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Dice l’Anief: “Chi conosce la legislazione sa che il contratto e la progressione di carriera per il 2010/ 2013 è bloccato e sa che tale blocco è incostituzionale”.

“Quello che sta accadendo ha dell’incredibile”, continua Anief, “perché in cambio del pagamento di un’una tantum, che non avrà effetti sulla copertura pensionistica, si decide di far comunque privare i lavoratori degli altri fondi necessari allo svolgimento e al potenziamento dell'attività didattica”.

Per Anief infatti, l’atto di indirizzo predisposto dal Governo per il ventilato recupero della validità dell'anno 2011 ai fini delle progressioni di carriera e il relativo pagamento degli scatti di anzianità non può essere considerato un obiettivo centrato: non si può superare una legge con un accordo, ma bisogna rivolgersi alla Corte costituzionale, come hanno fatto i giudici ottenendo giustizia.

Per questo motivo Cisl, Uil, Snals e Gilda, dice Anief, sbagliano a svendere i diritti dei lavoratori sospendendo lo sciopero generale a poche ore dal suo svolgimento annunciato da oltre un mese.

Ma Anief dice qualcosa di più: “impugneremo l'accordo e porteremo in tribunale i sindacati che durante il blocco del contratto invece di ricorrere alla Consulta hanno svenduto i diritti dei lavoratori. Sembrava che dopo quattro anni avessero costituito un fronte unito, scioperando in blocco. Ma ora, a un giorno dello sciopero, tornano sui loro passi in cambio di una promessa tutta da verificare. Farebbero meglio a dimettersi per salvare l'istituzione che rappresentano. Nel frattempo come per i giudici, Anief farà riconoscere ai lavoratori i loro diritti e citerà in tribunale anche questi pseudosindacalisti”.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

Ieri la notizia, anticipata dalla nostra redazione la sera prima, dello stop alla sciopero del 24. Un fermo che ha diviso i sindacati su diverse posizione. CISL, UIL, SNALS, GILDA esultano per l'accordo sugli scatti stipendiali raggiunto col Governo. FLCGIL prosegue nella sua azione di protesta. Intervengono GILDA Venezia e Ministro per rassicurare sui fondi alle scuole che saranno tagliati per pagare gli scatti.

Cisl, Uil, Snals e Fgu-Gilda hanno divulgato un comunicato congiunto al fine di dichiarare la propria soddisfazione per la decisione del Governo di inviare l’atto di indirizzo all’Aran e per revocare lo sciopero proclamato per il 24 novembre. In particolare la CISL ha voluto sottolineare che la revoca dello sciopero è da interpretarsi come un gesto di serietà e non di debolezza.

Di diverso avviso la FLCGIL. L'accordo sugli scatti avverrà tagliando ulteriormente il fondo di istituto. Da quale capitolo di spesa? "L'onere del pagamento si scarica sui lavoratori che dovranno rinunciare a una parte del salario accessorio, quello finalizzato al miglioramento dell'offerta formativa cioè il valore aggiunto alla didattica", dicono dal sindacato. Insomma, gli scatti se li pagheranno gli stessi lavoratori della scuola. "In due anni quindi le risorse disponibili per il miglioramento dell'offerta formativa si ridurranno a meno di un terzo di quelle attuali".

"Definiremo - rispondono dalla UIL - nella trattativa la quota di risorse utilizzabili senza che ciò possa incidere negativamente sulla qualità dell’insegnamento e sul funzionamento delle scuole, utilizzando al meglio le risorse del fondo e dell’accessorio."

Da parte sua la Gilda Venezia ci ha inviato un comunicato con il quale anticipa da quali fondi saranno reperiti i soldi.
Ad essere interessato è il solito MOF ("Miglioramento dell'Offerta Formativa" nei quali rientrano il Fondo di Istituto e le Funzioni strumentali docenti e I.S. ata), già intaccato per reperire i fondi per evitare l'aumento delle ore lavorative da 18 a 24.
Si tratta di un fondo che viene ancora calcolato in base all'organico precedente ai tagli della Gelmini. Quindi, dicono dalla Gilda, ci sono avanzi non spesi, pari a 300 milioni di euro.
Le somme previste per il pagamento degli scatti 2011 sono 384 milioni. Il Governo ha trovato risorse per 186 milioni di euro (provenienti da risparmi e/o arrotondamenti del bilancio del MIUR come per le supplenze). I 198 milioni di differenza saranno coperti dalle risorse aggiuntive del MOF.

Un taglio al MOF, che secondo la CISL scuola Lazio, garantirà comunque i fondi per:

  • ex IDEI, 163 milioni (corsi di recupero e sportelli)

  • pagamento ore eccedenti, 29,35 milioni

  • pratica sportiva, 60 milioni

Altra steccata alla FLCGIL la dà il Ministro, che sul reperimento dei fondi, afferma: "verranno identificate all'Aran e chi è al tavolo avrà tutti gli elementi per fare una valutazione oggettiva". Riferendosi al fatto che la FLCGIL non siede al tavolo della contrattazione.

In campo, comunque, restano altre questioni, dice Domenico Panteleo, segretario FLCGIL: più investimenti, diritto allo studio, infrastrutture, organici, precarietà.

Oltre alla FLCGIL, anche i COBAS confermano lo sciopero. "La revoca dello sciopero del 24 da parte di Cisl, Uil, Snals e Gilda - scrivono in un comunicato - dimostra che questi sindacati non avevano mai pensato sul serio di condurre una lotta contro la politica scolastica del governo, cercando semplicemente, con la simulazione dello sciopero, di cavalcare la forte protesta di studenti e lavoratori/trici della scuola di queste settimane".

Anche Antonio Di Pietro, con Italia Dei Valori, sarà in piazza con docenti e studenti. Il partito,afferma Di Pietro "aderisce alla giornata di mobilitazione in difesa della scuola pubblica di sabato 24 novembre. Ormai da anni l'IdV si sta battendo per respingere il pesantissimo attacco frontale sferrato contro la scuola pubblica, sia dal precedente che dall'attuale Governo. Un attacco che ha portato, a partire dalla finanziaria estiva del 2008, al taglio di circa 9 miliardi di euro e alla cancellazione di circa 150mila posti di lavoro, o forse anche di piu', se calcoliamo gli effetti del blocco del turnover imposto dalle ultime manovre e l'aumento dell'eta' pensionabile della riforma Fornero''.

Per l'ANIEF l’atto di indirizzo predisposto dal Governo per il ventilato recupero della validità dell'anno 2011 ai fini delle progressioni di carriera e il relativo pagamento degli scatti di anzianità non può essere considerato un obiettivo centrato: non si può superare una legge con un accordo, ma bisogna rivolgersi alla Corte costituzionale, come hanno fatto i giudici ottenendo giustizia.

I precari, con il Coordinamento delle scuole Di Roma, in una conferenza stampa lampo, confermano la loro adesione alla sciopero del 24. "Il modo migliore per stare in piazza - ha affermato Francesco - è quello unitario." Il video

L’atto di indirizzo predisposto dal Governo per il ventilato recupero della validità dell'anno 2011 ai fini delle progressioni di carriera e il relativo pagamento degli scatti di anzianità non può essere considerato un obiettivo centrato: non si può superare una legge con un accordo, ma bisogna rivolgersi alla Corte costituzionale, come hanno fatto i giudici ottenendo giustizia.

Per questo motivo Cisl, Uil, Snals e Gilda sbagliano a svendere i diritti dei lavoratori sospendendo lo sciopero generale a poche ore dal suo svolgimento annunciato da oltre un mese. “

Chi conosce la legislazione - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola - sa che il contratto e la progressione di carriera per il 2010/ 2013 è bloccato e sa che tale blocco è incostituzionale. Quello che sta accadendo ha dell’incredibile, perché in cambio del pagamento di un’una tantum, che non avrà effetti sulla copertura pensionistica, si decide di far comunque privare i lavoratori degli altri fondi necessari allo svolgimento e al potenziamento dell'attività didattica”.

Il presidente del giovane sindacato non ha dubbi: “impugneremo l'accordo e porteremo in tribunale i sindacati che durante il blocco del contratto invece di ricorrere alla Consulta hanno svenduto i diritti dei lavoratori. Sembrava che dopo quattro anni avessero costituito un fronte unito, scioperando in blocco. Ma ora, a un giorno dello sciopero, tornano sui loro passi in cambio di una promessa tutta da verificare. Farebbero meglio a dimettersi per salvare l'istituzione che rappresentano. Nel frattempo – conclude Pacifico - come per i giudici, Anief farà riconoscere ai lavoratori i loro diritti e citerà in tribunale anche questi pseudosindacalisti”.

Fonte: AgenParl

 

Mai come oggi i sindacati appaiono divisi anche se fino a pochissimi giorni fa c'era già chi parlava di ritrovata unità. Una rassegna (quasi) completa delle prese di posizione.

Una rassegna completa delle prese d posizione sull’avvio della trattativa per il riconoscimento degli scatti di stipendio è quasi impossibile perché gli interventi che si sono susseguiti nella giornata del 22 novembre sono stati davvero tanti e il rischio di dimenticarne qualcuno è molto alto. 

I primi a commentare la situazione sono stati Cisl, Uil, Snals e Fgu-Gilda che hanno subito diramato un comunicato congiunto per dichiararsi soddisfatti della decisione del Governo di inviare l’atto di indirizzo all’Aran e per revocare lo sciopero proclamato per il 24 novembre. 

Cisl-Scuola sottolinea anche che la scelta di revocare lo sciopero è una scelta di serietà e non di debolezza. 
Soddisfazione viene espressa anche dalla UilScuola che ricorda anche l’accordo sottoscritto con il Governo in materia di assunzioni.

Lo Snals sottolinea che risolto il problema degli scatti ci sono ancora altre questioni da affrontare. 

Di segno opposto il commento di Flc-Cgil che fornisce dati un po’ diversi rispetto agli altri sindacati e ricorda che, attingendo al fondo di istituto anche per gli scatti del 2012, si finirà per azzerare il fondo nel giro di poco tempo, uccidendo l’autonomia scolastica e diminuendo nettamente l’offerta formativa. 

Ed è ovvio che per la Flc lo sciopero (con manifestazioni annesse) è confermato. 

Anche i Cobas di Bernocchi sono sulla stessa linea e accusano Cisl, Uil, Gilda e Snals di aver “fatto finta” di proclamare sciopero e di “non aver mai pensato sul serio di condurre una lotta contro la politica scolastica del governo”. 

Al Partito di Rifondazione Comunista piace la decisione di Pantaleo e di Bernocchi e annuncia che sarà presente a tutte le manifestazioni in programma.

Anche il Cidi (Centro iniziativa democartica insegnanti) conferma l'adesione allo sciopero. 

Durissimo il comunicato della CUB di Cosimo Scarinzi secondo cui quella proposta dal Governo “non è una soluzione, ma il gioco delle tre carte”. 
Infatti, aggiunge Scarinzi, “l'onere del pagamento si scarica sui lavoratori che dovranno rinunciare a una parte del salario accessorio; insomma gli scatti verranno pagati dagli stessi lavoratori che dovrebbero percepire lo scatto negli anni successivi e così in due anni le risorse disponibili per il fondo dell'istituzione scolastica si ridurranno a meno di un terzo di quelle attuali”. 

A proposito dello sciopero previsto per il 24 novembre Stefano d’Errico (Unicobas)parla di “sciopero farsa” e rivendica come unico vero e autentico sciopero quello del 14 novembre. D’Errico si interroga anche sulla strana alleanza Cobas – Flc visto che sul ddl sulla riforma degli organi collegiali le posizioni di Bernocchi e Pantaleo sono piuttosto divergenti. 

In tarda serata arriva anche il comunicato dell’Anief che mette in evidenza che il blocco degli scatti è stabilito da una legge (peraltro illegittima) che non può essere superato con un atto di indirizzo. 

E Pacifico, presidente dell’Anief, annuncia la propria linea: “Impugneremo l'accordo e porteremo in tribunale i sindacati che durante il blocco del contratto invece di ricorrere alla Consulta hanno svenduto i diritti dei lavoratori”. 

Chi nei giorni scorsi aveva parlato di ritrovata unità sindacale dovrà ricredersi. 

Mai come in questo momento i sindacati appaiono divisi e poco propensi a trovare soluzioni condivise. 

