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Ieri tutti davanti al teleschermo, quello che oramai lo accendi solo come sonnifero prima di andare a letto, per vedere Report e le "scabrose" rivelazioni sugli sprechi del MIUR. In realtà ben poca cosa in più, rispetto a quanto già anticipato. Resta una vicenda di presunti sprechi tutta da chiarire. Interviene l'ANIEF: "quanto è accaduto è ingiusto e ingiustificabile".

L'argomento scuola al momento tira, tra 24 ore, scioperi, studenti in piazza, tagli passati e futuri, l'opinione pubblica al momento è molto sensibile sull'argomento. L'anteprima della puntata che circolava sul web ruotava tutta attorno alla scuola, ma durante la trasmissione ci si è resi conto che essa veniva toccata a malapena ed inserita in un contesto di traffici e presunti intrighi che la rendevano alquanto marginale. Tutto il mondo della scuola era davanti allo schermo e se l'aspettavano, visto lo sponsor che ha anticipato l'avvio della puntata. Operazione marketing riuscita, tutto lecito e corretto, ci mancherebbe.

E il problema, comunque, resta, il presunto spreco, sebben presunto, è lì, e se confrontato con il periodo di austerity imposto alla scuola, stride, e come!

Sull'argomento è intervenuta l'ANIEF, con il presidente Marcello Pacifico, che così ha commentato: "Proprio mentre alla scuola pubblica si sottraggono 8 miliardi di euro, si cancellano 200mila docenti e Ata, si aprono le classi pollaio, si tagliano due istituti su dieci, oltre che i fondi per comprare la carta igienica e i gessetti, si bloccano i contratti e gli scatti automatici del suo personale, al Miur si creano commissioni di “sapienti” che, attraverso la Consip e delle banche “amiche”, elargiscono ad aziende private ben 730mila euro per comprare 19 “pillole del sapere” dalla durata di 3 minuti ciascuno: degli spot, già ribattezzati “supposte del sapere”, che costano allo Stato una cifra che sfiora i 40mila euro l’uno".

"Si recuperi ora un po’ di dignità, - conclude Pacifico - dirottando quei fondi per sbloccare subito gli scatti di anzianità e assumere i precari."

Fonte: Orizzonte Scuola

 

La prima organizzazione sindacale della scuola a scendere in campo per commentare, condannando, quanto la trasmissione televisiva “Report” del 18 novembre ha mostrato e cioè gli sprechi ministeriale a fronte di tagli all’istruzione che chiedono a questo punto vendetta.

Una terribile triade composta da commissioni ministeriali, Consip e banche “amiche” ha assegnato milioni di euro per produrre dei micro-filmati di tre minuti l’uno, al costo di 40mila euro ciascuno, di cui nessuno conosceva l’esigenza e l’esistenza. 

“Siamo di fronte ad una vergogna nazionale”, sostiene Anief, “perché gli artefici sono gli stessi che hanno messo in ginocchio la scuola italiana. Si recuperi ora un po’ di dignità, dirottando quei fondi per sbloccare subito gli scatti di anzianità e assumere i precari”. 

Proprio mentre alla scuola pubblica si sottraggono 8 miliardi di euro, si cancellano 200mila docenti e Ata, si aprono le classi pollaio, si tagliano due istituti su dieci, oltre che i fondi per comprare la carta igienica e i gessetti, si bloccano i contratti e gli scatti automatici del suo personale, al Miur si creano commissioni di “sapienti” che, attraverso la Consip e delle banche “amiche”, elargiscono ad aziende private ben 730mila euro per comprare 19 “pillole del sapere” dalla durata di 3 minuti ciascuno: degli spot, già ribattezzati “supposte del sapere”, che costano allo Stato una cifra che sfiora i 40mila euro l’uno. 

Secondo l’Anief, quanto evidenziato dalla trasmissione Report, andata in onda la sera del 18 novembre su RaiTre, ha messo in luce una vicenda gravissima: da una parte si chiede a tutti coloro che sono coinvolti nella scuola, dal personale docente agli Ata, dagli studenti alle famiglie, di affrontare duri sacrifici e di ridurre vergognosamente la qualità della didattica; dall’altra si elargiscono importanti somme, milioni di euro, a pseudo aziende per produrre dei filmati di cui nessuno conosceva l’esigenza e l’esistenza. 

