Il nuovo contratto porterà incrementi di tre volte inferiori rispetto all’inflazione attuale, 15 volte addirittura per il biennio 2016/2017: dopo quasi 10 anni di stop stipendiale sono previsti appena 40 euro nette per il 2018 concordate da CGIL, CISL, UIL nell’intesa del 30 novembre 2016 (+ 3.48%), a fronte di 11 punti percentuali di aumenti del costo della vita certificata. E ora la ratifica del bonus “merito”, introdotto dalla Buona scuola (legge 107/2015), per 200 milioni di euro, come voluto dalla riforma Brunetta (d.lgs. 150/09), porterà aumenti solo ai migliori.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non è così che si tutelano i lavoratori e si valorizza la loro professionalità. E che dire delle parti relative a ricostruzione di carriera e parità di trattamento tra personale precario e di ruolo sancito dalla Corte suprema di Cassazione? A queste condizioni, secondo il nostro parere chi firma un contratto del genere si prende delle responsabilità enormi. Basterebbe, invece, ricorrere in tribunale, al fine di sbloccare finalmente l’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale per recuperare per il triennio il 50% dell’aumento dei prezzi.
Per opporsi a tutto questo basta consegnare il modello di diffida predisposto dall’Anief, attraverso cui recuperare almeno 270 euro di aumento, da suddividere in due parti uguali.