I precari hanno diritto a ricevere la Carta del docente degli ultimi cinque anni scolastici anche se non hanno mai partecipato ad attività di aggiornamento: lo ha stabilito il Tribunale di Marsala, sezione Civile e Lavoro, nell’accogliere il ricorso, prodotto dai legali Anief, in difesa di un insegnante che tra il 2020 e il 2024 ha realizzato delle supplenze annuali.
Il giovane sindacato rappresentativo Anief promuove l’adesione al ricorso per il riconoscimento dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera e conseguente adeguamento stipendiale.
Dai tribunali d’Italia continuano a giungere sentenze a favore dei precari che chiedono la Carta del docente anche quando stipulano supplenze annuali di fatto: è capitato due volte negli ultimi giorni a Vicenza, dove il giudice del lavoro ha accordato 1.000 euro a un insegnante che ha svolto due supplenze di lunga durata tra il 2022 e il 2024, la seconda delle quali firmando un contratto catalogato come “Servizio temporaneo fino al termine delle attività didattiche”.
“Chi è risultato idoneo al concorso Pnrr non entra nella graduatoria di merito per l’immissione in ruolo e neanche è considerato abile all’insegnamento: secondo noi tutto questo è illogico e siamo convinti che anche il giudice avrà almeno dei dubbi quando esaminerà i nostri ricorsi”: lo dice oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, annunciando che “sono state tantissime le adesioni al ricorso promosso dall’Anief, mentre lo stesso sindacato porta in Parlamento e in Europa la battaglia per non disperdere professionalità selezionate dallo Stato”.
Quando una norma è incompleta e discriminante, in attesa della sua revisione, non c’è altra soluzione che rivolgersi ai giudici: è quello che sta sostenendo da tempo il sindacato Anief, al fine di permettere l’assegnazione della Carta del docente anche al personale insegnante precario. Come è accaduto al Tribunale di Vicenza, sezione Lavoro, dove il giudice ha accolto le richieste dei legali che operano per la giovane e combattiva organizzazione sindacale, stavolta operante in difesa di un insegnante che ha svolto due supplenze annuali negli anni scolastici 2019/20 e 202/21 senza vedersi assegnare un solo euro per effettuare l’aggiornamento obbligatorio per tutto il personale insegnante della scuola.