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"Il ministro dell'Istruzione deve essere stato informato male: non e' possibile utilizzare la nuova normativa sui 'Bisogni Educativi Speciali' per ridurre da 101 mila a 90 mila le cattedre di sostegno, operando un taglio di 11 mila docenti. Affidare un ragazzo con problemi di apprendimento, seppure non gravi, ad un insegnante non specializzato comporta infatti un'operazione illegittima, che i genitori possono facilmente impugnare per far avere ai propri figli l'adeguata assistenza allo studio".

Cosi' Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri, commenta le intenzioni espresse dal ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, di adottare l'ultima direttiva ministeriale in materia di sostegno alla disabilita' e fragilita' degli studenti.

"Se il Miur attuera' una riduzione di diverse migliaia di cattedra di sostegno – afferma Pacifico - il nostro sindacato ricorrera' sicuramente al Tar: in base alla normativa in vigore, infatti, gli insegnanti curricolari possono affrontare solo i bisogni educativi speciali che non sono stati certificati dalle autorita' sanitarie. Non si puo', inoltre, barattare l'aumento dell'organico di diritto con la riduzione dell'organico complessivo. L'organico di diritto - conclude - dovrebbe corrispondere infatti agli oltre 100mila attuali posti e questo garantirebbe di mantenere in vita il rapporto di un docente ogni due alunni con disabilita' previsto dalla legge".

Fonte: Italpress

 

Il ministro dell'Istruzione è "pronta a tagliare 11 mila docenti di sostegno, ma i diritti dei disabili non si possono barattare". Lo denuncia l'Anief annunciando di essere pronta a ricorrere al Tar.

"Il ministro dell'Istruzione deve essere stato informato male: non è possibile utilizzare la nuova normativa sui 'Bisogni Educativi Speciali' per ridurre da 101 mila a 90 mila le cattedre di sostegno, operando un taglio di 11 mila docenti. Affidare un ragazzo con problemi di apprendimento, seppure non gravi, a un insegnante non specializzato comporta infatti - spiega il presidente dell'associazione Marcello Pacifico - un'operazione illegittima, che i genitori possono facilmente impugnare per far avere ai propri figli l'adeguata assistenza allo studio". "Se il Miur attuerà una riduzione di diverse migliaia di cattedra di sostegno - avverte Pacifico - il nostro sindacato ricorrerà sicuramente al Tar: in base alla normativa in vigore, infatti, gli insegnanti curricolari possono affrontare solo i bisogni educativi speciali che non sono stati certificati dalle autorità sanitarie. Non si può, inoltre, barattare l'aumento dell'organico di diritto con la riduzione dell'organico complessivo. L'organico di diritto dovrebbe corrispondere infatti agli oltre 100mila attuali posti e questo garantirebbe di mantenere in vita il rapporto di un docente ogni due alunni con disabilità previsto dalla legge".

Per l'Anief è "inconcepibile l'idea del Miur di concedere l'immissione in ruolo di una parte di questi docenti chiedendo la sparizione di una parte di loro. E tirare in ballo la circolare del 27 dicembre 2012 per giustificare la mancata assegnazione di un docente specializzato nel sostegno a un alunno con problemi di apprendimento non ha assolutamente senso: l'assegnazione di adeguato supporto ai disabili, compresa l'entità delle ore di sostegno - osserva - è un impegno formale che va necessariamente affidata ad un insegnante formato per questo scopo. E a sostenerlo non è l'Anief, ma le leggi che si sono susseguite negli anni. A partire dalla L. 104/1994 e della L. 296/2006, oltre che da varie sentenze, come quelle dalla Corte Costituzionale n. 80 del 2010, secondo cui i bisogni speciali debitamente certificati non possono essere delegati agli insegnanti delle materie curricolari".

Fonte: ANSA

 

"Anief lo aveva detto in tempi non sospetti: il modello voluto dall'ex ministro Profumo avrebbe comportato una chiara lesione ai diritti dei neo-diplomati". E' quanto si legge in una nota dell'Anief.