“Siamo di fronte ad una vergogna nazionale – commenta Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e delegato Confedir per la scuola – , con i vertici del Ministero dell’Istruzione, ad iniziare dal Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, che non possono cavarsela ascrivendo i criteri di scelta e di assegnazione di quei fondi e di altri cinque milioni di euro per la realizzazione di inutili prodotti multimediali a fantomatiche commissioni nate sotto la gestione Gelmini”. 

L’Anief ritiene che è ora di finirla: quanto è accaduto è ingiusto e ingiustificabile, ancora di più perché messo in atto dallo stesso staff ministeriale che ha avallato sacrifici tali da mettere in ginocchio la scuola pubblica italiana. “È giunto il momento – sostiene Pacifico – di rendere realmente trasparenti, non solo sulla carta o a parole, le procedure ministeriali di assegnazione delle gare di appalto dei fondi pubblici: oggi con internet queste informazioni si possono rendere accessibili a tutti. E lo stesso vale per i criteri di valutazione e verifica delle risorse assegnate”. 

Non è possibile che una o due commissioni di super-esperti abbiano la facoltà assoluta di decidere il destino di ingenti fondi pubblici e senza, di fatto, rendere conto a nessuno. E che dire, sempre in tema di appalti pilotati, dello scandalo, reso pubblico da un “corvo” interno al Miur, dei fondi per la ricerca dirottati su progetti che non avevano i requisiti minimi necessari, in cambio probabilmente di tangenti o altri favori? 

“È giunto il momento di finirla con questa gestione dell’istruzione pubblica italiana: serve da subito cambiare registro. E attuare un serio monitoraggio, anche al fine di operare una ricollocazione dei fondi pubblici, sino ad oggi sperperati per operazioni che non hanno nulla di formativo o educativo. Per recuperare almeno un po’ di dignità - propone il presidente dell’Anief – si riparta decidendo di finanziare gli scatti di anzianità e l’assunzione dei precari dimenticati”. 

Fonte: Tecnica della Scuola

 

"Mentre si continuano a tagliare risorse e personale alla scuola pubblica, la Commissione Bilancio della Camera approva il finanziamento immediato di 223 milioni di euro da destinare agli istituti non statali. Come se non bastasse, i parlamentari, con consensi bipartisan, fanno cadere anche il vincolo del tetto minimo di alunni per la classe".

Così in una nota l'Anief, che ritiene che "è giunta l'ora di opporsi a questa sperequazione di trattamento. Che diventa ancora più clamorosa perché attuata in un momento storico particolarmente critico per le finanze dello Stato".

"La concessione di finanziamenti alle scuole non statali - commenta Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato Confedir per la scuola - rappresenta una vera beffa per l'istruzione pubblica: mentre, infatti, si adotta una severa spending review e si decide di riallocare su settori in sofferenza i risparmi derivanti dai tagli nella pubblica amministrazione, in particolare nella scuola, come se nulla fosse si continua a finanziare un servizio pubblico gestito da privati. Un servizio che, tra l'altro, continuerà a non rispettare i requisiti minimi per la costituzione delle classi, resi invece sempre più severi agli istituti statali".

L'Anief ricorda, inoltre, che a seguito delle ultime approvazioni delle leggi di stabilità due scuole pubbliche su dieci sono state cancellate. E negli ultimi giorni si starebbe anche pensando di ridurre fortemente il Fondo d'Istituto, per evitare l'assurdo aumento unilaterale dell'orario settimanale dei docenti in servizio nella secondaria di primo e secondo grado. Mentre non c'è Governo, neanche quello dei tecnici, che osa mettere in discussione, anche in parte, le risorse che lo Stato devolve incostituzionalmente alle scuole private. Alle quali, di fatto, "noleggia" quel servizio educativo di cui avrebbe esclusiva competenza.

"Ma lo Stato - continua Pacifico - non può continuare a comportarsi in questo modo: non può abdicare al suo diritto-dovere di educare al meglio le generazioni del domani, garantendo un'istruzione ed una ricerca di qualità. Giustificando questo grave limite con la mancanza di fondi adeguati. Destinare quei 223 milioni di euro alla scuola pubblica risolverebbe in colpo solo il problema degli inidonei, degli insegnanti soprannumerari, ad iniziare dagli Itp, e sbloccherebbe in un colpo solo quelle assunzioni del persona Ata che si sono andate a perdere - conclude il sindacalista Anief-Confedir - nei meandri burocratici dei ministeri dell'Istruzione e dell'Economia".

