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"Insegnare a scuola l'Inno di Mameli significa avvicinare i ragazzi alla vita civile e all'amore per l'enorme patrimonio culturale dell'Italia. Chi sostiene il contrario, come alcuni partiti politici e sindacati di settore, preferisce che la nostra istruzione pubblica sia contrassegnata dagli inni che esaltano l'egoismo e il rifiuto dei diritti fondanti della nostra collettivita'".

A sostenerlo e' Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir Mit-Pa alle alte professionalita', a proposito dei dissensi, seppure minoritari, che in questi giorni hanno caratterizzato l'introduzione della nuova legge grazie alla quale gia' dall'anno scolastico in corso l'inno di Mameli comincera' ad essere insegnato nel piano di studio delle nostre scuole.

Secondo Pacifico la legge approvata dal Senato, che riconosce anche il 17 marzo di ogni anno, in continuita' con il festeggiamento dei 150 anni, come ''Giorno dell'Unita' nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera'', allo scopo di promuovere i valori di cittadinanza e di consolidare l'identita' nazionale, e' un atto fondamentale per la formazione delle nuove generazioni: "non si tratta di un richiamo al passato – sottolinea il sindacalista Anief-Confedir - ma di un passaggio centrale nell'opera dell'educazione civile e sociale della cittadinanza italiana".

Fonte: Italpress

 

L'Anief reputa priva di fondamento la polemica che si e' venuta a creare tra il Governo e l'Upi, a seguito di quanto prospettato dal presidente dell'Unione delle Province Italiane, Antonio Saitta, sulla possibilita' di chiudere o ridurre il riscaldamento negli edifici scolastici come conseguenza degli ulteriori tagli operati alle istituzioni locali dall'esecutivo Monti.

"Le scuole vivono in difficolta' crescenti ormai da anni - sostiene in una nota Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - tanto e' vero che devono fare i conti con mancanze di ogni genere: dalla carta igienica, ai gessetti per le lavagne, dai toner per le stampanti all'assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Se la minaccia dell'Upi dovesse realizzarsi, vorra' dire che si organizzeranno per sopravvivere anche al freddo: di sicuro, pero', non chiuderanno. Come qualcuno ipotizzava".

Altri hanno anche gia' ipotizzato che potrebbero essere le famiglie degli alunni a dover sopperire a finanziare l'eventuale riduzione di riscaldamento: "Anche in questo caso si tratterebbe - sottolinea Pacifico - di una richiesta del tutto inappropriata. Proprio come lo e' stata quella dei non pochi dirigenti scolastici che hanno autorizzato a chiedere i contributi direttamente ai genitori per il sostentamento delle scuole da loro gestite. E' evidente che non possono essere le famiglie a farsi carico della fornitura dei servizi essenziali della scuola pubblica".

"Come non possono farsi carico i genitori della gestione delle scuole: se queste sono sporche e non ripulite, giornalmente o periodicamente, la colpa e' anche delle decine di migliaia di unita' di personale Ata (tra cui tantissimi collaboratori scolastici) cancellate negli ultimi sei anni. Il Governo si metta in testa che non puo' tagliare e poi delegare al volontariato: i servizi pubblici, come la scuola, vanno posti tra le priorita' del Paese. E questo - conclude il presidente dell'Anief - lo devono sapere pure le Province".

Fonte: Italpress

 

Lo abbiamo chiesto al professor Marcello Pacifico, presidente del sindacato ANIEF che ha patrocinato i ricorsi al Tar. Quali risvolti per l'attuale concorso? Cosa accadrà al futuro sistema di reclutamento? Far partire i TFA speciali. Prossimi giorni pronunciamento docenti ruolo esclusi.

Intanto, ci spiega esattamente cosa è accaduto venerdì al Tar Lazio?

Il Tar Lazio ha accolto in questa fase cautelare con riserva la richiesta di una candidata laureata nel 2006 di partecipare alla procedura concorsuale dopo che aveva regolarmente presentato domanda come consigliato dall'Anief. Nelle prossime settimane e comunque prime delle prove preselettive altre migliaia di ricorrenti nelle stesse condizioni potranno ottenere il provvedimento del giudice. Sempre nei prossimi giorni si attenderà analogo pronunciamento per i docenti di ruolo esclusi.

Se l'accoglimento dovesse diventare sentenza, quali conseguenze potranno esserci per quanto riguarda le procedure del concorso avviato?

La vittoria in sede cautelare permette al giudice di salvare l'intera procedura concorsuale nel caso in cui al termine della stessa o il ricorrente non risulta fra gli idonei o se risulti abbia nel merito ragione. E' una scelta di ponderazione tra interessi che nel caso il fumus non sia inizialmente ritenuto totalmente infondato permette il regolare procedimento del concorso. Se avessero rigettato la cuatelare, allora nel merito avrebbero dovuto o rigettare il ricorso o annullare e rinnovare la procedura come per il concorso a dirigente scolastico.

Pensa che l'accoglimento definitivo dei ricorsi possa influenzare l'impianto della formazione e del reclutamento dei docenti?

Ritengo che la prossima riforma del reclutamento sia ancora troppo lontana. Se il ministro avesse avuto i tempi tecnici non avrebbe riesumato una legge di quasi vent'anni fa per bandire un concorso. Il regolamento basato sulla delega richiesta otto anni fa dal ministro Fioroni ha bisogno di un passaggio parlamentare per il prescrittivo parere che arriverebbe a fine legislatura quando l'azione del Governo sarebbe paralizzata dalle imminenti elezioni. In questo momento sarebbe meglio far partire i Tfa speciali. L'esito degli ultimi ricorsi presentati dall'Anief dovrebbero portare un po' più di buon senso.

Fonte: Orizzonte Scuola

 

"Nelle prossime ore si capirà quanto la scuola sia a cuore dei nostri decisori politici. Se faranno prevalere il buon senso o se prevarranno le fredde logiche del fare 'cassa', anche calpestando più di un articolo della Costituzione e la qualità del nostro sistema scolastico. Da cui deriva la valenza dell'insegnamento rivolto ai nostri bambini e ragazzi. Delle future generazioni. Valori e risultati reputati fondamentali in ogni Stato moderno, ma di cui non si sente incredibilmente la necessità in Italia".

Così Marcello Pacifico, presidente Anief, in merito al comma 42 dell'art.3 del dl attraverso cui il Governo vorrebbe ampliare da 18 a 24 le ore di insegnamento settimanale dei docenti della scuola media e superiore.

"A questo punto - continua Pacifico - non possiamo che estendere l'appello del nostro sindacato a tutti i parlamentari. Non solo a quelli che guidano il Miur. Nell'Italia degli sprechi, ad iniziare da quelli della politica, dei clientelismi, dell'evasione fiscale, non è possibile far diventare la scuola italiana il peggior modello internazionale perché non si sono trovati 183 milioni. È bene che tutti i componenti del Parlamento, che entro mercoledì sarà chiamato a votare sulla legge di stabilità, si assumano le loro responsabilità. E sappiano anche che dire sì a una norma così ingiusta e incostituzionale, a fine legislatura, difficilmente - conclude il presidente dell'Anief - potrà essere dimenticato da un milione e mezzo di elettori".

Fonte: Italpress

 

"Dal Parlamento si continua a dare un giorno per cancellato ed un altro per incancellabile il comma 42 dell'articolo 3 del disegno di legge, attraverso cui il Governo vorrebbe ampliare da 18 a 24 le ore di insegnamento settimanale dei docenti della scuola media e superiore".

Così in una nota Marcello Pacifico, presidente Anief, che sottolinea che "di certo, però, c'è solo un dato: occorre garantire i cosiddetti 'saldi invariati'. E siccome fino ad oggi il Miur non è stato in grado di trovare risparmi alternativi ai 183 milioni di euro previsti dalla spending review, l'innalzamento a 24 ore rimane più che plausibile".

"Nella prossime ore - commenta Pacifico - si capirà quanto la scuola sia a cuore dei nostri decisori politici. Se faranno prevalere il buon senso o se prevarranno le fredde logiche del fare 'cassa', anche calpestando più di un articolo della Costituzione e la qualità del nostro sistema scolastico. Da cui deriva la valenza dell'insegnamento rivolto ai nostri bambini e ragazzi. Delle future generazioni. Valori e risultati reputati fondamentali in ogni Stato moderno, ma di cui non si sente incredibilmente la necessità in Italia".

Secondo l'Anief, per evitare di mettere in ginocchio l'insegnamento nella scuola media e superiore italiana, "bisogna fare di tutto per trovare misure alternative. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che si sta cercando di imporre un innalzamento di orario settimanale ad una categoria, i docenti, che nell'ultimo decennio si è già vista aumentare le ore di insegnamento, visto che lavorano in media 39 settimane rispetto alle 38 Ocde. E la cui busta paga è cresciuta, ogni anno a partire dal 2005, solo del 4-5%; mentre nella media Ocde l'incremento è stato del 15-22%".

"A questo punto - continua Pacifico - non possiamo che estendere l'appello del nostro sindacato a tutti i parlamentari. Non solo a quelli che guidano il Miur. Nell'Italia degli sprechi, ad iniziare da quelli della politica, dei clientelismi, dell'evasione fiscale, non è possibile far diventare la scuola italiana il peggior modello internazionale perché non si sono trovati 183 milioni di euro. È bene che tutti i componenti del Parlamento, che entro mercoledì sarà chiamato a votare sulla Legge di Stabilità, si assumano le loro responsabilità. E sappiano anche che dire sì a una norma così ingiusta e incostituzionale, a fine legislatura, difficilmente - conclude il presidente dell'Anief - potrà essere dimenticato da un milione e mezzo di elettori".

Fonte: TMNews

 

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XXIV2012

 

 

 

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Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

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