Il presidente Anief, Marcello Pacifico, "indica la strada da percorrere: cancellare il decreto n. 21/2008, abolire il numero chiuso, potenziare l'orientamento, introdurre monitoraggi periodici, elevare l'obbligo formativo sino alla fine della scuola superiore. Oggi le nuove modalita' cervellotiche introdotte all'ultimo momento dall'ex ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, per selezionare i candidati ai corsi universitari a numero chiuso sono state sapientemente stoppate dal nuovo ministro Maria Chiara Carrozza. La quale, oltre ad aver ristabilito le canoniche date di inizio settembre, sarebbe anche in procinto di firmare un nuovo decreto sulle modalita' delle prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale per l'a.a. 2013/14. Ancora una volta aveva ragione l'Anief, che in tempi non sospetti si era subito espressa contro "un'operazione destinata a realizzare l'obiettivo opposto a quel che ci chiede l'Unione Europea, ovvero elevare il prima possibile il numero di studenti che raggiungono un alto titolo di studio".

Il giovane sindacato ritiene che con la decisione presa oggi dal ministro Carrozza, si evita finalmente di discriminare gli studenti dell'ultimo anno della scuola superiore: introdurre un test immediatamente dopo la conclusione degli Esami di Stato, senza permettere loro di prepararsi adeguatamente alla selezione, avrebbe rappresentato una chiara lesione al diritto allo studio costituzionalmente garantito".

"Se pero' ora il ministro vuole completare la sua lodevole iniziativa avviata oggi - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri – dovrebbe anche rivedere il decreto 'madre', il n. 21 del 2008, che ha introdotto il bonus da assegnare solo agli studenti che conseguono un elevato punteggio alla maturita': si tratta di un'operazione chiaramente discriminatoria perche' non tiene conto delle particolarita' dei vari corsi, oltre che del tessuto sociale e familiare dove sono collocati".

"Per superare del tutto questa condizione, che ci continua a tenere lontani dai migliori modelli formativi terziari europei - conclude Pacifico - , Anief torna a chiedere l'abolizione del numero chiuso. E nel contempo l'avvio di veri percorsi di orientamento per tutte le classi terminali delle scuole superiori, affidandoli a studenti-senior e ricercatori esperti che operino come tutor, assieme a dei monitoraggi periodici per l'accesso ai corsi universitari”.

Fonte: Italpress

 

"Nel pubblico impiego c'e' una categoria professionale che piu' delle altre ha motivo di lamentarsi per avere a fine mese delle buste paga sempre piu' modeste: sono gli insegnanti e il personale del Miur, i quali nel 2012 hanno percepito mediamente 39.436 euro, contro i 43.533 dei colleghi del ministero del Lavoro, i 48.296 di quelli del ministero delle Politiche agricole e i 57.799 euro del ministero della Salute.

La 'classifica' e' stata realizzata dalla Ragioneria generale dello Stato, che ha anche rilevato una riduzione complessiva per la spesa dei dipendenti pubblici del 2,21%".

"I risparmi di spesa, piuttosto che essere indirizzati sui costi della politica, sulle consulenze e sugli strumenti che forniscono i servizi – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri - si abbattono orami sistematicamente per una precisa scelta dei governanti sugli stipendi del personale del pubblico impiego. Che, infatti, dal 2010 sono stati bloccati. Ma i veri 'agnelli sacrificali' sono gli insegnanti ed il personale non docente della scuola, a cui la legge ha sottratto gli scatti automatici, i quali corrispondono alla loro unica strada per accedere a degli incentivi legati alla carriera".

Fonte: Italpress

 

Nel pubblico impiego c'è una categoria professionale che più delle altre ha motivo di lamentarsi per avere a fine mese delle buste paga sempre più modeste: sono gli insegnanti e il personale del Miur, i quali nel 2012 hanno percepito mediamente 39.436 euro, contro i 43.533 dei colleghi del ministero del Lavoro, i 48.296 di quelli del ministero delle Politiche agricole e i 57.799 euro del ministero della Salute.

La "classifica" è stata realizzata dalla Ragioneria generale dello Stato - e riportata dall'Anief, Associazione professionale sindacale - che ha anche rilevato una riduzione complessiva per la spesa dei dipendenti pubblici del 2,21%. "I risparmi di spesa, piuttosto che essere indirizzati sui costi della politica, sulle consulenze e sugli strumenti che forniscono i servizi - sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola e i quadri - si abbattono orami sistematicamente per una precisa scelta dei governanti sugli stipendi del personale del pubblico impiego. Che, infatti, dal 2010 sono stati bloccati. Ma i veri 'agnelli sacrificali' sono gli insegnanti ed il personale non docente della scuola, a cui la legge ha sottratto gli scatti automatici, i quali corrispondono alla loro unica strada per accedere a degli incentivi legati alla carriera".

Fonte: ANSA

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

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Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti