“La richiesta dell’Aran alle amministrazioni pubbliche di comunicare entro fine anno il numero delle deleghe sindacali, utili a determinare la rappresentatività delle organizzazioni che rappresentano i lavoratori, è l’implicita conferma che nel prossimo mese di marzo finalmente si svolgeranno le attese elezioni per il rinnovo delle RSU d’istituto”: a sostenerlo è Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief, dopo aver preso atto della nota del 23 novembre, attraverso cui l’Aran disciplina la procedura di raccolta del dato associativo e comunica che tale rilevazione dovrà avvenire entro il prossimo 31 dicembre.
Per l’Anief è significativo che nel biennio precedente la stessa agenzia aveva ricordato che non avrebbe raccolto i dati sulle deleghe sindacali, poiché era stata rinviata la raccolta del dato elettorale con cui doveva fare media (5%) a seguito del rinvio delle le elezioni RSU programmato nel 2009. “Ora, invece – sottolinea il leader del sindacato - nonostante le resistenze di chi aveva sperato fino all’ultimo di poter rinviare ancora una volta la rilevazione delle deleghe, per occultare il movimento di protesta e di speranza che ha investito migliaia di lavoratori della scuola rispetto a una politica sindacale consociativa, miope e anti-democratica, l’ARAN ha diramato una nota inequivocabile: le elezioni – fissate sempre dall’Aran per il 5, 6 e 7 marzo 2012, con la presentazione delle liste entro l’8 febbraio – si faranno”.
E l’Anief intende fare la sua parte: ogni giorno da parte del personale di ruolo o neo-immesso in ruolo giungono al giovane ma agguerrito sindacato – tramite l’e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - tante richieste di candidatura per le prossime elezioni RSU. “Si tratta di richieste – sottolinea Pacifico - che consentono all’Anief di potersi presentare nelle scuole e misurare il consenso dei suoi professionisti, docenti e ATA che si vogliono ribellare contro la cassa-integrazione e il licenziamento, il blocco dei contratti e degli aumenti di stipendio, la mortificazione della carriera, la diversa valutazione tra periodo di pre-ruolo e ruolo, la precarietà lavorativa, il blocco della mobilità”.