La Corte d’Appello di Firenze dà piena ragione al sindacato ANIEF sul diritto dei docenti precari a percepire la medesima progressione stipendiale riconosciuta dal MIUR solo ai docenti di ruolo. Il Ministero dell’Istruzione perde l’appello proposto contro la sentenza favorevole già ottenuta dall’ANIEF presso il tribunale di Firenze e conferma che il MIUR discrimina i precari e viola la normativa comunitaria non riconoscendo loro gli aumenti retributivi calcolati in base all’anzianità di servizio. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Simona Fabbrini e Simona Rotundo ottengono piena ragione anche in secondo grado nei confronti del MIUR con una sentenza che dichiara “doveroso” il “rispetto degli obblighi imposti dalla disciplina comunitaria”.
Sembra passato un secolo da quando il Ministero dell’Istruzione, nel 2011, ammetteva la “presenza in internet di numerose offerte formative per il conseguimento di abilitazioni all’insegnamento di altri Paesi comunitari. L’Amministrazione ha avanzato richieste di chiarimenti alle Autorità competenti dei Paesi comunitari interessati. In tale attesa, i riconoscimenti di formazione professionale così conseguiti sono sospesi”. Le maglie dell’amministrazione, nel frattempo, si sono allentate. Così, per arrivare all’ambito titolo si sono ricreate delle organizzazioni oltre confine “mordi e fuggi”, soprattutto in Romania e Spagna, in cambio di cifre vicine agli 8mila euro. Mentre in Italia sembrano addirittura farsi largo degli atenei che, pur di farsi pubblicità, propongono i corsi abilitanti praticamente gratis. Per il sindacato, se accertato, si tratterebbe e di un fenomeno deplorevole, perché svilirebbe la categoria e renderebbe iniquo l’accesso allo stesso titolo professionale attraverso strade decisamente meno meritocratiche e faticose. E sarebbe dinanzi ad un controsenso, visto che la riforma ha portato 500 euro annui a docente per formazione e aggiornamento.
Marcello Pacifico (presidente Anief): serve fare chiarezza, perché se così fosse si tratterebbe di un’ingiustizia verso coloro che investono tante energie e soldi nei corsi abilitanti. Oltre che un vero e proprio aggiramento delle regole, dal momento che lo stesso Miur emana periodicamente le autorizzazioni sui corsi abilitanti, comprensive di numeri massimi di candidati da abilitare.
In assoluto, le donne coprono l’81 per cento delle cattedre; alle superiori sono il 65 per cento; alla primaria diventano il 96%; nella scuola dell’infanzia il 99,3 per cento. All’estero il divario c’è ma non di queste proporzioni. I motivi sono da ricercare nella bassa considerazione sociale della professione, negli stipendi da fame e nel lungo precariato. Che con la Buona Scuola è rimasto tale, perché quest’anno sono state cenferite ancora 100mila supplenze annuali. Con l’aggravante che si aggiunto il nomadismo, con 10mila precari assunti a centinaia di chilometri da casa, costretti ad abbandonare genitori, coniugi e figli, senza conoscerne i motivi.
Marcello Pacifico (presidente Anief): se si volesse realizzare un profilo del docente italiano, questo non potrebbe che essere di una donna stanca dai capelli ingrigiti dal tempo. E andrà sempre peggio: perché nel 2018 la pensione di vecchiaia arriverà alle soglie dei 68 anni, con l’assegno di quiescenza destinato a trasformarsi in una pensione poco più che sociale. Ma a chi ci governa non importa che insegnare è un mestiere logorante e che in altri Paesi, come la Germania, si può andare in pensione con 24 anni di servizio.
L’ANIEF inanella una nuova vittoria in Tribunale e ottiene nuovamente ragione in favore dei docenti cancellati dalle Graduatorie a Esaurimento per non aver prodotto domanda di aggiornamento. Il Giudice del Lavoro di Milano, infatti, accoglie senza riserve il ricorso presentato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Sergio Galleano a tutela dei diritti di un nostro iscritto e ordina al MIUR di provvedere all’immediato reinserimento del docente nelle Graduatorie di interesse.
Teleborsa - Presso la sede CISAL (Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori) di Roma abbiamo incontrato ed intervistato Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario Cisal.