Nel rinnovato testo di riforma mancano riferimenti al prezioso operato del personale non docente, che permette il regolare funzionamento dei nostri 8.400 istituti autonomi. Allo stesso modo, a dispetto di quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea a fine novembre, continua ad essere inspiegabile la mancanza di 40mila unità di personale Ata, con oltre 36 mesi di servizio svolto, nel piano “straordinario” di 150mila assunzioni, poi ridotte a 100mila, già finanziato con la Legge di Stabilità approvata il 23 dicembre 2014. Pertanto, Anief chiede l’autorizzazione di almeno 22.261 immissioni in ruolo specifiche per gli Ata.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): Come si fa a parlare di rilancio di istruzione pubblica, ignorando una delle parti fondamentali per la sua organizzazione, assistenza, sorveglianza e pulizia? Il paradosso è che ad avviare la causa giudiziaria europea è stata proprio una denuncia per tutelare il personale Ata della scuola: grazie alla conseguente sentenza della Corte di Lussemburgo sull’abuso di precariato, entro 10 mesi il Governo italiano stabilizzerà 150mila docenti dimenticando però, dal piano straordinario di immissioni in ruolo, proprio la categoria da cui era partito il maxi-ricorso.
Prima il Governo e l’amministrazione scolastica, ora anche il Parlamento, continuano a mostrare disinteresse per i diritti degli oltre 200mila assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola pubblica italiana: rimane un mistero come mai nel ddl ‘La Buona Scuola’, e ora nel maxiemendamento, non vi sia alcun riferimento al prezioso operato del personale non docente, che permette il regolare funzionamento dei nostri 8.400 istituti autonomi. Allo stesso modo, a dispetto di quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea a fine novembre, continua ad essere inspiegabile la mancanza di 40mila unità di personale Ata, con oltre 36 mesi di servizio svolto, nel piano “straordinario” di 150mila assunzioni già finanziato con la Legge di Stabilità approvata il 23 dicembre scorso.
Alcuni giorni fa si è svolto presso il Miur un incontro conciliativo tra le organizzazioni sindacali rappresentative, durante il quale è stato chiesto, fonte Cisl Scuola, di eliminare il taglio degli oltre 2.000 posti ATA, introdotto con la Legge di Stabilità 2015 e previsto a partire dal prossimo 1° settembre, attraverso un incremento del 3% degli organici regionali motivato dall’aumento del numero alunni iscritti in determinate aree geografiche.
Alla luce di tutto ciò, Anief chiede l’autorizzazione di almeno 22.261 immissioni in ruolo del personale ATA, che sono la risultanza della somma di 3.643 posti al 31 agosto 2015, 12.735 posti per supplenze annuali al 30 giugno e 6.243 di posti che con il nuovo anno scolastico si renderanno disponibili a seguito dei pensionamenti.
“Come si fa a parlare di rilancio di istruzione pubblica – chiede Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal –, ignorando una delle parti fondamentali per la sua organizzazione, assistenza, sorveglianza e pulizia? Sono quasi 40.000 i precari Ata che potrebbero essere stabilizzati dai giudici del lavoro, eppure nella Legge di Stabilità si leggono solo i tagli previsti per 2.000 posti e alle supplenze brevi del personale non docente. Che si aggiungono ai 47mila posti cancellati in soli tre anni”.
Mentre nel piano di rilancio del Governo non c’è traccia di amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici, nella legge di bilancio di fine 2014 si parla esclusivamente di “realizzazione di un piano straordinario di assunzioni” nei confronti dei “docenti” (articolo 3). Facendo riferimento alla razionalizzazione della spesa pubblica, attraverso l’articolo 28 della Legge di Stabilità, dal prossimo anno verranno applicati non pochi tagli: cancellando le supplenze brevi degli assistenti tecnici ed amministrativi, oltre che quelle per i primi sette giorni di assenza dei collaboratori scolastici (comma 8). Ma anche quelli che lo Stato si appresta ad attuare con “una riduzione nel numero dei posti pari a 2.020 unità” per assicurarsi “una riduzione nella spesa di personale pari ad euro 50,7 milioni a decorrere all’anno scolastico 2015/2016” (comma 10).
Eppure la presenza stabile del personale non docente nella scuola risulta fondamentale, ai fini didattici ed organizzativi, tanto che senza il loro lavoro – a supporto della dirigenza e della didattica, di assistenza e sorveglianza - il nostro sistema di istruzione non potrebbe funzionare. Come pure nel ddl 1934 di riforma del settore, dove si punta su “carriera” e “merito”, oltre che su un piano di assunzioni, sull’indizione di “un nuovo concorso” e di “aggiornamento e di formazione in servizio” (capitolo 2), ma sempre e solo riservati al corpo insegnante.
Tutto ciò per l’Anief è incoerente e nocivo, soprattutto se si pensa alla procedura d'infrazione 2124/10 della Commissione UE contro l’Italia - circa la recente attività legislativa adottata (Decreto Legge 70/2011) che avrebbe introdotto una deroga all’applicazione della direttiva 1999/70/CE (relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP) sul lavoro a tempo determinato del personale ATA, motivata da esigenze imprescindibili di erogazione del servizio scolastico e compensata da un piano di immissioni in ruolo - che si è trasformata il 20 novembre scorso in parere motivato. E che potrebbe portare ad una condanna per il nostro Stato pari ad 8 milioni di euro. Per non parlare dell'applicazione della recente sentenza della Corte di Giustizia europea del 26 novembre scorso, da parte dei giudici nazionali nel caso di ricorsi seriali ai tribunali del lavoro.
“Il paradosso – ricorda Pacifico - è che ad avviare la causa giudiziaria europea è stata proprio una denuncia per tutelare il personale Ata della scuola: grazie alla conseguente sentenza della Corte di Lussemburgo sull’abuso di precariato in Italia, entro 10 mesi il nostro Governo stabilizzerà 150mila docenti, poi ridotti a 100mila, dimenticando però, dal piano straordinario di immissioni in ruolo, proprio la categoria da cui era partito il maxi-ricorso. Per questo il sindacato si schiera a favore dalla stabilizzazione del personale Ata su tutti i posti disponibili, proponendo azioni di ricorso”.
Anche perché si va ad infierire su una categoria già afflitta da tante problematiche: oltre ai tagli al personale, gli Ata devono fare i conti con stipendi del tutto inadeguati (continuano a percepire stipendi bloccati dal 2009, privi anche dell’indennità di vacanza contrattuale, addirittura fino al 2018), spesso con mansioni non più solamente esecutive, ma anche concettuali: non di rado i tecnici che per ovviare alle molteplici richieste di lavoro svolgono lavori da amministrativi. E solo raramente sono presenti nella scuola primaria e media, malgrado questi necessitino di interventi informatici e tecnologici continui. Non meno rilevante è il problema delle segreterie, dove il processo di autonomia e digitalizzazione delle scuole è stato ‘caricato’ sulle spalle di personale amministrativo privo di formazione e con periodiche decurtazione dei posti di lavoro.
Per non parlare di collaboratori scolastici, penalizzati non poco dalla decisione di cedere migliaia di posti Ata alla categoria LSU: l’esternalizzazione delle funzioni del personale non docente ha infatti comportato un’ulteriore decurtazione di posti. Soprattutto nelle Regioni del Sud e nelle Isole. Se è legittimo aprire le porte delle scuole a personale che ha perso il lavoro ed è impegnato in attività socialmente utili, come del resto ampiamente stabilito dalla giurisprudenza in materia, il Governo provveda ora almeno a coprire i posti esistenti assumendo nuovo personale.
Il sindacato, pertanto, si rivolge a tutti gli Ata precari, con oltre 36 mesi di servizio alle spalle: è giunto il momento che rivendichino la loro immissione in ruolo. Con Anief, potranno rivendicare il diritto al posto e tanti altri che nessuno difende. L’obiettivo è quello di far nascere una sezione del sindacato Anief guidato dagli Ata.Sono aperte le adesioni sul Portale Anief ai ricorsi Stabilizzazione, Scatti stipendiali ed Estensione contratti dal 30/06 al 31/08.
Per approfondimenti:
La Legge di Stabilità fa sparire le supplenze brevi per gli assistenti tecnici ed amministrativi
L’organico funzionale diventa un giallo: dal prossimo anno migliaia di plessi scolastici nel caos
Precariato, dopo la sentenza della Corte di Giustizia UE parte la stagione dei risarcimenti
Legge Stabilità e Buona Scuola, c’è un buco inspiegabile: la mancata assunzione di 17mila Ata
Posizioni economiche Ata: il MEF dice di no (Tecnica della Scuola)
ATA nuovi tagli. Conferma, lasceranno il posto ai soprannumerari delle province (Orizzonte Scuola)