Countdown per 100mila precari: entro domani dovranno decidere se presentare la domanda ed essere assunti anche lontano da casa. Dal Miur un silenzio imbarazzante
Contravvenendo a quanto espresso da diversi esponenti del Governo e del Miur, non sono state fornite alcune indicazioni sulla consistenza dei posti liberi. Nemmeno su quelli residui dopo le prime fasi del piano, derivanti dalla mancanza di aspiranti e quindi della graduatorie esaurite. Lasciando i docenti interessati nell’incertezza totale. Per aiutarli a riflettere sarebbe bastato poco, invece ha prevalso la linea del top secret.
Marcello Pacifico (presidente Anief): tanti precari saranno costretti a non rischiare e quindi a non candidarsi, perché stiamo parlando soprattutto di donne del Sud, spesso sopra i 40 anni, con figli e genitori da accudire. Sono insegnanti, anche da oltre 10 anni, che non meritavano di essere messe davanti a bivio così difficile. Per evitarlo, sarebbe bastato trasformare in annuali le tante migliaia di cattedre oggi ancora collocate erroneamente al 30 giugno. Tutto ciò diventa ancora più assurdo se si pensa che decine di migliaia di precari abilitati senza vincoli familiari, non potranno invece candidarsi. Noi gli permettiamo di farlo. Poi saranno i giudici a stabilire chi ha ragione. Per il momento, i precedenti ci danno ragione.
È iniziato il countdown per 100mila docenti precari impelagati nella non facile decisione di presentare o meno, ma anche di modificare all’ultimo momento, la domanda di partecipazione alle fasi b) e c) del piano straordinario di assunzioni della riforma della scuola, la Legge 107/2015, al fine di partecipare all’assegnazione di 48.812 cattedre su posto comune, 6.446 per il sostegno, più altri migliaia di posti non assegnati nelle fasi precedenti per l’esaurimento delle graduatorie. Malgrado le diverse richieste di proroga, la scadenza rimane quella indicata nel decreto del direttore generale 767 del 17 luglio scorso: le ore 14.00 di domani venerdì 14 agosto.
Sempre entro poche ore, i precari dovranno anche inserire la domanda di accesso al ruolo indicando “l'ordine di preferenza tra tutte le province, a livello nazionale”: quella della gradazione delle cento province italiane rimane la scelta più complicata. Contravvenendo a quanto espresso da diversi esponenti del Governo e del Miur, infatti, non sono state fornite alcune indicazioni sulla consistenza dei posti liberi. Nemmeno su quelli residui dopo le prime fasi del piano, derivanti dalla mancanza di aspiranti e quindi della graduatorie esaurite. Lasciando i docenti interessati nell’incertezza totale: dovranno così attuare la loro candidatura al buio, Oltre che attendere la fine del 2015, dicembre se tutto va bene, per capire quali discipline saranno state effettivamente individuate, per rientrare nel ‘potenziamento’, dai Collegi dei docenti di tutte le 8.508 scuole autonome italiane.
“A poche ore dalla scadenza del termine per la presentazione della domanda per la partecipazione al piano straordinario di assunzioni – scrive la rivista ‘Orizzonte Scuola’ -, il Miur conferma un atteggiamento di isolazionismo nei confronti delle richieste dei docenti interessati. Entro il 14 agosto 2015 alle ore 14.00 circa 70.000 docenti precari italiani dovranno aver deciso se "tentare la fortuna" di ricevere nell'a.s. 2015/16 un posto a tempo indeterminato in qualsiasi provincia italiana, oppure attendere nelle Graduatorie ad esaurimento tempi migliori, con tutte le conseguenze del caso. Si può rifiutare un posto a tempo indeterminato? Secondo il Miur e la compagine governativa no. E questa sicuramente è la risposta più sensata, ma la rabbia, le lamentele, le richieste dei precari sono spesse rimaste inascoltate. Piccoli accorgimenti che avrebbero potuto rendere più razionale la scelta, con maggiori elementi sui quali riflettere. Il Miur non ha neanche risposto ad un quesito fondamentale, ossia come saranno trattate le riserve di legge per le assunzioni nella fase nazionale. Top secret, come la maggior parte di questo piano”.
“La risultanza di questo silenzio imbarazzante e di atteggiamento di chiusura da parte dell’amministrazione è che tanti precari saranno costretti a non rischiare e quindi a non candidarsi – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal –, perché stiamo parlando soprattutto di donne del Sud, spesso sopra i 40 anni, con figli e genitori da accudire. Sono insegnanti, anche da oltre 10 anni, con degli importanti vincoli familiari, che non meritavano di essere messe davanti a un bivio così difficile. Per evitare tutto ciò, sarebbe bastato trasformare in annuali le tante migliaia di cattedre oggi ancora collocate erroneamente al 30 giugno”.
“A rendere ancora più assurda la situazione è che, invece, chi potrebbe spostarsi non può produrre domanda: diverse decine di migliaia di precari - tutti gli abilitati con TFA, PAS, Laurea in Scienze della Formazione Primaria, all’estero, con diploma magistrale – rimangono clamorosamente esclusi dal piano di assunzioni. E questo dopo che per diversi mesi gli era stato detto, attraverso i rappresentanti del Governo, che sarebbero stati stabilizzati. Noi, come Anief, gli diamo l’opportunità di presentare comunque domanda in formato cartaceo. Poi saranno i giudici a stabilire chi ha ragione. Ma dalla posizione espressa dai tribunali nei confronti di migliaia diplomati magistrali, inseriti d’ufficio nelle GaE e quindi nel piano di assunzioni della riforma, c’è da essere ottimisti”, conclude Pacifico.
Anief ricorda che tutti i docenti abilitati esclusi illegittimamente dalle GaE, possono ancora fare ricorso e presentare domanda cartacea sempre entro il giorno 14 agosto. Inoltre, entro il 24 agosto, è impugnare la chiamata diretta, sia dal personale già inserito nelle graduatorie, sua da chi è abilitato però fuori dalle stesse GaE e di merito. Ricordiamo che sull’inammissibilità della chiamata diretta, ricordiamo, si è già espressa negativamente già la Corte Costituzionale con la sentenza n. 76/2013, che ha dato parere avverso la Legge Lombardia n. 7/2012 per violazione delle competenze Stato/Regioni (art. 117), “perché la valorizzazione dell’autonomia non può spingersi fino al punto di consentire ai singoli istituti scolastici di scegliere il proprio personale docente con concorsi locali”, ha scritto la Consulta. Che ha “bollato”, senza mezzi termini, la chiamata diretta come una procedura “in evidente contrasto con il menzionato parametro costituzionale”.
Per approfondimenti:
DDL Scuola – Il maxiemendamento non risolve nulla: tagliate fuori le nuove generazioni di docenti
Riforma scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto Quotidiano del 29 giugno 2015)
Organico di fatto, le tabelle per Regioni. Tagliati 2.145 posti (Orizzonte Scuola dell’8 luglio 2015)
Organico potenziato: a dicembre, se tutto va bene (Tecnica della Scuola del 12 agosto 2015)
Immissioni in ruolo: confermata scelta al buio, Miur non ha pubblicato posti residui fase B e non risponde su riserve di legge (Orizzonte Scuola del 12 agosto 2015)
13 agosto 2015 Ufficio Stampa Anief