Fonte: Tecnica della Scuola

 

Nell’incontro coi sindacati, il Ministro si limita a consegnare i numeri. Mancano quelli della scuola, di cui si parlerà nell’incontro del 28. Pessimisti Anief e Confedir: il Governo bleffa, discute sull'ipotesi di un accordo quadro ma a legislazione vigente. Pacifico vola così a Bruxelles per depositare le denunce sulle mancate assunzioni dopo 36 mesi di servizio.

La stabilizzazione dei precari “storici” della pubblica amministrazione rimane una soluzione di difficile compimento. Il Governo, attraverso il ministro della Funzione Pubblica, Patroni Griffi, lo ha fatto capire nel corso del tavolo sul precariato, avviato alla presenza dei sindacati il 21 novembre.

Durante l’incontro il primo responsabile dell’amministrazione pubblica italiana si è limitato a consegnare ai rappresentanti delle organizzazioni presenti una fotografia della situazione esistente. Peraltro priva del personale non di ruolo degli enti locali, di varie amministrazioni centrali, ma soprattutto della scuola e della sanità. Due comparti, questi ultimi, dove il numero di precari è altissimo. I quasi seimila i precari della Pubblica Amministrazione indicati da Patroni Griffi – 3.259 a tempo determinato, 1.593 con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, 919 i rapporti derivanti da contratti di somministrazione di lavoro - sono quindi un’indicazione a dir poco sommaria.

Per il resto, non vi sarebbero novità particolari. Il Governo, infatti, non sembrerebbe affatto intenzionato a mettere sul tavolo dei fondi per assumere il personale precario. Se ne riparlerà, comunque mercoledì 28 novembre, quando i vertici del ministero della Funzione pubblica e i sindacati di categoria si incontreranno di nuovo. E nella riunione della prossima settimana si parlerà anche di scuola.

Le sensazioni negative sono state raccolte anche da Anief e Confedir. Secondo cui “il tavolo del Governo sui precari è un bluff”, perchè “si discute sull'ipotesi di un accordo quadro ma a legislazione vigente, che per scuola e sanità rappresenta una deroga alla direttiva comunitaria”.

Il riferimento è alla discriminazione dei lavoratori pubblici italiani, a cui continua ad essere negata l’applicazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE, in base alla quale bisognerebbe assumere i precari dopo 36 mesi di servizio di servizio negli ultimi 5 anni. Certo, a complicare le cose per l’assunzione a titolo definitivo dei precari, di recente ci si è messa anche la Cassazione, con la sentenza n. 10127 del 20 giugno 2012.

Tuttavia la partita sembra ancora aperta. Soprattutto perché altre sentenze, in Italia ed Europa, continuano ad essere di tenore opposto. Il vero problema, almeno secondo Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e delegato Confedir alle alte professionalità e alla scuola, è allora un altro: riguarda il fatto che “il Governo – sostiene Pacifico - non ha alcuna intenzione di trovare una soluzione sul personale statale non di ruolo. Malgrado l’apparente disponibilità del ministro Patroni Griffi, non trapela alcuna volontà di eliminare la reiterata violazione dell’Italia della direttiva comunitaria. Per questi motivi si deve prevedere uno strumento di armonizzazione della legislazione nazionale con quella comunitaria, tramite la stabilizzazione dei precari utilizzati per non incorrere in nuove procedure d’infrazione”.

Il sindacalista Anief-Confedir, deluso per l’incontro con il Governo, ha annunciato quindi che il 22 novembre volerà a Bruxelles e Strasburgo, per depositare, nei tribunali di riferimento dell’Ue, la denuncia del sindacato italiano per la reiterata violazione dell’Italia della direttiva comunitaria 1999/70. Pacifico annuncerà anche l’arrivo, sul tavolo della Commissione, di migliaia di denunce da parte dei precari docenti e Ata della scuola italiana. Il sindacato offrirà gratuitamente ai precari il modello di denuncia da inviare in Europa, dove è bene ricordare che ogni procedura acclarata costa una condanna fino a 8 milioni di euro per lo Stato soccombente.

“Non è possibile – conclude Pacifico – che il personale pubblico considerato nell’immediato idoneo a svolgere la funzione richiesta, non sia più tale per svolgere lo stesso lavoro a tempo indeterminato. È giunto il momento di eliminare tutte quelle norme derogatorie alla normativa comunitaria per evitare una palese discriminazione dei lavoratori italiani del pubblico impiego”.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

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XXIV2012

 

 

 

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Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

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