L’alta e crescente percentuale di allievi con limiti di apprendimento certificati iscritti negli istituti italiani (+ 3% in un solo anno), viene vanificata dall’alta presenza di barriere architettoniche: le mappe a rilievo e i segnali visivi, acustici e tattili sono presenti solo in 3 scuole su 10. Intanto, le mamme protestano perché i loro figli disabili sono lasciati soli a scuola, dato che la sentenza della Consulta n. 80/2010 continua a rimanere inosservata.
Marcello Pacifico (presidente Anief): in Italia, oggi ancora quasi il 10 per cento delle famiglie italiane con alunni disabili è costretta a presentare ricorso per ottenere le ore di sostegno decise dalle commissioni mediche. Questo avviene perché gli Usr debbono distribuire il totale delle ore concesse dal Miur sulla base di un numero fortemente sottodimensionato. Ad oggi, rimangono in deroga ancora 33mila posti rimasti vacanti, che continuano ad essere assegnati sempre a supplenza annuale e una legge-delega ancora in alto mare. Per questo, abbiamo deciso di prorogare sino al 21 marzo la possibilità di ricorrere al giudice.
L’Italia si contraddistingue per l’accoglienza di tanti alunni disabili accolti nelle nostre scuole, ma sulla qualità delle loro condizioni a scuola persistono sempre forti dubbi: nonostante gli iscritti nell'anno scolastico 2014/15 siano stati quasi 235mila (il 3% in più rispetto all’anno prima), permangono infatti “numerose barriere che non li rendono inclusivi”; come riassunto dalla stampa specializzata a proposito della fotografia scattata, su base dati Istat e Miur-Ufficio di statistica, emessi da Exposanità, la manifestazione di settore in programma a Bologna dal 18 al 21 maggio 2016: “rimangono appannaggio di pochi istituti le mappe a rilievo e i segnali visivi, acustici e tattili che sono presenti in solo tre scuole su dieci, sia a livello primario (29,3%) sia secondario di I grado (30,1%). Situazione leggermente migliore, seppur insufficiente, per quanto riguarda percorsi interni ed esterni facilmente accessibili: solo il 42,9% delle scuole primarie e il 44,1% di secondarie di I grado ne è dotata”.
A questi dati negati sul fronte delle strutture, si aggiunge il fatto che purtroppo spesso gli alunni disabili vengono scarsamente assistiti dal personale: se le mamme protestano perché i loro figli disabili sono lasciati soli a scuola, il motivo continua ad essere legato al meccanismo organizzativo con cui il Miur gestisce il sostegno. Anziché applicare la sentenza della Consulta n. 80/2010 che, annullando i commi 413 e 414 dell’art. 2 della Legge 244/2007, ha chiesto al Parlamento di superare il vincolo del 70% dell’organico di diritto previsto dalla Legge 128/2013, si continuano a tenere decine di migliaia di posti scoperti. Ed è una scelta pessima e anacronistica, perché quel dispositivo si basa su un numero massimo di assunzioni di 90mila docenti, rifacendosi al contingente sottodimensionato del 2006. Invece oggi, i posti di sostegno sono diventati tra i 130mila e i 140mila.
Inoltre, in diverse regioni mancano anche i posti in organico: in Veneto vi è un rapporto alunni docenti pari a 2.1 contro una media nazionale dell'1.85. Dunque, a conti fatti, mille insegnanti per raggiungere la media nazionale, ossia quasi due insegnanti per ognuna delle 611 scuole della regione. E mancano quasi due docenti a scuola (grafico 11, a pagina 30 del dossier ministeriale) in Liguria e Lombardia. La situazione è critica pure nelle Marche, in Abruzzo ed in Emilia Romagna. Sopra la media nazionale si posizionano pure Toscana, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Lazio e Piemonte.
“Gli stessi dati ufficiali, recentemente pubblicati dall’Istat, parlano chiaro – ricorda Marcello Pacifio, presidente nazionale Anief: in Italia, oggi ancora quasi il 10 per cento delle famiglie italiane con alunni disabili è costretta a presentare ricorso al Tribunale civile o al Tar per ottenere le ore di sostegno decise dalle commissioni mediche. Questo avviene perché gli Usr debbono distribuire il totale delle ore concesse dal Miur sulla base di un numero fortemente sottodimensionato. Ad oggi rimangono in deroga ancora33mila posti rimasti vacanti, che continuano ad essere assegnati sempre a supplenza annuale e una legge-delega ancora in alto mare”.
Anche il “potenziamento” degli istituti non ha risolto la situazione: dei 48mila assunti con la fase c della Legge 107/15, solo 6.446 nuovi docenti erano specializzati nel sostegno. Come se non bastasse, il Miur ha pensato bene pure a dimezzare i posti sostegno messi a bando per il concorso a cattedre 2016. Anief ha quindi prorogato sino al 21 marzo del corrente i termini dell’adesione all’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!”, avviata in autunno: proprio per reclamare in tribunale l’erogazione delle ore di sostegno secondo le “effettive esigenze”. I risultati più che positivi già ottenuti dal pool di avvocati del giovane sindacato, fanno realisticamente sperare in un’altra stagione di vittorie in
tribunale. È possibile, pertanto, richiedere le istruzioni operative e l’elenco dei documenti necessariper far valere i propri diritti scrivendo all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Per approfondimenti:
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