È notizia di questi giorni che il decreto che istituisce il concorso riservato ai docenti abilitati è stato restituito mercoledì dalla Corte dei Conti. Attesa, dunque, a stretto giro, anche l'emanazione del bando concorsuale dedicato al primo dei tre concorsi previsti dal D.Lgs. n. 59/2017 ed espressamente dedicato al personale abilitato della scuola secondaria di primo e secondo grado. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Troppe le categorie ancora illegittimamente escluse che avrebbero diritto a partecipare al concorso riservato agli abilitati; se il bando del Miur confermerà le restrizioni che già abbiamo segnalato, procederemo con il deposito dei ricorsi e tuteleremo ancora una volta i diritti dei lavoratori in tribunale”. Ancora possibile preaderire, entro il prossimo 31 gennaio, ai ricorsi predisposti dall'Anief per la fase transitoria.
Già erano stati pochi i docenti a potersi candidare per aderire all’anticipo pensionistico, fino a circa 3 anni e mezzo, finanziato con un prestito dello Stato: è notizia di queste ore che nessuno di quei maestri ha avuto la possibilità di lasciare il lavoro. E non si sa nemmeno quando potranno farlo, rischiando quindi pure di vanificare il già ridotto anticipo messo loro a disposizione perché individuati tra gli occupati in professioni usuranti.
Il vulnus, scrive oggi Orizzonte Scuola, è che “manca la normativa per applicare l’Ape sociale e consentire il pensionamento dei docenti che hanno presentato domanda e ricevuto dall’INPS regolare attestazione favorevole”. Una docente scrive alla Ministra Fedeli: “per l’INPS sarei già in pensione dal 1° agosto 2017, senonché nella legge di bilancio non è stata presentata alcuna normativa o emendamento che consenta al personale della scuola, destinatario della comunicazione INPS, di cessare dal servizio anche in corso d’anno, in deroga all’unica data che fissa la data di cessazione per il personale della scuola unicamente al 1° settembre”. Il risultato di questa situazione kafkiana è che “il MIUR, d’intesa con l’INPS-D.C. Pensioni, non ha ancora fornito indicazioni specifiche al riguardo. Solo agli insegnanti non viene riconosciuto un diritto a cui, per l’INPS e per la legge, avrebbero diritto. In altre parole una beffa e un diritto violato”. I docenti bloccati chiedono “con massima urgenza, l’emanazione di una norma ad hoc per sopperire a questa grave mancanza e per non ripetere errori già fatti in passato che non tennero in conto della peculiarità della categoria”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Stiamo assistendo ad una beffa cosmica, perché già l’Ape Social doveva essere estesa a tutti i docenti e non solo ad una parte, visto che diversi studi, tra cui spicca il ‘Getsemani Burnout e patologia psichiatrica negli insegnanti’, hanno accertato l’alto grado di stress determinato dall’insegnamento. I 67 anni di età, cui il Governo Gentiloni ci ha portato, stridono poi non poco con la media Ue, visto che anche il recente rapporto Ocse Pensions at a glance ha confermato che in Europa si continua a lasciare il lavoro a 63 anni. Ci sono Paesi, come la Francia, che consentono agli insegnanti di andare in pensione ancora a 60. Altri, come la Germania, che con circa 25 anni di insegnamento permettono di lasciare il lavoro. Come se non bastasse, va ricordato che ammesso che si riesca ad anticipare l’accesso al pensionamento, questi docenti percepiranno in media un assegno pensionistico ridotto, rispetto al 2011, fino all’8%. Dinanzi a queste prospettive, basti pensare al contratto a perdere che l’Aran sta prospettando; siamo davvero stufi e ci appelliamo ai nostri governanti perché si adoperino, benché a fine legislatura, per attuare quei provvedimenti d’urgenza necessari a non penalizzare ancora una volta i dipendenti della scuola pubblica
Coloro che necessitano di una consulenza personalizzata a Cedan, per sapere se hanno diritto ad andare in quiescenza prima dei termini contributivi e di vecchiaia previsti dalla legge e per scoprire il valore dell’assegno pensionistico, oltre a fruire di ulteriori servizi, si possono collegare alsito internetoppure scrivere una e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per attenersi alle tempistiche annunciate, è necessario che il bando sia emanato il prima possibile, per poter gestire la macchina organizzativa in modo efficiente e formare le commissioni per la prova orale, che ricordiamo, non ha uno scopo selettivo ma è fondamentale per creare i gruppi di lavoro nelle prossime settimane, per consentire ai docenti di partecipare alle procedure di immissione in ruolo già dall’a.s. 2017/18. I docenti saranno in seguito progressivamente inseriti nel 3° anno del percorso FIT, il percorso di formazione e tirocinio al termine del quale ci sarà la conferma in ruolo.
L’Aran, l’agenzia per la rappresentanza della parte pubblica, ha appena presentato ai sindacati rappresentativi un testo comprendente nuovi compiti obbligatori, da assegnare agli insegnanti anche contro la loro volontà. La lista degli incarichi da assegnare, oggi tutti facoltativi, è lunga e dettagliata: si va dalla formazione coatta senza alcuna indennità al tutoraggio gratuito degli studenti delle superiori impegnati nelle esperienze di scuola-lavoro; da tutte le attività progettuali che hanno a che fare con il potenziamento scolastico agli aspetti organizzativi e pure amministrativi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non bastavano gli aumenti di stipendio miserevoli che dopo quasi dieci anni di blocco porteranno arretrati-mancia e appena 57 euro lordi a regime ai maestri neoassunti della primaria e 88 euro lordi ai docenti a fine carriera delle superiori; ora gli esperti di gestione pubblica si inventano delle formule che penalizzano la loro professionalità, quasi dovessero scontare chissà cosa. È questa la valorizzazione della categoria di cui parla insistentemente la Ministra Fedeli e che sarebbe confluita nella Legge di Stabilità 2018? L’amministrazione farebbe bene a concentrarsi sull’annullamento delle tante discriminazioni che continuano a perpetrarsi nei confronti dei precari, ad iniziare dalla non assegnazione degli scatti automatici di anzianità, sui quali in più occasioni i tribunali e pure la Cassazione hanno espresso il loro parere positivo a favore dell’allineamento. Oppure si potrebbe pensare di introdurre, finalmente, dei nuovi profili professionali per il personale Ata, adeguati ai tempi e alle necessità, con relativi livelli retributivi maggiorati. Invece, si va avanti con il canovaccio di sempre: quello di una scuola gerarchica, dispotica, burocratica e ingiusta. Continuando a mantenere in vita esattamente l’opposto di quello che si insegna agli alunni. Anche per questi motivi confermiamo l’intenzione di scioperare due volte: a fine mese e a febbraio.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.