Tutto fermo. Mentre all’Aran si continua a discutere sui circa 20 euro di aumento per il contratto collettivo nazionale 2019-21 del comparto Istruzione, Università e Ricerca, derivanti dai 300 milioni inizialmente destinati al ‘merito’, per il nuovo Ccnl 2022-24 non è ancora stato stanziato un euro. Secondo l’Anief si sta andando verso una pericolosa situazione di stallo, che rischia di andare a produrre aumenti anche stavolta a contratto già scaduto. “Reputiamo l’attuale silenzio e disinteresse da parte di chi Governa l’Italia del tutto inappropriato – esordisce Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché ci sono Paesi, come la Germania, dove non solo i compensi mensili risultano praticamente doppi rispetto ai quelli dei nostri dipendenti pubblici, ma sta per essere introdotto anche un bonus anti-inflazione di 3 mila euro con un aumento di 200 euro in busta paga”.
“In Italia – continua Pacifico - non solo si trascura il rispetto del lavoratore, dandogli aumenti fuori tempo massimo, ma non si rispetta nemmeno la legge in vigore, nella parte in cui dice che in attesa del rinnovo del Ccnl va assegnata una indennità di vacanza contrattuale proporzionale al tasso inflattivo. Noi, invece, con l’inflazione che a causa del post-Covid e della guerra in Ucraina, viaggia su cifre mai raggiunte, anche del 7-8% annuo, con l’ultima legge di bilancio non siamo riusciti ad andare oltre un’indennità una tantum, limitandola peri i lavoratori statali al 2023 e con un aumento di appena l’1,5%, a fronte di un’inflazione che nel biennio 2022-23 è aumentata quasi dieci volte tanto”.
La questione degli stipendi sotto pure l’inflazione è particolarmente grave: verrà portata da Anief alla Consulta. E nel frattempo sta andando avanti pure un ricorso promosso dalla regione Liguria. “La verità – continua Pacifico – è che a fronte del tasso di inflazione programmato registrato per il 2022 (+7,1%) e per il 2023 (4,3%), l’indennità di vacanza contrattuale prevista dalla legge, pari al 50% dello stesso tasso di inflazione programmata, doveva attestarsi al 5,5%. Questo ha prodotto la perdita di arretrati per questo biennio (2022/2023) di duemila euro: quelli che ora chiediamo come arretrati, assieme a 80 euro di aumento mensile, attraverso uno specifico ricorso proprio per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale”.
L’Anief rilancia, quindi, le adesioni ai ricorsi per il recupero dell'indennità di vacanza contrattuale del biennio 2022-23 prevista per legge e non per concessione governativa: ad essere impugnato è il comma 332 unitamente al comma 330 dell'articolo 1 della legge 197/2022. Sono già migliaia le diffide giunte al ministero dell’Economia e delle Finanze: per maggiori informazioni e per aderire inviando dapprima la diffida, cliccare qui.
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