Sul docente esperto il ministro dell’Istruzione non arretra e chiede di allargarne la portata: “La Commissione europea – ha detto oggi Patrizio Bianchi a Radio 24 - ci chiede di rendere stabile il premio per coloro che si formano; ci sarà un problema di numeri, anche io ne volevo molti di più, ma questi premi entreranno in vigore nel 2031-32“ e “ci sarà modo nelle prossime legislature di ampliare e di riuscire, con quelle condizioni, ad ampliare, spero di molto, la platea di coloro che saranno beneficiari“, ha concluso Bianchi.
Sulla supplentite nelle scuole il ministro dell’Istruzione oggi ha continuato ad ostentare tranquillità. “Allo stato attuale – ha detto oggi a ‘Radio 24’ - ripartiamo con un anno scolastico in cui non mancano i docenti. Abbiamo 800 mila insegnanti, di questi insegnanti abbiamo fatto 7 procedure di concorso per mettere in ruolo, stiamo andando a consolidare. 150mila insegnanti mancanti? Stiamo chiudendo l’ultima procedura per 25 mila insegnanti che entreranno in ruolo il prossimo anno. Poi ci sono 91 mila insegnanti di sostegno “in deroga” cioè anno per anno. Tramite gli Uffici Scolastici Regionali mi viene garantito che, tranne eccezioni, gli insegnanti saranno in classe”.
"Chiediamo al governo di modificare l'Atto di indirizzo: servono delle risorse già stanziate, ma soprattutto la certezza di poterle utilizzare in fase di contrattazione per valorizzare il personale": Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, si rivolge al premier Mario Draghi, a ridosso del cambio di esecutivo sperando in una chiusura immediata del contratto della scuola, fermo dalla fine del 2018 ma nei fatti al 1992, e dunque senza attendere ulteriori prolungamenti della trattativa dovuti proprio all’insediamento del prossimo Governo.
L’Italia è tra i Paesi in Europa dove è maggiore la percentuale di donne dietro la cattedra: secondo l’ultima rilevazione Eurostat, rilanciata oggi dalla stampa, ben l’83,2% del corpo docente è composto da donne. I numeri sono in forte crescita: all’infanzia e alla primaria si sfiora la totalità maestre, rispettivamente con il 99% nelle scuole dell’infanzia e il 96% nel primo ciclo. L’aumento è sostanzioso anche nella secondaria di I grado: nel 2020/21 si contano circa 8 professoresse su 10, il 79%, mentre 20 anni fa erano il 74% e nell’anno scolastico 1965/66 appena il 61%. In pratica, in poco più di mezzo secolo abbiamo assistito a un aumento del 18%. Alle superiori l’incremento è stato ancora più alto: nella secondaria di II grado si è passati dal 48% al 67%. Secondo l’Ocse ci sono diverse ragioni per spiegare questo fenomeno: “Gli stereotipi di genere persistenti”, ma anche “le modalità di lavoro flessibili per gli insegnanti” più “attraenti per le madri lavoratrici”, come pure il basso salario, quindi “migliorare il riconoscimento dell’importanza dell’insegnamento per la società, anche retribuendo adeguatamente gli insegnanti, potrebbe attrarre e trattenere buoni insegnanti indipendentemente dal sesso”.