Graduatorie

In merito alle dichiarazioni degli scorsi giorni di alcuni sindacati e colleghi circa il ripristino della possibilità di trasferirsi dal 2011 e l’attribuzione di incarichi in base al punteggio di coloro che sono già inseriti in graduatoria, vorremo solo far notare alcune cose sulle quali gradiremmo che tutti riflettessero, anche se abbiamo ormai seri dubbi sull’onestà intellettuale di alcuni nostri detrattori.

In primis, se rivendichiamo, legittimamente, che l’attribuzione di incarichi avvenga tramite la graduatoria in base al punteggio derivante da esami, titoli e punteggi, e che il merito per l’attribuzione di tali incarichi debba essere giustamente ed esclusivamente il punteggio, perché il punteggio di chi proverrebbe da altra provincia con un punteggio maturato ed acquisito alla stessa maniera “scavalcherebbe ingiustamente” qualcun altro? Perché il “merito del punteggio” dovrebbe valere solo per gli appartenenti ad una graduatoria che si vorrebbe elevare a “casta”?

Le motivazioni che ci sentiamo riportare da coloro che a pensano diversamente da noi (e soprattutto diversamente dalla Costituzione) sono principalmente due: i punteggi alti e le “scelte” del 2007.

Per quanto riguarda coloro che hanno punteggi alti si continua ad accusare i docenti, soprattutto quelli del Sud che vogliono trasferirsi per varie motivazioni, di aver accumulato tali punteggi in modo poco chiaro, soltanto perché si è spaventati d essere superati.

Ma oltretutto abbiamo considerato le loro età? Non è forse normale e logico che chi è precario da 10, 15 o anche 20 anni abbia un punteggio più alto di chi è inserito solo qualche anno fa? E non è forse ancora più logico che anche loro abbiano maturato il diritto a lavorare?

Invece si pensa spesso male perché così conviene a qualcuno ed è più comodo e più facile così, piuttosto che riflettere sulle situazioni di tali persone. Ci sarà sicuramente anche un docente su 10.000 che non ha maturato il punteggio in modo lecito, ma di contro ce ne sono altri 9.999 onesti e lavoratori (e fa tristezza dover ribadire tali concetti che dovrebbero essere scontati!).

E comunque la colpa di questi imbroglioni, che sono in qualunque ambito, è forse dell’Anief? Non sarà responsabile chi autorizza, seppur indirettamente, questa compravendita di punteggi? E non sarà magari compito degli ispettori ministeriali scovare questi truffaldini?

La seconda motivazione ricorrente riguarda le scelte del 2007: ribadiamo, per l’ennesima volta, che se le regole sono incostituzionali, il fatto che tutti vi si siano adeguati, non avendo altra scelta, non fa diventare tutto lecito e costituzionale.

Ed il fatto che tutti vi si siano adeguati non significa che automaticamente tutti le abbiano condivise ed accettate: ma si è stati costretti intanto a scegliere in base a tali dettami, pena l’esclusione dalle graduatorie, per poi ricorrere subito con noi ancor prima della scadenza dei termini del bando del 2007 per difendere e rivendicare il diritto alla mobilità e senza prevedere la mannaia dei tagli al Nord che è stato però sono stati un “massacro” al Sud e senza considerare le “briciole” dei ruoli gentilmente concessi ripartiti però all’80% tra Centro e soprattutto Nord.

Questa è equità? Tutto ciò però non c’era scritto tra le cosiddette “regole”. Tutti questi docenti, dopo anni di onorato servizio, cosa dovrebbero fare, andare in vacanza a tempo indeterminato?

No, chiedono soltanto di trasferirsi e di essere valutati in base al proprio punteggio come accade per gli altri e come è sempre accaduto.

Inoltre, perché i ricorrenti avrebbero torto dato che si son visti riconoscere da tutti i tribunali da due anni a questa parte il diritto alla libera mobilità territoriale, garantita dalla Comunità Europea e tra i paesi europei, oltre a tutti i paesi che possano definirsi civili? Avrebbero torto perché non la pensano come i sindacati cosiddetti rappresentativi?

Ma un sindacato può violare leggi e Costituzione o arrogarsi il diritto di voler avere ragione su leggi e Costituzioni soltanto perché così fa comodo ad una parte dei loro iscritti, cioè quelli del Nord? E dove sono i sindacati del Sud?

E che senso hanno le affermazioni di alcuni sindacati per cui i ricorsi giusti sarebbero soltanto quelli fatti per tutti? In quale articolo della Costituzione o in quale legge viene affermato un simile principio?

Le differenze tra noi e cert’altri è che noi agiamo secondo leggi e Costituzione: e laddove vi sia una parte di cittadini o fosse anche un cittadino solo che ritiene gli sia stato negato o precluso un diritto, questi ha diritto di far ricorso perché la giustizia non va a peso!

E gli altri (sindacati e contrari al pettine) possono pensarla diversamente dai ricorrenti (e ricorrere: perché non lo fanno?) ma non si possono arrogare il diritto di condannarli, offenderli e giudicarli anche perché gli unici che possono esprimere giudizi in materia sono i tribunali al giudizio dei quali tutti dobbiamo sottostare e non accettare soltanto in base al tornaconto momentaneo o etnico o geografico, dato che le ordinanze sono state emesse in base a principi costituzionali e non in base alla simpatia dei ricorrenti.

Ma tali ordinanze sono uno smacco troppo grande da digerire per alcuni sindacati e per alcuni colleghi che preferiscono difendere il proprio particolare etnico-geografico o di tessera, magari anche con l’appoggio di alcune forze politiche che non tengono molto in considerazione l’Italia e la Costituzione, piuttosto che rispettare i pronunciamenti dei tribunali.

Ed a chi ci dice che bisogna "avere decenza nel fare i ricorsi", rispondiamo che bisogna invece avere la decenza di non difendere gli interessi delle tessere quando questi cozzano in maniera evidente con le leggi e la Costituzione e che bisogna avere la decenza di insegnare credendoci, che le leggi e la Costituzione sono valide per tutti e che da tutti devono essere rispettate, sempre e comunque, e non riempirsi soltanto la bocca di demagogia durante le lezioni.

Inoltre, nonostante sia stata approvata la legge 167/09 per difendere gli interessi di qualcuno ancora per un anno e che ripristina il diritto al trasferimento dal 2011, come se i diritti andassero a corrente alternata e per questo motivo è al vaglio della Corte Costituzionale, alcuni sindacati e docenti “paladini delle regole” continuano a chiedere che non si rispetti tale legge!

Questo non  opportunismo e/o particolarismo o interesse sindacale?

Se non si condivide qualcosa che si faccia ricorso, ma senza “ricorrere” a mezzi e mezzucci o sperare in qualche colpo di mano o di spugna di qualche politico di turno, come si è fatto finora.

E poi ci vorrebbero dare lezioni di decenza!

Infine, in merito alla proposta di legge atta a rendere vane le graduatorie, non ci stupiamo affatto, date che lo scopo del ricorso contro la cancellazione dei docenti di ruolo, anticamera della cancellazione delle graduatorie stesse, era proprio quello di evitare la cancellazione in modo arbitrario di punteggi, servizi e titoli.

Per questo noi siamo stati i primi ad opporci concretamente a tutto ciò.

Ma lo scopo di tale ricorso non é stato compreso da tutti perché quando il dito dell’Anief indica la luna, alcuni guardano il dito e non la luna stessa.