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Dopo il caos sulle cifre dei giorni scorsi, i tecnici del Ministero dell'Istruzione e del Bilancio si dovrebbero incontrarsi di nuovo oggi pomeriggio, giovedì, o domani. Lo fa sapere Manuela Ghizzoni, deputata Pd in commissione Cultura.

Intanto però la sorte dei “Quota 96”, cioè i dipendenti della scuola esclusi dalla salvaguardia introdotta per i cosiddetti "esodati", dopo l'entrata in vigore della riforma delle pensioni targata Fornero, resta legata alle sorti incerte dell'attuale Governo. In commissione Lavoro è stato infatti discusso la scorsa settimana un testo unificato delle due proposte sui “Quota 96”, una a prima firma Manuela Ghizzoni (Pd) e l'altra Maria Marzana (M5s). Proposte che chiedono una deroga mettendo in evidenza le specificità del comparto scuola, rispetto ad altri settori anche pubblici perché i lavoratori possono andare in pensione un solo giorno all'anno, il primo settembre, indipendentemente dalla data di maturazione dei requisiti. Di tale specificità, sottolineano le proposte, la riforma Fornero non ha tenuto conto.

Il problema è trovare la copertura finanziaria: “In realtà non è che le risorse non ci fossero – spiega l'avvocato Domenico Naso, che segue il caso -, la copertura finanziaria ovviamente c'era ma poi le risorse sono state spostate su altro. Il Miur poi avrebbe tutto l'interesse a collocare in quiescenza queste persone, il cui stipendio è molto più alto dei neo-assunti che li rimpiazzerebbero. L'onere sarebbe a quel punto trasferito sull'Inps. In ogni caso anche Francesco Boccia (presidente della commissione Bilancio, Ndr) ci ha rassicurato sulla disponibilità della commissione ad approvare il testo”.

Certo se il Governo cadesse cambierebbero tutte le carte in tavola, senza contare il recente balletto sui numeri: i “Quota 96” sarebbero infatti 9mila secondo l'Inps, 3970 per il Miur. La stima del Miur, fa sapere Ghizzoni sarebbe stata determinata “sulla base di analisi della serie storica delle cessazioni del personale, docente e ATA, a partire dal 2000 ed è stata calcolata sui possibili beneficiari che conseguono i requisiti contributivi e anagrafici al 31 agosto. Pertanto, se i beneficiari sono circa 4000 per 8 mesi, su 12 diventano 6000”. La discordanza tra le cifre potrebbe dipendere “dal fatto che il Miur ha applicato una percentuale alta di mancata 'propensione al pensionamento'”.

Intanto comunque i “Quota 96” hanno iniziato a muoversi tramite vie legali e sono arrivate le prime sentenze.
“9mila mi sembra davvero un numero esagerato – commenta Naso –. Per quanto mi riguarda posso dire che i ricorrenti che seguo per Uil sono circa 2400 a cui ne vanno aggiunti ulteriori 650-700”. E anche l'Anief ha alcune cause in corso: “Circa 500”, conferma il presidente Marcello Pacifico che aggiunge: “È una situazione ridicola: non si capisce perché si debbano trovare risorse quando per le forze dell'ordine le stesse regole non valgono. E parliamo di persone che due anni fa pensavano di aver iniziato l'ultimo anno di lavoro e si ritrovano oggi a dover lavorare forse anche per i prossimi 5 anni. Sullo stato dei contenziosi attendiamo l'udienza del 17 novembre della Corte costituzionale che interverrà sulla legittimità della riforma Fornero. Intanto la Corte dei conti dell'Emilia Romagna e della Puglia ha sospeso il giudizio in attesa della Consulta e anche per tutti gli altri ricorsi stiamo chiedendo la remissione alla Corte costituzionale”.

