Per il sindacato l’ordinanza è illegittima. Il blocco quinquennale deve considerarsi superato dal piano straordinario che consente a tutti i trasferimenti in deroga alla legge. Soltanto dopo aver presentato istanza sarà possibile ricorrere al giudice del lavoro d’urgenza per ottenere il diritto al trasferimento o al passaggio di ruolo.
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L’alta e crescente percentuale di allievi con limiti di apprendimento certificati iscritti negli istituti italiani (+ 3% in un solo anno), viene vanificata dall’alta presenza di barriere architettoniche: le mappe a rilievo e i segnali visivi, acustici e tattili sono presenti solo in 3 scuole su 10. Intanto, le mamme protestano perché i loro figli disabili sono lasciati soli a scuola, dato che la sentenza della Consulta n. 80/2010 continua a rimanere inosservata.
Marcello Pacifico (presidente Anief): in Italia, oggi ancora quasi il 10 per cento delle famiglie italiane con alunni disabili è costretta a presentare ricorso per ottenere le ore di sostegno decise dalle commissioni mediche. Questo avviene perché gli Usr debbono distribuire il totale delle ore concesse dal Miur sulla base di un numero fortemente sottodimensionato. Ad oggi, rimangono in deroga ancora 33mila posti rimasti vacanti, che continuano ad essere assegnati sempre a supplenza annuale e una legge-delega ancora in alto mare. Per questo, abbiamo deciso di prorogare sino al 21 marzo la possibilità di ricorrere al giudice.
Tra coloro che si stanno specializzando per affiancare gli alunni disabili, che hanno iniziato il percorso formativo l’estate scorsa, solo gli iscritti all’Università di Firenze e di Siena riusciranno a concludere in modo utile per partecipare alla selezione: per tutti gli altri, si prevedono tempi più lunghi. Conseguiranno il titolo solo qualche giorno o settimana dopo la scadenza del bando. Egiacché quel certificato è imprescindibile per svolgere le prove concorsuali, rimarranno fuori dal concorso.Bastava prevedere il loro accesso con riserva, ma dalle bozze in via di approvazione della Corte dei Conti non risulta che sia stato fatto. Anief chiede poi pubblicamente al Miur per quale motivo siano state previste appena 6.101 assunzioni da concorso, a fronte di almeno 35mila supplenze annuali su posti liberi. E per quale motivo si è deciso di immettere ancora in ruolo con le “vecchie” regole, dal momento che presto verrà approvata la legge delega di riforma del sostegno.
Marcello Pacifico (presidente Anief): ci facciamo portavoce dello sconcerto di migliaia di specializzandi sul sostegno, a cui viene negato un loro diritto. Questi docenti, infatti, hanno superato una dura selezione e si stanno formando con sacrifici, dopo aver pagato oltre 3mila euro per l’iscrizione. Ora, giustamente, si sentono traditi. Come si sentono traditi tutti gli abilitandi nelle discipline curricolari, sempre iscritti ai vari corsi universitari ed in procinto di vedersi rilasciare il titolo finale. È nostra intenzione farli partecipare, attraverso il coinvolgimento del tribunale. I precedenti ci danno ragione.
Il giovane sindacato contesta la conferma del vincolo quinquennale. Perché questi insegnanti già sono stati troppo bistrattati e inoltre la Legge 107/2015 non dice questo: al comma 108 si legge che “il piano straordinario di mobilità territoriale e professionale su tutti i posti vacanti dell'organico dell'autonomia, rivolto ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2014/2015”. Punto. Anief, non appena l’Ordinanza sulla mobilità 2016/2017 del personale sarà pubblicata, fornirà precise indicazioni su come presentare la domanda di mobilità e a chi rivolgersi laddove venisse respinta.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Non è certo sottraendo i diritti dei docenti di sostegno o reinterpretando la legge – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che si tutela la continuità didattica agli alunni disabili. Questa, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, si riscontra solo in un modo: assicurando la stabilizzazione sugli oltre 33mila posti rimasti vacanti e che invece continuano ad essere assegnati in “deroga” anziché attraverso l’organico di diritto.I sindacati maggioritari non dovevano accettarlo. E non basta di certo inserire delle dichiarazioni a latere del contratto di mobilità dove si ricorda che i docenti di sostegno sono come gli altri. Fare sindacato, significa tutelare i diritti di tutti, nessuno escluso.
La sentenza del giudice reputa che le ore di insegnamento con il docente specializzato costituiscono un diritto soggettivo condizionato dalla circostanza e che esso deve essere, di volta in volta, commisurato alle specifiche difficoltà riscontrate nell’area di apprendimento.
Premiata la pervicacia di Anief che, attraverso l’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!”, ha smontato la linea assunta dagli Uffici scolastici regionali, che negano in modo sistematico, ad esclusione dei casi più gravi, quanto espresso dai medici attraverso la diagnosi e dalle équipe che redigono il profilo dinamico-funzionale, sulla base delle reali esigenze educative che poi confluiscono nel Piano educativo individualizzato.
Marcello Pacifico (presidente Anief): grazie alla nostra iniziativa, riusciamo a tutelare i diritti dei più deboli che il Miur sembra voler dimenticare. Anief risponde, quindi, dicendo ancora una volta basta a queste prevaricazioni che, con l'inaccettabile e vergognosa giustificazione di anteporre le fantomatiche ‘questioni di bilancio’, violano i fondamentali diritti degli alunni più deboli.
Spazio Anief di mainstreaming per un cambiamento culturale e strategico di professionalità docente dai contesti educativi alla didattica: conoscere e praticare attività inclusive nella scuola.