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"Ancora una volta i giudici danno ragione ai legali dell'Anief. Gli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli ottengono l'accoglimento della richiesta di partecipazione al concorso dei docenti laureati negli ultimi dieci anni che hanno presentato la domanda e sono stati esclusi dal Miur". Lo rende noto l'Anief.

"Ora possono partecipare anche i giovani laureati esclusi. Migliaia di aspiranti si erano rivolti nei giorni scorsi al sindacato per ottenere tutela giudiziaria contro un atto amministrativo irragionevole che discrimina gli aspiranti candidati in base alla data di conseguimento della laurea - sottolinea il presidente dell'Anief, delegato Confedir per la scuola -. Nei prossimi giorni saranno discussi gli altri ricorsi. Ora si attende analogo accoglimento per i docenti di ruolo".

È ancora possibile ricorrere per presentare analoghi ricorsi per gli altri candidati laureati esclusi entro 60 giorni dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale del bando. Pertanto Anief ha riaperto i termini di adesione per chi ha presentato la domanda. È necessario richiedere le istruzioni operative inviando una e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro e non oltre mercoledì 14 novembre.

Fonte: Italpress

 

Gli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, del sindacato Anief, hanno ottenuto l'accoglimento della richiesta di partecipazione al concorso dei docenti laureati negli ultimi dieci anni che hanno presentato la domanda e sono stati esclusi dal Miur.  

Il presidente dell'Anief, delegato Confedir per la scuola, spiega: "Ora possono partecipare anche i giovani laureati esclusi. Migliaia di aspiranti si erano rivolti nei giorni scorsi al sindacato per ottenere tutela giudiziaria contro un atto amministrativo irragionevole che discrimina gli aspiranti candidati in base alla data di conseguimento della laurea. Nei prossimi giorni saranno discussi gli altri ricorsi. Ora si attende analogo accoglimento per i docenti di ruolo".

È ancora possibile ricorrere per presentare analoghi ricorsi per gli altri candidati laureati esclusi entro 60 giorni dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale del bando. Pertanto Anief ha riaperto i termini di adesione per chi ha presentato la domanda.

Fonte:TMNews

 

Secondo alcune indiscrezioni, nei prossimi giorni il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, sarebbe intenzionato a firmare il regolamento che per la prima volta introduce una cadenza periodica dei concorsi di tipo biennale.  

Secondo l'Anief, se queste sono le intenzioni del Miur, "stiamo assistendo a una sorta grande spot. Forse utile all'avvicinarsi della competizione elettorale politica. Ma non di certo al bene dalla scuola e di chi vi opera. Per bandire un concorso con modalità innovative - sostiene Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - il ministero deve necessariamente superare il cosiddetto Testo Unico, che prevede il rinnovo dei concorsi ogni tre anni. E per farlo, Profumo deve per forza introdurre un regolamento attuativo della legge 244/2007, approvata durante la gestione Fioroni, legato alla formazione iniziale. Solo che per concludere questo passaggio è obbligatorio il passaggio in Parlamento.  

L'esame delle commissioni Cultura di Camera e Senato - continua Pacifico - non è facoltativo. E lo stesso obbligo riguarda la revisione delle classi di concorso di insegnamento. Quelle che sempre il ministro Profumo avrebbe promesso di approvare entro pochissimi mesi, in modo da utilizzarle proprio per il concorso a cattedra del prossimo anno. Ma a quanto risulta all'Anief, i parlamentari deputati a tali verifiche ad oggi non hanno ancora nemmeno ricevuto le proposte ufficiali su nuovi concorsi e insegnamenti.

Come si fa allora a continuare a prendere in giro centinaia di migliaia di aspiranti docenti, dal momento che i tempi per il nuovo reclutamento non sono ancora maturi?". A questo punto, secondo l'Anief non vi sono dubbi: il ministro Profumo "farebbe bene, nei pochi mesi di mandato rimasti, ad adottare una politica meno fantasiosa e più di sostanza".

Fonte: Italpress

 

"I numeri emessi oggi dal Miur sulle domande presentate per partecipare al concorso a cattedra per 11mila posti - oltre 320 mila candidati, con un'età media vicina ai 40 anni e per due terzi senza esperienza sul campo - confermano in pieno quanto l'Anief sostiene da mesi: con questa selezione diretta il Governo non vuole di certo stabilizzare i 250 mila precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, tanto è vero che meno della metà di questi ha deciso di parteciparvi".

