Le assunzioni dei docenti per l’anno scolastico 2023/24 si fermano a 50.807 posti: lo ha comunicato il ministero dell’Istruzione con un’informativa ai sindacati, anticipando l’imminente sul contingente e le modalità di immissioni in ruolo degli insegnanti per l’anno scolastico 2023/2024. Il ministero ha anche confermato che le nomine, informatizzate, verranno effettuate per metà dei posti dalle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami e per l’altra metà dalle Graduatorie ad esaurimento e (solo per il sostegno) da prima fascia Gps. La riduzione di posti autorizzati per le stabilizzazioni (l’anno scorso furono 94.000), che comunque Anief aveva annunciato, si deve a più ragioni: “il numero – scrive oggi la stampa specializzata - sarebbe quello delle nomine effettivamente possibili, tenuto conto della consistenza delle attuali graduatorie vigenti. Il rimanente tra posti vacanti e posti autorizzati sarebbe destinato al bando dei concorsi (circa 31mila)”.
Il sindacato Anief continua a reputare grave che le immissioni in ruolo siano state drasticamente ridotte, pur in presenza di un alto numero di cattedre prive di docenti titolari: “Il problema – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che l’amministrazione continua a soprassedere sul fatto che vi siano tantissime cattedre, oltre 100mila, in prevalenza di sostegno, che attraverso dei sottili marchingegni della burocrazia e del legislatore continuano ad essere ‘magicamente’ collocate in organico di fatto, con effetti negativi su continuità didattica, organizzazione scolastica e diritti del personale condannato a rimanere precario oltre ogni logica. Inoltre, non è compatibile con l’attuale situazione il sistema di reclutamento utilizzato, che lascia fuori dalle assunzioni l’80% dei precari storici che invece l’Unione europea ci chiede di stabilizzare”.
La giovane organizzazione sindacale chiede da tempo di apportare diverse modifiche alla fase transitoria di reclutamento: lo ha fatto anche in questi giorni, nei vari decreti legge in fase di conversione, come il DL PA2 e il Salva Infrazioni. Gli emendamenti suggeriti da Anief sono diversi: il ritorno del doppio canale, con immissioni in ruolo da Gps anche da seconda fascia e disciplina comune; assunzioni con scorrimento delle graduatorie dell'ultimo concorso ordinario e integrazione dello straordinario; conferma nei ruoli di coloro che erano stati assunti con riserva; attribuzione dell’organico aggiuntivo dell’ultimo biennio; trasformazione dei posti in deroga su sostegno; proroga della deroga sui vincoli della mobilità per tutta la durata dell'attuazione del Pnrr.
“Senza questi correttivi - continua il presidente nazionale Anief – prevediamo che anche i 50mila posti autorizzati andranno in porto non oltre il 60% lasciando ancora una volta le scuole in condizioni di difficoltà estrema, con continui cambi di supplenti in corsa anche per mesi. Noi lo avevamo detto qualche giorno fa anche in audizione al Senato: una scuola sana e giusta, che produce didattica di qualità, non può prescindere dalla parità di diritti e dalla giustizia per il personale precario. Non si tratta di quote di docenti marginali, ma di un insegnante ogni quattro e che è giunto il momento di assumere anche con provvedimenti straordinari e comunque compatibili con l’attuale fase transitoria del reclutamento che durerà per un altro anno e mezzo”, conclude Pacifico.
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