Sono stati resi noti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito i numeri, ripartiti per regione, dei candidati partecipanti al concorso ordinario per diventare Insegnanti di Religione Cattolica di ruolo; nel frattempo è in corso, in moltissime regioni, lo svolgimento delle prove orali didattico metodologiche degli Insegnanti di Religione Cattolica del concorso straordinario nel I e II settore. I posti messi a bando per il concorso straordinario sono circa un terzo rispetto alle oltre 12.000 domande inoltrate: poco più della metà delle istanze è relativa alla scuola dell’infanzia e primaria, le altre per la scuola secondaria. Nel prossimo anno scolastico, 2025-2026, è prevista la stabilizzazione di docenti che aspettano da oltre vent’anni la trasformazione dei propri contratti da tempo determinato a tempo indeterminato.
“L’avvio del concorso era atteso da moltissimo tempo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e come nostra prassi rimaniamo in prima linea, sempre impegnati per la stabilizzazione degli Insegnanti di Religione Cattolica che da troppi anni portano avanti il loro lavoro da insegnanti collocati però come precari: come sindacato autonomo rappresentativo, Anief continuerà a sostenere i diritti degli insegnanti non di ruolo di religione cattolica, alla pari di tutti gli altri supplenti”.
IL CONCORSO ORDINARIO
Le domande inoltrate per il concorso ordinario risultano essere in totale oltre 6.000 a fronte di circa 2000 posti disponibili di cui poco meno della metà per infanzia e primaria e le altre per la secondaria di primo e secondo grado, superando ampiamente, come nel caso delle domande inoltrate per il concorso straordinario, i posti messi a bando, ma nel caso del concorso ordinario la procedura è finalizzata alla copertura dei posti vacanti e disponibili per il triennio scolastico 2022/2023 – 2024/2025, determinati a norma dell’articolo 2 della Legge 18 luglio 2003, n.186.
La procedura ordinaria prevede una prova scritta computer-based, di durata pari a 100 minuti ed è previsto un punteggio minimo di 70/100; la prova orale, anch’essa superata con un punteggio minimo di 70/100, prevede un test didattico specifico, consistente in una lezione simulata, la valutazione della comprensione e conversazione in lingua inglese almeno di livello B2 e la dissertazione su quesiti estratti dal candidato, relativi al programma d’esame. Oltre alla valutazione delle due prove, orale e scritta, saranno valutati anche l’anzianità di servizio ed i titoli.
Anief ricorda che alcune settimane fa, nelle stesse ore del deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per l’eccesso di supplenze e mancate stabilizzazioni, è stata emessa una importante sentenza da parte del Tribunale di Ivrea, a seguito della quale una docente precaria di Religione Cattolica dopo ben 22 anni consecutivi di contratti a termine, grazie all’operato dei legali Anief, ha ottenuto un risarcimento record di 30.469,20 euro: il giudice ha spiegato detto che “è evidente la configurabilità della abusiva reiterazione di contratti a termine denunciata dalla ricorrente”.
“Queste sentenze e il deferimento dell’Italia dalla parte delle Corte UE sono segnali eloquenti – ha commentato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: l’Italia deve assolutamente e in fretta adeguarsi alle richieste che arrivano dell’Unione europea sulla assunzione automatica del personale della pubblica amministrazione, a partire da quello che lavora nella scuola dove un insegnante su quattro, parliano di 250mila supplenze annuali precari. La sentenza di Ivrea, ottenuta dagli avvocati Giovanni Rinaldi, Fabio Ganci, W. Miceli e Nicola Zampieri, è una evidente vittoria contro l'abuso dei contratti a termine che, da troppo tempo, penalizza i lavoratori della scuola, ma rappresenta solo l’inizio: stiamo per lanciare una 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗮𝗰𝘁𝗶𝗼𝗻𝗴𝗿𝗮𝘁𝘂𝗶𝘁𝗮𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗹𝗼𝗦𝘁𝗮𝘁𝗼𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗼𝗽𝗲𝗿𝗹’𝗮𝗯𝘂𝘀𝗼𝗱𝗲𝗶𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶𝗮𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗲𝗻𝗲𝗹𝘀𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲𝘀𝗰𝗼𝗹𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼, un'opportunità senza precedenti per chiedere un risarcimento fino a ben 24 mensilità dell'ultima retribuzione”.
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