C'è stato intanto anche un'ordinanza di un giudice del lavoro di Roma (resa nota ora, ma risalente all'agosto 2012) che ha collocato in pensione a partire dal 1 settembre 2012 una docente di “Quota 96”. Attenzione però ai facili entusiasmi, mette in guardia Naso: “In realtà è un'ordinanza che lascia il tempo che trova. Innanzitutto perché è ormai stato riconosciuto che la competenza non è del giudice del lavoro ma della Corte dei conti. Inoltre probabilmente la conclusione positiva per la docente è dovuta al fatto che con l'estate di mezzo l'amministrazione non ha fatto in tempo a presentare il reclamo (che corrisponderebbe in questo caso al secondo grado di giudizio) e così la sentenza è diventata definitiva. Insomma non ci aiuta a definire la questione a livello giudiziale”.

C'è stata intanto anche la sentenza di primo grado della Corte dei conti della Sardegna, che rigetta la richiesta: “Attendiamo le motivazioni che saranno rese note tra 30 giorni, ma sicuramente faremo appello alla Corte centrale di Roma”.
Infine un'altra questione è ancora aperta: “Il Miur avrebbe dovuto emanare la norma applicativa per la legge 137 del 7 agosto 2012 relativa alle situazioni di esubero. Ancora non è stato fatto e questo è un motivo di ulteriore incertezza per cui abbiamo inviato delle diffide ad adempiere al Ministero. Visto che abbiamo il quadro completo sulla mobilità e gli organici bisogna consentire alle persone in esubero di presentare la domanda di collocamento in quiescenza entro l'1 settembre”.

“Mi aspetto che le sentenze di secondo grado saranno a nostro favore – conclude Naso – certo è che i tempi sono lunghi e a questo si aggiunge il fatto che siamo vincolati all'anno scolastico per cui sarà molto difficile risolvere prima dell'1 settembre”.

Fonte: Orizzonte Scuola

 

"Cambia il Governo ma le classi pollaio rimangono: per il prossimo anno scolastico, seppure in presenza di 30 mila alunni in piu' distribuiti nelle varie scuole, il Miur non vuol sentire parlare di incremento di docenti ma intende attenersi alla legge 111/2011, che impone lo stesso numero di insegnanti dell'anno precedente". Lo afferma in una nota l'Anief.

"Cio' comportera' un numero sempre piu' alto di alunni per classe, che si aggira ormai mediamente sulle 28-30 unita' - prosegue il sindacato -. Con punte da record: la rivista specializzata 'Orizzonte Scuola' riporta che nelle Marche sono state formate prime classi da 33 alunni al linguistico di Pesaro e al Benincasa di Ancona; ci sono poi 36 iscritti al liceo Rinaldini di Ancona e addirittura 37 allo scientifico di Tolentino. Si tratta di numeri impressionanti, per i quali il deputato Piergiorgio Carrescia (Pd) ha annunciato un'interrogazione parlamentare".

"Ma quella dell'incremento di alunni non compensato da un aumento di docenti e' ormai storia vecchia - evidenzia ancora l'Anief -: negli ultimi cinque anni, a fronte di una vistosa maggiorazione di iscritti negli istituti pubblici, pari a quasi 100 mila alunni, i Governi che si sono succeduti hanno avuto la 'faccia tosta' di eliminare quasi 2 mila scuole, 200 mila posti tra docenti e personale Ata (amministrativi, tecnici ed ausiliari). Con il risultato che quelli che erano nati, durante la gestione Gelmini, come limiti numerici da adottare in casi eccezionali, sono diventati la norma: nella scuola d'infanzia si e' passati da 28 a 29 alunni, alla primaria da 25 a 28 ed alle superiori si sono concesse deroghe fino alla presenza di 33 alunni per classe".

"Il sovraffollamento delle classi, attraverso uno schema di risoluzione presentato dal senatore Fabrizio Bocchino (M5S), e' proprio in questi giorni oggetto di discussione nella VII Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali): ieri, 9 luglio, e' ripreso l'esame dell''Affare assegnato', con l'Esecutivo che ha preso tempo per valutare 'alcune richieste di modifica al predetto schema di risoluzione' - prosegue la nota -. Nella presentazione della risoluzione, il relatore del M5S ha dichiarato che l'alto numero di alunni per aule 'comporta inevitabilmente l'inidoneita' delle stesse a contenere gli alunni in condizioni di sicurezza, salubrita', igiene e vivibilita''.

Considerando anche il mancato assolvimento del pieno diritto allo studio, non soddisfabile in gruppi-classe particolarmente grandi, Bocchino sostiene che 'secondo la normativa vigente, in aula non possono essere presenti piu' di 26 persone, compresi gli insegnanti o l'eventuale ulteriore personale a qualunque titolo presente'. E che, in presenza di alunni disabili, 'il numero complessivo dovrebbe essere al massimo di 20, in modo da facilitare i processi di integrazione e d'inclusivita’.Purtroppo, si tratta di parametri sistematicamente elusi. Con il Miur che continua a nascondersi dietro ad un dito, parlando di sforamenti rari e al di sotto l'1%".

"Oltre al danno irrecuperabile che si arreca agli studenti - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale dell'ANIEF e segretario organizzativo Confedir - e' grave che si continua a non tenere conto che la scuola italiana ha a disposizione, pronti a subentrare, 150mila docenti precari gia' abilitati all'insegnamento e vincitori di pubblici concorsi. Invece di utilizzarli, fa di tutto, anche ammucchiando gli alunni nelle classi, per tenerli a debita distanza e risparmiare soldi. Ma e' una politica che non paga. Perche' prima o poi tocchera' ad un tribunale super partes, come quello di Lussemburgo, ristabilire i parametri di un sistema di istruzione degno di questo nome".

Fonte: Italpress

 

Classi pollaio, ci risiamo: ormai, secondo quanto denuncia l'Anief, non sono più casi sporadici e la media è di 28-30 iscritti per aula. Una "vergogna nazionale" che deriva dal fatto che "negli ultimi 5 anni lo Stato ha tagliato 200 mila posti tra docenti e Ata, ha tenuto ai margini 150 mila precari abilitati vincitori di concorso e ha cancellato quasi 2 mila scuole".

"Per il prossimo anno scolastico, seppure in presenza di 30 mila alunni in più distribuiti nelle varie scuole - afferma l'Anief - il Ministero non vuol sentire parlare di incremento di docenti ma intende attenersi alla legge 111, che impone lo stesso numero di insegnanti dell'anno precedente". Ciò comporterà, secondo il sindacato, "un numero sempre più alto di alunni per classe, che si aggira ormai mediamente sulle 28-30 unità. Con punte da record: la rivista specializzata "Orizzonte Scuola", riporta che nelle Marche sono state formate prime classi da 33 alunni al linguistico di Pesaro e al Benincasa di Ancona; ci sono poi 36 iscritti al liceo Rinaldini di Ancona e addirittura 37 allo scientifico di Tolentino.

"Si tratta di numeri impressionanti - sottolinea l'Anief - per i quali il deputato del Pd Piergiorgio Carrescia ha annunciato un'interrogazione parlamentare". E anche il M5S "ha presentato uno schema di risoluzione sul sovraffollamento delle classi per "inidoneità delle stesse a contenere gli alunni in condizioni di sicurezza, salubrità, igiene e vivibilità". Quella dell'incremento di alunni non compensato da un aumento di docenti, conclude l'Anief, è ormai storia vecchia: negli ultimi cinque anni, a fronte di una maggiorazione di iscritti negli istituti pubblici pari a quasi 100 mila alunni, i Governi che si sono succeduti hanno eliminato quasi 2 mila scuole e 200 mila posti tra docenti e personale Ata (amministrativi, tecnici ed ausiliari).

"Con il risultato che quelli che erano nati, durante la gestione Gelmini, come limiti numerici da adottare in casi eccezionali, sono diventati la norma: nella scuola d'infanzia si è passati da 28 a 29 alunni, alla primaria da 25 a 28 ed alle superiori si sono concesse deroghe fino alla presenza di 33 alunni per classe".

Usr Marche, valutazioni premature

Sono "premature" le cifre diffuse dalla rivista 'Orizzonte Scuola' sul numero di alunni delle classi di alcuni istituti superiori delle Marche, che secondo la rivista sarebbero in prima linea per quanto riguarda le "classi pollaio" con un "record di una classe di 37 ragazzi allo scientifico di Tolentino".

E' la posizione che filtra dall'Ufficio Scolastico regionale dopo la denuncia dell'Anief. Nessun commento ufficiale, ma il rimando alle ultime circolari che fissano a oggi, 10 luglio, il termine per la richiesta da parte dei presidi degli istituti comprensivi di incremento del numero delle classi per il primo ciclo (dalle materne alle medie) e al 15 luglio per il secondo ciclo (istituti superiori). E' vero che gli incrementi di classi debbano riguardare "solo situazioni eccezionali e del tutto residuali", ma gli stessi incrementi possono essere autorizzati dalle autorità scolastiche. Il numero e la composizione delle classi verranno definite più avanti.

Fonte: ANSA

 

Tornano le 'classi pollaio', con una media di 28-30 iscritti per aula e picchi di 37 alunni in una sola classe, come nelle Marche. Lo denuncia l'Anief, spiegando che si tratta di "una vergogna nazionale derivante dal fatto che negli ultimi 5 anni lo Stato ha tagliato 200mila posti tra docenti e Ata, tenuto ai margini 150mila precari abilitati vincitori di concorso e cancellato quasi 2mila scuole.

Il Pd annuncia un'interrogazione parlamentare". Per il prossimo anno scolastico, spiega il sindacato, seppure in presenza di 30mila alunni in più distribuiti nelle varie scuole, il Miur "non vuol sentire parlare di incremento di docenti ma intende attenersi alla legge 111/2011, che impone lo stesso numero di insegnanti dell'anno precedente. Ciò comporterà un numero sempre più alto di alunni per classe, che si aggira ormai mediamente sulle 28-30 unità". Con punte da record: la rivista specializzata "Orizzonte Scuola" riporta che nelle Marche sono state formate prime classi da 33 alunni al linguistico di Pesaro e al Benincasa di Ancona; ci sono poi 36 iscritti al liceo Rinaldini di Ancona e addirittura 37 allo scientifico di Tolentino.

Ma quella dell'incremento di alunni non compensato da un aumento di docenti "è ormai storia vecchia: negli ultimi cinque anni, a fronte di una vistosa maggiorazione di iscritti negli istituti pubblici, pari a quasi 100mila alunni, i Governi che si sono succeduti hanno avuto la 'faccia tosta' - prosegue l'Anief - di eliminare quasi 2mila scuola, 200mila posti tra docenti e personale Ata (amministrativi, tecnici ed ausiliari). Con il risultato che quelli che erano nati, durante la gestione Gelmini, come limiti numerici da adottare in casi eccezionali, sono diventati la norma: nella scuola d'infanzia si è passati da 28 a 29 alunni, alla primaria da 25 a 28 ed alle superiori si sono concesse deroghe fino alla presenza di 33 alunni per classe".

Fonte: TMNews

 

L’Anief comunica che con altre due ordinanze cautelari emanate dal Tar del Lazio sono stati riammessi al concorso “altri 24 docenti che avevano ottenuto agli scritti un punteggio pari ad almeno 18/30 e che il Miur aveva iniquamente escluso imponendo il punteggio di 21/30 per accedere alla successiva prova pratica o laboratoriale”.

L'Anief evidenzia di aver sempre sostenuto che la prova grafica o pratica prevista per alcune classi di concorso delle scuole secondarie deve essere valutata congiuntamente alla prova scritta; soltanto al termine di entrambe deve essere conseguito il punteggio complessivo di almeno 28/40 previsto dal D.Lgs. 297/94.

“In maniera del tutto arbitraria – secondo il sindacato autonomo - invece il Miur ha violato la normativa di riferimento e ha deciso con il D.D.G. 82/2012 di scorporare le prove laboratoriali dalle prove scritte e di valutare preliminarmente i primi tre quesiti fissando il punteggio di 21/30 quale minimo utile per accedere alla successiva prova di laboratorio”.

Il sindacato guidato da Marcello Pacifico fa notare che il “Tar del Lazio ha dato nuovamente ragione all'Anief e ora i candidati che si sono rivolti al nostro sindacato potranno accedere alla prova di laboratorio e proseguire l'iter del concorso da cui il Miur li aveva ingiustamente esclusi”.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

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I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti