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L'approvazione in Senato dell'ordine del giorno sulla stabilizzazione dei precari della scuola rappresenta un atto formale davvero importante: è il commento dell'Anief.

Secondo il sindacato "finalmente si apre una luce a favore di non meno di 200 mila supplenti permanenti, altrimenti in larga parte destinati a rimanere in questo stato per decenni". L'impegno del Governo a "valutare l'opportunità di definire celermente le questioni legate alla procedura d'infrazione Ue 2010/2124, concernente la stabilizzazione del personale scolastico e ad adottarne le più opportune iniziative, anche a carattere normativo", così come riportato nell'odg approvato, per l'Anief assume ancora più rilevanza perché rientra nella discussione dell'approvazione sulla legge europea.

"Se i nostri parlamentari decidono di acquisire le indicazioni dell'Ue in tema di assunzioni - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e da oggi eletto anche segretario organizzativo Confedir - significa che presto dovranno per forza di cose applicare la direttiva comunitaria 1999/70/CE, la quale non ammette deroghe sulle assunzioni a tempo determinato per i precari con almeno 36 mesi di servizio svolto. Così come significa prendere finalmente posizione contro l'attività legislativa adottata, attraverso la Legge 106 del 12 luglio 2011, che ha permesso all'Italia di aggirare questa indicazione europea".

"Ora, se il Parlamento ha deciso di muovere i primi passi, dando seguito alle denunce del nostro sindacato - prosegue Pacifico - significa che anche i lavoratori della scuola possono finalmente sperare di essere trattati alla pari dei colleghi del pubblico impiego e del comparto privato, poiché il nostro Paese rispetterebbe in toto le regole in tema di successione dei contratti".

"Non possiamo che ringraziare il Movimento 5 Stelle - continua ancora Pacifico - per aver portato in Senato una questione di così alta rilevanza per il bene dell'istruzione italiana e dei suoi operatori. A tal fine cogliamo l'occasione per auspicare una presa di posizione dello stesso tenore nell'altro 'ramo' del Parlamento, la Camera, non dimenticando che in una situazione simile al personale della scuola versano i colleghi della sanità pubblica. L'ideale, a questo punto, è arrivare con un consenso politico unanime, a livello parlamentare, in vista dell'approvazione della legge europea. A quel punto - conclude il sindacalista - anche il Governo si dovrà rassegnare".

Fonte: ANSA

 

"L'approvazione odierna in Senato dell'ordine del giorno presentato da Fabrizio Bocchino (M5S), vice presidente della Commissione Istruzione e Cultura, sulla stabilizzazione dei precari della scuola rappresenta un atto formale davvero importante: dopo i ripetuti interventi di Anief e Confedir in questa direzione, finalmente si apre una luce a favore di non meno di 200mila supplenti permanenti, altrimenti in larga parte destinati a rimanere in questo stato per decenni". E' quanto si legge in una nota dei due sindacati.

L'impegno del Governo a "valutare l'opportunita' di definire celermente le questioni legate alla procedura d'infrazione UE 2010/2124, concernente la stabilizzazione del personale scolastico e ad adottarne le piu' opportune iniziative, anche a carattere normativo", cosi' come riportato nell'odg del M5S, "assume ancora piu' rilevanza perche' rientra nella discussione dell'approvazione sulla legge europea", spiegano Anief e Confedir.

"Se i nostri parlamentari decidono di acquisire le indicazioni dell'Ue in tema di assunzioni - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e da oggi eletto anche segretario organizzativo Confedir - significa che presto dovranno per forza di cose applicare la direttiva comunitaria 1999/70/CE, la quale non ammette deroghe sulle assunzioni a tempo determinato per i precari con almeno 36 mesi di servizio svolto. Cosi' come significa prendere finalmente posizione contro l'attivita' legislativa adottata, attraverso il Decreto Legge 70/2011, convertito nella Legge 106 del 12 luglio 2011, che ha permesso all'Italia di aggirare questa indicazione europea".

"Ora, se il Parlamento ha deciso di muovere i primi passi, dando seguito alle denunce del nostro sindacato, - prosegue Pacifico - significa che anche i lavoratori della scuola possono finalmente sperare di essere trattati alla pari dei colleghi del pubblico impiego e del comparto privato, poiche' il nostro Paese rispetterebbe in toto le regole in tema di successione dei contratti".

Anief-Confedir ritengono che da un punto di vista pragmatico l'indicazione del Senato potrebbe interessare almeno 200 mila precari della scuola. Gli stessi a cui il sindacato da' da tempo sostegno per garantire sia l'equiparazione economica del personale di ruolo, sia risarcimenti adeguati per il perdurare illegittimo dello stato professionale di supplenti, benche' nella maggior parte di casi avessero superato da tempo il 'tetto' minimo dei 36 mesi di servizio svolto.

A tale scopo continuano le azioni giudiziarie del sindacato, presso i tribunali del lavoro, al fine di sollecitare il pronunciamento della Corte di Giustizia europea sulla legittimita' dell'intervento retroattivo e derogatorio del legislatore italiano in tema di stabilizzazione dei precari della scuola.

"Non possiamo che ringraziare il Movimento 5 Stelle – continua ancora Pacifico - per aver portato in Senato una questione di cosi' alta rilevanza per il bene dell'istruzione italiana e dei suoi operatori. A tal fine cogliamo l'occasione per auspicare una presa di posizione dello stesso tenore nell'altro 'ramo' del Parlamento, a Palazzo Montecitorio, non dimenticando che in una situazione simile al personale della scuola versano i colleghi della sanita' pubblica. L'ideale, a questo punto, e' arrivare con un consenso politico unanime, a livello parlamentare, in vista dell'approvazione della legge europea. A quel punto - conclude il sindacalista Anief-Confedir - anche il Governo si dovra' rassegnare".

Fonte: Italpress

 

Alla luce di una giusta equiparazione tra personale assunto a tempo indeterminato e personale precario, assunto annualmente con contratto a tempo determinato, è importante ricordare che l’aspettativa retribuita è un diritto anche del docente precario.

Già la sentenza n.360 del Tribunale di Verona del 26 maggio 2011 aveva confermato che l’applicazione del congedo straordinario per dottorato di ricerca, di cui all'art. 52 comma 57 della Legge 448/01, va applicata anche al personale a tempo determinato e che l'interpretazione restrittiva contenuta nella circolare 15/11 è errata.

D’altronde la logica, con cui è stata concepita la norma sull’aspettativa retribuita per svolgere un dottorato di ricerca, è quella di favorire il dipendente pubblico, a prescindere dallo stato giuridico del suo contratto di lavoro, per acquisire una più approfondita formazione professionale.

Quanto detto viene confermato da una recentissima ordinanza del Tribunale del lavoro di Napoli che dà piena ragione all'Anief e afferma il diritto di un docente precario a godere dell'aspettativa retribuita a seguito di ammissione a corso di dottorato di ricerca privo di borsa di studio.

Il sindacato ha in questo modo tutelato i diritti del proprio iscritto, che in prima istanza aveva ricevuto dal proprio dirigente scolastico l’aspettativa retribuita per svolgere un dottorato di ricerca privo di borsa di studio, per poi vedersi revocato unilateralmente questo beneficio, commutato in una aspettativa non retribuita e quindi senza assegni.

Il legale, che si è occupato della tutela dei diritti dell’iscritto, ottiene, tramite ordinanza ex art. 700 c.p.c. e in tempi celeri, la dichiarazione, da parte del giudice del lavoro di Napoli, di illegittimità degli atti emanati dal MIUR con l'intento di revocare l'aspettativa retribuita precedentemente concessa e riconosce la sussistenza del “pericolo di danno alla crescita professionale” arrecato dall'amministrazione al docente a tempo determinato.

Noi riteniamo, proprio per la giusta equiparazione tra docenti a tempo indeterminato e a tempo determinato, richiamata anche dalla direttiva europea 1999/70, che il Miur debba intervenire con un’altra circolare per chiarire inequivocabilmente questo modo difforme di intrepretare la norma in modo restrittivo e dannoso per i precari.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

A settembre un docente su sei non sarà al suo posto. Lo sostiene l'Anief sottolineando come "ancora una volta un ministro non tiene fede agli impegni presi sulle assunzioni dei precari".

"Annunciando appena 12mila immissioni in ruolo di docenti e 3mila di personale Ata (amministrativi, tecnici, ausiliari e Dsga), da attuare nel corso di questa estate, sempre se autorizzate dai funzionari di viale XX Settembre, il ministro Carrozza ha sconfessato - spiega l'associazione - quanto aveva detto pochi giorni prima, sostenendo di voler stabilizzare 35mila docenti di sostegno e di voler portare a termine il piano triennale di assunzioni prodotto nel 2011 attraverso un accordo interministeriale contenente ben altri numeri.

Se a questo aggiungiamo i 5.400 lavoratori non docenti non assunti quest'anno per via della irrisolta questione degli inidonei, gli 11.542 prossimi vincitori del concorso a cattedra e i circa 100mila supplenti che annualmente vengono assunti, di cui almeno 20mila su posti vacanti, ci rendiamo conto che le cifre indicate dal ministro Carrozza rappresentano veramente una goccia nel mare: le assunzioni che il Miur doveva chiedere erano 70mila e non 15mila". L'Anief chiede quindi che da subito vengano attuate le assunzioni su tutti i posti liberi, dando così anche seguito alle indicazioni Ue sulla materia.

E dopo aver osservato che i ministri dell'Istruzione "fanno a gara a chi produce le 'bufale' più grandi", aggiunge che "anche il ministro Carrozza ha subito imparato la 'lezione': quando dice, come ha fatto nelle ultime ore alle commissioni Cultura, che l'anno scolastico inizierà regolarmente ci racconta l'ennesima 'bufala'. Come si fa, infatti, a nominare d'incanto oltre 100mila supplenti, dal momento - fa notare l'Anief - che le immissioni in ruolo si concluderanno in quei giorni, anziché, come accadeva fino a qualche anno fa, entro il 31 luglio? Anche in questo caso, non bisogna essere dei maghi per sapere che le lezioni a settembre riprenderanno con un docente su sei che non sarà al suo posto".

Fonte: ANSA

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti