Il responsabile nazionale Anief e segretario confederale Cisal risponde alle accuse lanciate in data odierna dal responsabile Scuola, Università e Ricerca del Pd sull’operato del giovane sindacato a proposito dei ricorsi presentati in tribunale per far partecipare anche i precari esclusi pur possedendo i titoli d’accesso.
Marcello Pacifico (presidente Anief): anziché avventurarsi in dichiarazioni sommarie sull’esclusione dei precari ricorrenti, il Partito Democratico farebbe bene ad attendere l’espressione della Consulta. Perché i processi si celebrano nei tribunali fino all'ultimo grado di giudizio con sentenza definitiva. Eppure, solo ieri il Consiglio di Stato ha dato torto all’amministrazione scolastica sull’estromissione dalle GaE di decine di migliaia di precari con diploma magistrale. Evidentemente, per ottenere rispetto dalle istituzioni, bisognerà attendere che paghino, sulla propria carriera politica, gli errori commessi nell'ignoranza della Costituzione.
“Il Tribunale amministrativo regionale ha già ritenuto incostituzionale la norma che regola il concorso a cattedra che esclude i docenti di ruolo. Anziché avventurarsi in dichiarazioni sommarie sulla sicura esclusione dei precari ricorrenti, tutte ancora da verificare, il Partito Democratico farebbe bene ad attendere cosa deciderà la Consulta”. Risponde così Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, alle accuse lanciate in data odierna dal responsabile Scuola, Università e Ricerca del Pd sull’operato del giovane sindacato a proposito dei ricorsi presentati in tribunale per far partecipare anche i precari esclusi pur essendo in possesso dei titoli di studi utili.
“Facciamo presente a chi ricorda solo le sentenze a proprio favore – continua Pacifico – che solo un paio di giorni fa il Tar di Trento ha ammesso un alto numero di ricorrenti e di diverse tipologie. E che nelle prossime settimane il Consiglio di Stato si dovrà pronunciare per decidere le sorti, sempre sull’accesso al concorso a cattedre, dei precari estromessi che hanno fatto domanda nelle altre province italiane. Perché i processi, sino a prova contraria, si celebrano nei tribunali fino all'ultimo grado di giudizio con sentenza definitiva”.
“Pertanto, consigliamo ai parlamentari che sono stati chiamati per un mandato, su volontà del popolo, ad aver il massimo rispetto per i poteri dello Stato e per i cittadini. Pensavamo – dice ancora il presidente del giovane sindacato - che, dopo aver perso anche ieri al termine dell’Adunanza plenaria in Consiglio di Stato, i cui giudici sono stati chiamati ad esprimersi sul diritto dei diplomati magistrali ad essere inseriti nelle GaE, dai rappresentanti del Miur e del Governo ci fosse stata una maggiore presa di coscienza su come sia stato male impostata la riforma per risolvere i problemi del precariato”.
“Invece le cose non stanno così. Per avere rispetto e morigeratezza dalle istituzioni governative, evidentemente, i tempi non sono ancora maturi. Lo diventeranno, ne siamo certi, quando toccherà loro pagare, sulla propria carriera politica, gli errori commessi nell'ignoranza della Costituzione”, conclude il sindacalista Anief-Cisal.
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