È quanto afferma in una nota il sindacato, che prosegue: "E’ ora evidente a tutti che il Ministero dell'Istruzione ha invece solo un obiettivo: lasciare i giovani al palo e mettere in competizione decine di migliaia di italiani disoccupati over 40, illudendoli con il miraggio del posto fisso. Solamente uno ogni trenta aspiranti, infatti, la spunterà e diventerà insegnante nel prossimo biennio".

"I dati pubblicati oggi dal Miur - commenta Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - dimostrano chiaramente che i precari della scuola hanno snobbato il concorso-farsa. E che coloro che avrebbero avuto più motivi per mettersi in gioco, i giovani, sono rimasti esclusi da una norma incostituzionale che prevede l'accesso alle selezioni solo per coloro che hanno una laurea conseguita da almeno dieci anni. Si tratta di un'esclusione inconcepibile: a parità di titolo, infatti, tutti hanno lo stesso diritto a partecipare al concorso pubblico".

"E' ormai sempre più evidente - continua Pacifico - che il ministro Profumo è stato sconfessato dai fatti. Sia per le tantissime domande, circa 215mila, presentate da personale senza un minimo di esperienza nella scuola, sia perché lasciando fuori i neo-laureati non si ringiovanisce di certo un'età media di insegnamento già tra le più alte al mondo".

L'Anief torna quindi a chiedere al Governo e all'Amministrazione di "non insistere con questa fumosa politica di stabilizzazioni, priva di una reale progettualità. La precedenza nelle immissioni in ruolo, infatti, sarebbero dovuta andare ai precari che hanno svolto almeno tre anni di servizio - sottolinea il sindacato -. Come previsto, del resto, da una direttiva comunitaria che però nel nostro Paese continua ad essere sistematicamente ignorata. A questo punto, il giovane sindacato non ha dubbi: la parola non può che passare ai tribunali della repubblica italiana".

Fonte: Italpress

 

Il concorso per docenti segna un "boom di laureati over 40 privi di esperienza, E solo 100mila provengono dalle graduatorie", sottolinea l'Anief, avvertendo: "Il governo ha fallito. E' così che si aiutano giovani e precari? Il ministro Profumo è sconfessato dai fatti".

I dati ufficiali pubblicati oggi dal Miur sulle domande presentate per partecipare al concorso a cattedra per 11mila posti - oltre 320mila candidati, con un'età media vicina ai 40 anni e per due terzi senza esperienza sul campo - "confermano in pieno quanto l'Anief sostiene da mesi: con questa selezione diretta il Governo non vuole di certo stabilizzare i 250mila precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, tanto è vero che meno della metà di questi ha deciso di parteciparvi".

"È ora evidente a tutti che il Ministero dell'Istruzione ha invece solo un obiettivo: lasciare i giovani al palo e mettere in competizione decine di migliaia di italiani disoccupati over 40, illudendoli con il miraggio del posto fisso. Solamente uno ogni trenta aspiranti, infatti, la spunterà e diventerà insegnante nel prossimo biennio", ricorda l'Anief. 

"I numeri emessi oggi dal Miur - commenta Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - dimostrano chiaramente che i precari della scuola hanno snobbato il concorso-farsa. E che coloro che avrebbero avuto più motivi per mettersi in gioco, i giovani, sono rimasti esclusi da una norma incostituzionale che prevede l'accesso alle selezioni solo per coloro che hanno una laurea conseguita da almeno dieci anni. Si tratta di un'esclusione inconcepibile: a parità di titolo, infatti, tutti hanno lo stesso diritto a partecipare al concorso pubblico".

"È ormai sempre più evidente - continua Pacifico - che il ministro Profumo è stato sconfessato dai fatti. Sia per le tantissime domande, circa 215mila, presentate da personale senza un minimo di esperienza nella scuola, sia perché lasciando fuori i neo-laureati non si ringiovanisce di certo un'età media di insegnamento già tra le più alte al mondo".

L'Anief torna quindi a chiedere al governo e all'amministrazione "di non insistere con questa fumosa politica di stabilizzazioni, priva di una reale progettualità. La precedenza nelle immissioni in ruolo, infatti, sarebbe dovuta andare ai precari che hanno svolto almeno tre anni di servizio. Come previsto, del resto, da una direttiva comunitaria che però nel nostro Paese continua ad essere sistematicamente ignorata". E a questo punto, il sindacato non ha dubbi: "La parola non può che passare ai tribunali della Repubblica".

Fonte: TMNews

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

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I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti