Se non si assicura quanto stabilito e finanziato dal Parlamento, su indicazione dell’Unione europea per dire basta all’abuso di precariato, il giovane sindacato è pronto a citare la Presidenza del Consiglio dei ministri al tribunale civile di Roma. Sarà la più grande class action nei confronti dello Stato italiano.
Marcello Pacifico (presidente Anief): chiederemo come risarcimento l’assunzione d’ufficio oppure 50mila euro a precario, sono già in 6 mila quelli pronti a ricorrere con noi in poche ore.
Analisi della rivista specializzata Orizzonte Scuola: considerando che i docenti in Italia sono 8.094, ogni ispettore dovrà ispezionare 47,61 dirigenti a testa.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): è bene che i senatori delle Commissioni di Palazzo Madama, chiamati in queste ore ad esaminare 1.960 emendamenti, di cui trenta dell’Anief, si rendano conto di questa incongruenza e degli altri numerosi limiti contenuti nel disegno di legge con cui si intende revisionare la scuola. Contro cui i sindacati, per la prima volta dopo tempo immemore, si presentano compatti per scioperare anche nei giorni degli scrutini.
Anief, che aderisce a tutte le iniziative proclamate da Cobas e Unicobas, ricorda che ogni docente, dirigente e Ata ha facoltà di scioperare nei primi due giorni del calendario di scrutini dell’istituto scolastico dove presta servizio. E ciò, ha detto anche il Garante per gli scioperi, vale indipendentemente dal fatto che lo scrutinio si svolga prima o dopo il termine delle lezioni.
Il Governo intende restituire solo una piccola parte, un ridicola una tantum, relativa al 2012/2013, con una incidenza che varia dal 40% al 10% degli aumenti bloccati indicizzati all’inflazione, dimenticando pure gli assegni superiori ai 3.000 euro. Dai calcoli del sindacato risulta che gli arretrati spettanti ai lavoratori arrivano a superare i 5mila euro. E la perdita a regime i 2mila euro l’anno.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la rivalutazione delle pensioni doveva essere reale e retroattiva, come ha indicato la Corte Costituzionale, che con la sentenza 70/2015 ha di fatto annullato integralmente il blocco sulle indicizzazioni senza fare alcuna distinzione tra i diversi redditi. Se proprio l’Esecutivo voleva intraprendere una strada diversa, avrebbe dovuto approvare una nuova legge e non introdurre un decreto imperfetto.
Al Senato l’attenzione dovrà spostarsi soprattutto su chiamata diretta, super-preside, blocco degli stipendi, precariato, trasferimenti e ‘Quota 96’. Pertanto, nonostante siano stati accolti durante il dibattito in VII Commissione e nell’Aula della Camera dei Deputati diversi emendamenti presentati già il 7 aprile dall’Anief in audizione, il sindacato dopo tre scioperi non intende smobilitare e continua a chiedere il ritiro del testo, fatte salve le assunzioni su tutti i posti realmente vacanti o profonde modifiche negli incontri al Miur, al Governo e a Palazzo Madama.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è che alla Camera oggi sono stati approvati troppi passaggi normativi che non porteranno alcuna ‘Buona Scuola’. Inoltre, escludere dal piano di immissioni in ruolo decine di migliaia di docenti precari abilitati e almeno 10mila Ata, rappresenta un’operazione iniqua, di cui il Governo e il Miur saranno chiamati a rispondere in tribunale. Certamente, la mobilitazione del personale è destinata a continuare.
La risposta del Governo sulla sentenza della Consulta, sul blocco delle indicizzazioni sulle pensioni superiori a tre volte il minimo, è ingiusta e incostituzionale.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la rivalutazione delle pensioni, sempre più basse rispetto all’inflazione, doveva essere reale e retroattiva, come ha indicato la Corte Costituzionale, che ha di fatto annullato integralmente il blocco sulle indicizzazioni senza fare alcuna distinzione tra reddituali. Se proprio l’Esecutivo voleva intraprendere una strada diversa, avrebbe dovuto approvare una nuova legge. In questo modo, invece, si vuole dare un ‘contentino’ e chiudere la questione. Siamo pronti a dare battaglia in tribunale.