Fonte: Italpress

 

"Ci sono delle parti dell'ex ddl Aprea che renderebbero l'assetto organizzativo della scuola italiana sempre più in balia di soggetti esterni". Così Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato Confedir per la scuola.

"Come i rappresentanti di Enti locali e professionali - aggiunge -, che potrebbero indirizzare la politica scolastica a loro vantaggio. Ma anche dei genitori che si ritroverebbero a detenere lo stesso potere decisionale dei docenti, i quali si ritroverebbero invece ad assumere un ruolo marginale. Quasi impiegatizio".

Preoccupa, inoltre, la possibilità, prevista dall'art.10 del disegno di legge 953, che le scuole possano "ricevere contributi da fondazioni finalizzati al sostegno economico delle loro attività". Secondo il presidente dell'Anief, "anziché programmare il sostegno economico da parte di Fondazioni, spesso tutt'altro che avulse da interessi, il Parlamento farebbe bene a creare le basi per far reperire fondi adeguati alla crescita dei nostri giovani". 

Per tutti questi motivi, l'Anief si dice d'accordo con Francesca Puglisi, responsabile Scuola Pd, secondo cui se non si riuscirà ad arrivare ad un disegno condiviso sarà inevitabile bloccare la riforma del riordino degli organi collegiali. "Si tratta di una necessità che contrasta fortemente - sottolinea Pacifico - con quanto previsto dal Governo che, per cancellare l'assurda ipotesi del passaggio da 18 a 24 ore d'insegnamento settimanale, ha deciso di sottrarre quasi 50 milioni dal fondo d'Istituto, facendo sparire le funzioni strumentali. Bisogna tornare a considerare l'istruzione un investimento indispensabile, aumentando i finanziamenti per l'istruzione di almeno un punto percentuale rispetto al Pil. Il nuovo Governo è avvisato".

Fonte: Italpress

 

Per coloro che hanno scelto Trento, Bolzano o la Valle d'Aosta per l'iscrizione al concorso a cattedre, le istanze di partecipazione sono ancora aperte. Per Trento e Bolzano è possibile iscriversi tramite Istanze on line, per la Valle d'Aosta vale invece il modello cartaceo. Un'occasione anche per chi ha perso la scadenza nazionale del 07 novembre. Il sindacato Anief ricorre anche per i laureati esclusi dai termini del bando che presentano istanza di partecipazione per Trento o Bolzano.

Iscrizione per la Provincia Autonoma di Trento

Il modulo di domanda online è disponibile su Istanze on line dalle ore 09:00 del 15/10/2012. Il termine di presentazione della domanda via web è il 14/11/2012 alle ore 14:00.

Iscrizione per la Provincia Autonoma di Bolzano

Il modulo di domanda online è disponibile su Istanze on line dalle ore 08:00 del 08/11/2012. Il termine di presentazione della domanda via web è il 08/12/2012 alle ore 14:00.

Iscrizione per la Regione Valle d'Aosta.

La domanda è in formato cartaceo. Può essere presentata dal 15 ottobre al 15 novembre.

Il bando e gli allegati

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Per navigare nella pagina potete consultare Navigare in Istanze on line

Il Sindacato ANIEF comunica inoltre che considerate le numerose richieste ricevute per la partecipazione al concorso dei laureati esclusi delle province autonome di Trento e Bolzano e alla luce del successo ottenuto con l’accoglimento della richiesta cautelare su ricorso al Tar del Lazio (ruolo 8181/2012), relativo all’ammissione dei docenti laureati negli ultimi dieci anni che hanno presentato la domanda e sono stati esclusi dal Miur, è ancora possibile ricorrere per presentare analogo ricorso per i candidati laureati esclusi delle province autonome di Trento e Bolzano entro 60 giorni dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale del bando.

Pertanto, solo nel caso in cui il candidato abbia presentato regolare domanda di partecipazione al concorso, è possibile inviare un' e-mail di preadesione al ricorso all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (anche nel caso in cui si voglia attivare il ricorso per la provincia autonoma di Bolzano); le istruzioni operative per l’avvio del contenzioso verranno trasmesse nei prossimi giorni.

Fonte: Orizzonte Scuola

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

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I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti