A causa dei lunghi blocchi contrattuali, come quello che stiamo vivendo ormai da 40 mesi, sono 20 i punti percentuali di ritardo degli stipendi del personale scolastico accumulati negli ultimi 15 anni e contrastati dei governi con il misero 3,5% del 2018: per cancellare la differenza abnorme, che rende docenti e personale Ata sempre più poveri, non può bastare l’incremento di circa il 4% che dopo le elezioni Rsu l’Aran proporrà ai sindacati rappresentativi per il rinnovo del contratto 2018/21. Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, se si vuole arrivare ad assegnare ad 1,4 milioni lavoratori della scuola, docenti e Ata, un compenso almeno pari al costo della vita, occorrono in media per ogni dipendente “25mila euro di arretrati e 272 euro di aumento in busta paga”.
Il Ministero dell’Università ha dato il via libera alla pubblicazione del decreto per il nuovo ciclo di specializzazione sul sostegno.
Il corso è finalizzato al conseguimento del titolo di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, nella scuola dell’infanzia, primaria e nella scuola secondaria di primo o secondo grado. A breve le università pubblicheranno i relativi bandi
Una laurea costituisce una grande opportunità culturale e di arricchimento personale oltre all’acquisizione di una qualifica specifica.
L’inglese è la seconda lingua più parlata al mondo, rappresenta la lingua ufficiale dell’economia mondiale.
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Collocare i docenti non vaccinati a supporto dell’istituzione scolastica, “in attività alternative a quelle di docenza”, come è stata fatto dal 1° aprile per effetto del Decreto Legge 24/22 e da una specifica nota ministeriale di alcuni giorni dopo, non può comportarne, stante la parità di retribuzione, un trattamento privilegiato rispetto ai colleghi vaccinati”. Come non può ridursi tale attività a 18 ore settimanali, perché “la prestazione lavorativa del docente non vaccinato sarebbe irragionevolmente dimidiata” e il preside che dovesse optare per tale soluzione “potrebbe addirittura incorrere in una responsabilità erariale”. A sostenerlo è l’Ufficio Legislativo del ministero dell’Istruzione, a seguito della richiesta di valutazione della parte del DL 24/22 in cui si indica il rientro in servizio dei lavoratori della scuola non vaccinati. Per il Capo dell’organo legislativo del Ministero, non fare effettuare a tali insegnanti 36 ore settimanali “comporterebbe un arbitrario e inaccettabile dimezzamento dell’orario lavorativo”.
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