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La denuncia è di Giuseppe Faraci presidente regionale Anief Piemonte: due casi simili in poche settimane fanno venire il sospetto che dietro a questo genere di convocazioni vi sia l’ombra dei favoritismi, il dirigente dell’A.T. deve fare chiarezza. Morale: è paradossale che ci si riesca a complicare la vita anche nell’era di internet.

“Lei è convocato da questa istituzione scolastica per la stipula di un contratto a tempo determinato nel profilo di assistente amministrativo. Visti i tempi stretti per l’assegnazione della supplenza, qualora entro un’ora non dovesse pervenire una sua risposta affermativa, saremo costretti a ritenerla non interessata alla supplenza”. E’ accaduto più o meno a che questo nell’anno scolastico che ci stiamo mettendo alle spalle: la richiesta di aderire ad una convocazione per un contratto come Ata entro 60 minuti e per giunta via e-mail, come se un aspirante supplente sia obbligato ad andare in giro con il computer sotto gli occhi.

Quel che è grave è che il fatto non è isolato. La denuncia giunge dalla sezione dell’Anief di Biella, la provincia dove nel mese di aprile è stata inviata una proposta “di nomina per la copertura di una supplenza breve a mezzo e-mail con tempo di risposta, al fine dell’accettazione, entro un’ora dal ricevimento della stessa”.

Il fatto si sarebbe ripetuto qualche settimana fa, sempre in un istituto “delle valli biellesi. La scuola – spiega Il presidente regionale Anief Piemonte, Giuseppe Faraci - propone sempre via e-mail una supplenza breve dando un tempo massimo per accettare la nomina di un’ora. L’email viene inviata alle ore 12:36 con termine per la risposta fissato alle 13:36. Ad allarmarci ulteriormente – continua il sindacalista - è la circostanza che la dirigente scolastica di una delle due scuole è anche dirigente sindacale del comparto scuola e – secondo alcune indiscrezioni che ci auguriamo prive di fondamento – chi ha preso quella supplenza, l’unico a rispondere, parrebbe essere un suo collaboratore sindacale”.

Il timore del sindacato autonomo è che dietro alla convocazione lampo si nasconda la volontà di assegnare la supplenza ad un candidato “amico”. Rispettando così la graduatoria solo formalmente. Per il responsabile dell’Anief Piemonte c’è dell’altro: “la supplenza in questione è stata proposta per qualche giorno ma che, guarda caso, pare si protrarrà per tutto il mese luglio; secondo alcuni, i soliti maligni, potrebbe addirittura continuare anche ad agosto”.

Solo coincidenze? Pure illazioni? Forse. Ma il sospetto rimane. Per questo il sindacato ha chiesto al dirigente responsabile dell’ex provveditorato “di Biella – che sicuramente vorrà disporre anche i necessari accertamenti in ordine ai presunti favoritismi – di intervenire immediatamente nei confronti della scuola, affinché si interrompa il contratto stipulato e si ripetano le procedure di convocazione e di nomina secondo principi di ragionevolezza, garantendo un congruo lasso di tempo per la risposta. E contemporaneamente, inviare a tutte le scuole di Biella una comunicazione interna che, alla luce dei fatti sopra esposti, eviti il ripetersi di tale situazione”.

Certo, quello delle convocazioni rimane un problema non sempre di facile soluzione. In certi casi le convocazioni via telefono, la procedura più sicura, possono essere troppo lunghe e dispendiose. Gli sms non garantiscono la ricezione. Il fax non lo posseggono tutti gli aspiranti supplenti. Rimane però paradossale che nell’era di internet, delle risposte in tempo reale, possano ancora accadere queste cose.

Vuoi vedere che in certi casi il tradizionale telegramma, inviato ai primi 5-10 supplenti meglio posizionati in graduatoria, rimane l’uovo di colombo?

Tecnica della Scuola

 

La conclusione dei Tfa ordinari e il contemporaneo (quasi) avvio dei Percorsi abilitanti speciali fa tornare in auge l’ambizione per gli abilitati post Ssis di accedere alle graduatorie ad esaurimento. Ognuno si muove come crede meglio: c’è chi crea gruppi su Facebook, chi lancia petizioni, chi mette gruppi di precari contro e chi li unisce. L’obiettivo però è sempre lo stesso: entrare nelle liste di attesa che portano dritti al ruolo.

Se sono state trasformate da graduatorie “permanenti” ed “esaurimento” un motivo logico c’era: al Miur hanno voloto creare una barriera verso l’inarrestabile ascesa del numero di iscritti. I risultati, però, soprattutto per via della riforma delle pensioni, non sono stati conformi a quelli sperati: le GaE sono rimaste piene zeppe di gente. Non solo: quelle che oggi raccolgono, a detta del Miur, 168mila docenti precari abilitati (a nostro avviso sono almeno 30mila di più), nel frattempo sono diventate le liste di attesa più desiderate dalla categoria dei supplenti.

Riuscire ad entrare nelle GaE comporta, infatti, il diritto ad essere chiamati con priorità per le supplenze più importanti. E soprattutto di poter approdare, senza essere sottoposti ad ulteriori selezioni o concorsi, all’agognato ruolo. Ecco che, così, chiedono accesso nelle Gae gli oltre 21mila che proprio in questi giorni si stanno abilitando attraverso i Tfa ordinari.

C'è chi si muove autonomamente, rivolgendosi ad un legale di fiducia. Ma la maggior parte cerca di far valere i propri diritti raggruppandosi. Anche su Facebook: uno di questi gruppi si presenterà il prossimo 15 luglio davanti al Miur, per manifestare tutto il proprio dissenso contro l’esclusione dalle graduatorie più importanti: spiegano di essere passati per “il superamento di tre dure prove selettive di accesso, di numerosi esami di scienze dell’educazione e delle discipline specifiche di insegnamento, la frequenza di un tirocinio nelle scuole, il sostenimento di una prova conclusiva con relazione e discussione finale, nonché il pagamento di una cospicua tassa d’iscrizione”. Considerando che le loro attività formative sono state svolte nelle università, non hanno tutti i torti: il percorso cui sono sono stati sottoposti è davvero molto simile a quello che per dieci anni era stato creato per i sissini. Ma l’epilogo è decisamente diverso.

Ancora prima di iniziare la loro esperienza abilitanti, si fanno sentire pure i candidati dei neonati Percorsi abilitanti speciali (che nella dicitura hanno preso il posto dei Tfa speciali): rivendicano sia il riconoscimento del punteggio pieno (2 punti al mese per un massimo di 12 punti l’anno) per il servizio di supplenza svolto con titolo richiesto, sia l’inserimento nelle GaE: “non ci sembra giusto dover subire tante discriminazioni rispetto a tutti gli altri, crediamo e pretendiamo che ci venga riconosciuta la nostra professionalità”, si legge in una delle petizioni on line avviate per l’occasione.

A rendere più infuocata la situazione ci sono poi le associazioni e i sindacati. L’Adi, l’Associazione docenti italiani, sta raccogliendo adesioni per tentare di tenere tutti gli abilitati Pas dietro a coloro che hanno terminato con successo i Tfa ordinari. “Mentre 18.000 corsisti, in gran parte giovani, stanno in questi giorni discutendo la tesi che conclude il primo TFA ordinario, con il miraggio di conquistarsi un posto in seconda fascia delle graduatorie di istituto, - sostiene l’Adi - scoppia su tutti la bomba dell’ennesima sanatoria. Il PAS elargirà l abilitazione a 75.000 persone, che satureranno le graduatorie, sbaragliando i giovani”. Questi ultimi, gli aspiranti docenti che si sono laureati da poco, si ritroverebbero inevitabilmente in fondo alle graduatorie, per via della mancanza di punti legati al servizio.

Se l’Adi mette i due schieramenti (Tfa e Pas) un contro l’altro armato, l’Anief non fa differenze. E difende tutti. L’8 luglio il sindacato guidato da Marcello Pacifico ha pubblicato un duro comunicato, nel quale si parla di “pasticcio del Miur”, con “esclusioni incomprensibili e punteggi stravolti nelle graduatorie dei precari”: l’Anief punta quindi il dito contro i 30 punti che il Miur concede “alle abilitazioni estere corrispondenti ai percorsi SSIS”, mentre chi “ha conseguito un semestre aggiuntivo o si abilita con il TFA ordinario rimane fuori, a meno che abbia adesso completato la SSIS di prima abilitazione ‘congelata’ in precedenza”. Per il sindacato autonomo sono “pazzie di un Paese alla deriva, che accoglie (giustamente) nelle proprie scuole chi si abilita all’estero ma caccia incredibilmente i docenti che abilita in Italia a numero chiuso. E poi si parla di fuga dei cervelli”. Per questo “annuncia ricorsi in tribunale contro l’evidente disparità di trattamento e mette a disposizione il modello cartaceo per lo scioglimento della riserva delle categorie escluse”. Questi i profili per i quali l’Anief si rivolgerà “alla magistratura per ottenere giustizia”, perchè “i titoli non sono carta straccia: abilitati con semestre aggiuntivo o secondo biennio di specializzazione già inseriti con riserva in III fascia; abilitati TFA ordinario non inseriti in GaE; aventi titolo alla priorità nella scelta della sede L. 104/92”.

Fonte: Tecnica della Scuola

"Prendono finalmente il via i corsi organizzati dal ministero dell'Istruzione per far abilitare all'insegnamento almeno 80 mila docenti precari: il regolamento e' stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 luglio 2013 ed entrera' in vigore dal prossimo 19 luglio. Gli interessati avranno 30 giorni di tempo per produrre la domanda di partecipazione, utilizzando il sistema on line predisposto sempre dal Miur". Lo afferma in una nota l'Anief.

"La frequenza dei corsi, che verranno affidati alle universita' e prenderanno il via non prima dell'autunno, permettera' a tanti precari della scuola di aggiungere una certificazione indispensabile al fine della loro assunzione in ruolo – prosegue la nota -. Tuttavia, sono molti i docenti ad essere stati ingiustamente esclusi da queste procedure abilitanti: il sindacato Anief annuncia sin d'ora che si battera' a tutti i livelli perche' si permetta loro di acquisire il titolo di abilitazione all'insegnamento. Sono diverse le casistiche per le quali il sindacato e' pronto ad impugnare il regolamento giunto in Gazzetta Ufficiale. Innanzitutto Anief difendera' tutti i docenti a cui verra' negato l'accesso malgrado siano in possesso di 365 giorni complessivi di supplenze svolte con il titolo di studio richiesto: si tratta della soglia minima prevista della normativa vigente e non a caso richiesta in occasione di tutte le sessioni abilitanti riservate svolte fino ad oggi".

Inoltre Anief presentera' ricorso "perche' l'amministrazione ha deciso di non far valere il 2012/2013 come annualita' utile per partecipare ai percorsi speciali abilitanti: si tratta di una scelta del tutto immotivata, visto che l'anno scolastico e' finito da tempo e i precari hanno il diritto di far accreditare il loro servizio d'insegnamento svolto".

"Il sindacato presentera' ricorso, inoltre, per l'illegittima esclusione dai corsi abilitanti del personale gia' di ruolo nelle scuole pubbliche (perche' e' concessa la possibilita' solo ai colleghi delle scuole paritarie?) e dei dottori di ricerca (perche' non si tiene conto del loro percorso altamente formativo e d'insegnamento di livello superiore?) - conclude il sindacato -. Anief, infine, si impegnera' perche' tutti coloro che si abiliteranno attraverso i corsi abilitanti speciali, come attraverso i Tfa ordinari, possano essere inseriti a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento e cosi' accedere direttamente alle supplenze annuali e alle immissioni in ruolo. Per informazioni piu' dettagliate basta collegarsi al sito internet www.anief.org".

Fonte: Italpress

 

Al via i corsi organizzati dal ministero dell'Istruzione per far abilitare all'insegnamento almeno 80mila docenti precari: il regolamento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore dal prossimo 19 luglio. Gli interessati avranno 30 giorni di tempo per produrre la domanda di partecipazione, utilizzando il sistema on line predisposto sempre dal Miur. Lo fa sapere l'Anief.

La frequenza dei corsi, che verranno affidati alle università e prenderanno il via non prima dell'autunno, permetterà a tanti precari della scuola di aggiungere una certificazione indispensabile al fine della loro assunzione in ruolo. Tuttavia, nota il sindacato, "sono molti i docenti ad essere stati ingiustamente esclusi da queste procedure abilitanti: Anief annuncia sin d'ora che si batterà a tutti i livelli perché si permetta loro di acquisire il titolo di abilitazione all'insegnamento".

Fonte: ANSA

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti