FAQ prodotte oggi dal ministero dell’Istruzione: nello specifico, si spiega “è sempre raccomandato il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”, ma solo se “le condizioni strutturali-logistiche degli edifici non lo consentano”. Viene poi specificato che “la distanza fra la cattedra e i banchi rimane di due metri” e anche quella da “tenere durante lo svolgimento delle attività motorie”. Inoltre, il ricambio d’aria si realizza in modo del tutto naturale, con l’accorgimento di tenere aperte con maggiore frequenza, anche contemporaneamente, le finestre e le porte di accesso alle aule.
“Le lezioni sono iniziate o stanno iniziando in condizioni di sicurezza inadeguate – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché le indicazioni che giungono dal Ministero sono orientate a mantenere il distanziamento. La disposizione è ritenuta importante: una condizione confermata dallo svolgimento da remoto delle riunioni degli organi collegiali sino al termine dell’emergenza pandemica. Quello che è incomprensibile, è come mai le modalità che garantiscono la sicurezza di chi sta a scuola possono essere eluse qualora le aule siano piccole: una possibilità, a dire il vero, molto frequente nei nostri istituti scolastici, considerando che la media di ampiezza di un’aula è di 30-35 metri quadrati. Considerando che purtroppo è già una regola il mancato rispetto del DM del 18.12.1975, che prevede 1,80-1,90 metri quadrati ad alunno, ci stiamo avviando verso una sorta di pericolo di contagio legalizzato. Invece di produrre leggi più stringenti, ridurre gli alunni per classe, aumentare i plessi e gli organici del personale, continuiamo a produrre deroghe. Sperando che la buona stella e le finestre aperte tengono lontano Covid e dad”.