Si è conclusa la seconda sessione negoziale per l’approvazione del Protocollo 0-6, la seduta durata diverse ore ha visto una appendice pomeridiana per i diversi rilievi da gran parte del mondo sindacale, tra le criticità rilevate: la mancanza di certezze di copertura per l’attuazione della bozza del protocollo, a detta dei delegati intervenuti appare troppo netta la differenza di risorse tra il segmento 3-6 delle istituzioni statali e gli altri segmenti delle scuole non statali; la gestione di tutte le figure che ruotano attorno agli istituti scolastici, non solo il personale dipendente ma anche i servizi di collaborazione, fornitura e assistenza; su tutto le indicazioni del D. Lgs. 111/2021 non applicato con lo stesso metro a tutti gli attori coinvolti; non per ultima la richiesta della estensione dei servizi di help desk e di finanziamento delle risorse per i tamponi anche agli istituti paritari non afferenti al D. Lgs. 65
È in corso la “La Festa della scuola”, dal 1° al 3 settembre 2021, ad Ascoli Piceno. Come riporta la stampa specializzata, “nasce da questa semplice frase La festa della Scuola, un evento culturale organizzato da Massimo Arcangeli, responsabile dell’associazione La Parola che non Muore, in collaborazione con l’associazione La Voce della Scuola di Diego Palma”.
Nella giornata odierna è intervenuto Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief all’interno della tavola rotonda, insieme ai rappresentanti dei maggiori sindacati del reparto scuola.
Possono le singole scuole e università adottare un protocollo di sicurezza interno non conforme a quello predisposto dal decreto governativo e dal ministero di competenza? Certamente no, ma le cose in alcune realtà scolastiche ed accademiche stanno andando diversamente. Vale come esempio quanto è stato deciso dall’Università di Trieste, che ha approvato un documento circa il possesso del Green pass anche per gli studenti che dovranno svolgere gli esami a distanza. Il sindacato Anief respinge questo modo di interpretare norme e accordi, a danno dei diritti di lavoratori e, in questo caso, di studenti.
A questo proposito, il giovane sindacato ha oggi inviato una missiva di chiarimenti al Rettore dell’università di Trieste e al ministro dell’università e della ricerca Maria Cristina Messa, nella quale si invita la ministra a dare indicazioni agli Atenei sul rispetto delle norme richiamate dal garante della privacy nella verifica del possesso e di esibizione del green pass, peraltro sub indice, per la sola didattica in presenza e non già da remoto o in lavoro agile come richiamato nel protocollo sulla sicurezza dell’università di Trieste. Inoltre, Anief ha chiesto un parere al Garante per la protezione dei dati personali, chiedendo espressamente, anche alla luce delle recenti norme e note ministeriali approvate, “se il protocollo dell'Ateneo in parola sull'obbligo di fornire la certificazione verde di cui all'articolo 1 comma 6 del decreto legge 111/21 anche durante lo svolgimento dell'attività didattica a distanza (da remoto) del personale docente e degli studenti o del lavoro agile da parte del personale amministrativo sia rispettoso delle norme a tutela della privacy come richiamate per il personale scolastico e in generale sull'attuazione del decreto legge 111/21”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è serafico: “Con queste richieste stiamo rasentando la follia, perché non si comprende questo eccesso di zelo anche laddove non vi è alcuna necessità di essere in possesso del Green Pass. Abbiamo chiesto al Garante cosa ne pensi. Nel frattempo, riteniamo che tutta la partita della certificazione verde reputata indispensabile anche per frequentare le lezioni e gli esami di profitto negli atenei sia una esagerazione, che non comporta vantaggi in chiave preventiva Covid ma solo una negazione sicura del diritto allo studio: c’è ancora tempo per ricorrere”.
Anief ha preparato una richiesta di informativa sindacale urgente per assicurarsi che tutte le operazioni legate al green pass siano nel rispetto dei diritti dei lavoratori della scuola. Infatti, alla luce del DM che individua la superficie minima per studente all’interno delle aule didattiche e considerato che il protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza prevede la gratuita somministrazione dei tamponi a tutto il personale scolastico, secondo il sindacato va inserita una norma che proroga lo stato di emergenza e la necessità di contenere la diffusione in spazi chiusi
L’impegno preso dal ministero dell’Istruzione sulla copertura totale delle cattedre dal 1° settembre è stato disatteso: mancano i supplenti promessi dal ministro, con le 250mila nomine di docenti e 50mila Ata ancora in alto mare. Tra gli insegnanti si stanno infatti ancora in questi giorni modificando le Gps prima fascia e non c’è possibilità di nominare quindi i supplenti collocati in seconda fascia. Poi ci sono dubbi sulla presa di servizio per i 50mila neo immessi in ruolo se non hanno il Green Pass: a differenza di quanto illustrato ieri durante la conferenza dei servizi organizzata dal ministero dell’Istruzione con i dirigenti scolastici, durante la quali da parte dell’amministrazione si è dato l’assenso alla presa di servizio in ogni caso, oggi però ci sono stati molti problemi sulla presa di servizio.
“Come sindacato – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, alla luce di quanto accaduto oggi nelle scuole, ribadiamo che si sta rientrando a scuola in condizioni altamente precarie e senza la sbandierata sicurezza sanitaria e preventiva necessaria in un contesto pandemico: bisogna agire diversamente, mettendo mano sui numeri degli alunni per classe, aumentando le metrature delle aule e la quantità di personale. Un motivo ulteriore per aderire allo sciopero nazionale del primo giorno di scuola”.